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giocare con chi non tiene il ritmo (per ignoranza)

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albs77
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Promemoria primo messaggio :

Salve

giocare con chi ha ritmo e tiro pulito (tipo palleggiare col maestro) permette di stare nella propria area di comfort ed è piacevole (ce lo siamo scritti tante volte in questo forum)


giocare con chi ti spezza sempre il ritmo perchè é CAPACE e ABILE è faticoso ma è gratificante perchè ci si mette alla prova con qualcuno bravo e, anche se si sa che si perderà, permette di imparare sempre qualcosa in più e migliorare


giocare con chi ti spezza sempre il ritmo perchè é una pippa è snervante, 
poichè è incapace di gestire sia l'intensità del colpo che la direzione e quindi non sai (ne io ne lui  giocare con chi non tiene il ritmo (per ignoranza) - Pagina 2 1f600 ) mai dove e come arriva la palla .
Spesso lo si capisce anche dal palleggio di riscaldamento pre-partita dove a malapena si riesce a fare 5 scambi.


Ecco, con questi ultimi soggetti (le pippe  in campo ) sono spesso in difficoltà per come arrivo sulla loro palla, perchè arrivo fuori ritmo, arrivo posizionato malamente e quindi il mio colpo non è quello che vorrei fare.


Probabilmente io sono :
- lento di gambe 
- abituato a schemi di routine di approccio al colpo
- forse anche mentalmente sfavato perchè invece di godermi la fatica inflitta da uno bravo devo subire il caos    da un cavernicolo

Come risolvo ?

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PistolPete ha scritto:
Faccio un discorso generale... alla vecchia classica domanda "che tattica usare per battere un pallettaro" vedo che si è aggiunta un'altra tipologia, "che tattica usare per battere uno che non sa giocare a tennis". Quest'ultima è più tipica di quelli che "nascono" col maestro, e quindi non hanno vissuto la fase di partitelle stile Fantozzi-Filini, per cui quando incontrano un "Fantozzi" rischiano di andare in difficoltà.
In realtà in entrambi i casi per me la questione non è tattica ma tecnica: se non so battere un pallettaro probabilmente non ho un gioco vincente, ma mi baso più sugli errori dell'avversario, e se incontro uno che sbaglia meno sono f***uto Razz 
Così come se non batto uno che non sa giocare, probabilmente neanch'io sono un novello Federer, e devo allenarmi anche a giocare su questo tipo di palle/avversari.

Tutto questo è - ripeto - un discorso generale e non riferito all'amico che ha scritto il post.

Concordo 100'/. Spesso quando si perde si tende ad analizzare il gioco altrui, dell'avversario e la classica citazione" come c...zo ho fatto a perdere con questo, non sa tirare due palle " ma forse sarebbe più corretto dire. "ma perché non so contrastare un gioco/avversario del genere????

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albs77 ha scritto:
La risposta sta in parte nella tua premessa:

Le pippe di questo tipo non sono assolutamente in grado di tenere un palleggio per più di 3 colpi, lo hai chiaramente visto anche tu.
Poi però ci vai in partita e tra una steccata e un colpo preso sul manico che diventa una smorzata ti mandano al manicomio.

Dovresti farti una domanda: cosa cambia per loro dal palleggio alla partita?

La risposta è spesso molto banale. In palleggio TU giochi centrale, con una palla comoda ma non particolarmente forte.
Quando sei in partita invece, immagino TU giochi sulle diagonali e con una palla magari più complessa, e cosa succede?

Succede che le pippe si appoggiano ai tuoi colpi e l'angolo che gli dai ti si ritorce contro, perchè loro non sanno nemmeno cosa sia una diagonale e la geometria del campo è una cosa che si mangia.

Prova in partita semplicemente a giocare al centro,esattamente come se stessi palleggiando, lascia a loro la responsabilità di cambiare direzione alla palla e vedrai che ogni 3 palle ne buttano una sui campi o accorciano centrale e tu attacchi.

Tu Suggerisci una tattica, e l’argomentazione che porti ha una sua logica; ma se vogliamo andare alla radice del problema, la questione va posta sul piano TECNICO, non tattico. 
Se non batto un giocatore che ributta sporco e male, ma ributta, o anche un cosiddetto pallettaro, vuol dire, molto semplicemente, che tecnicamente non sono all’altezza e devo focalizzarmi, in primis, sul migliorare i miei fondamentali tecnici. 
Poi si può passare alla tattica e all’aspetto mentale.

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stefanello ha scritto:
albs77 ha scritto:
La risposta sta in parte nella tua premessa:

Le pippe di questo tipo non sono assolutamente in grado di tenere un palleggio per più di 3 colpi, lo hai chiaramente visto anche tu.
Poi però ci vai in partita e tra una steccata e un colpo preso sul manico che diventa una smorzata ti mandano al manicomio.

Dovresti farti una domanda: cosa cambia per loro dal palleggio alla partita?

La risposta è spesso molto banale. In palleggio TU giochi centrale, con una palla comoda ma non particolarmente forte.
Quando sei in partita invece, immagino TU giochi sulle diagonali e con una palla magari più complessa, e cosa succede?

Succede che le pippe si appoggiano ai tuoi colpi e l'angolo che gli dai ti si ritorce contro, perchè loro non sanno nemmeno cosa sia una diagonale e la geometria del campo è una cosa che si mangia.

Prova in partita semplicemente a giocare al centro,esattamente come se stessi palleggiando, lascia a loro la responsabilità di cambiare direzione alla palla e vedrai che ogni 3 palle ne buttano una sui campi o accorciano centrale e tu attacchi.

Tu Suggerisci una tattica, e l’argomentazione che porti ha una sua logica; ma se vogliamo andare alla radice del problema, la questione va posta sul piano TECNICO, non tattico. 
Se non batto un giocatore che ributta sporco e male, ma ributta, o anche un cosiddetto pallettaro, vuol dire, molto semplicemente, che tecnicamente non sono all’altezza e devo focalizzarmi, in primis, sul migliorare i miei fondamentali tecnici. 
Poi si può passare alla tattica e all’aspetto mentale. senza pensare alla tecnica  Wink

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albs77 ha scritto:


Le pippe di questo tipo non sono assolutamente in grado di tenere un palleggio per più di 3 colpi, lo hai chiaramente visto anche tu.

Succede che le pippe si appoggiano ai tuoi colpi e l'angolo che gli dai ti si ritorce contro, perchè loro non sanno nemmeno cosa sia una diagonale e la geometria del campo è una cosa che si mangia.

Prova in partita semplicemente a giocare al centro,esattamente come se stessi palleggiando, lascia a loro la responsabilità di cambiare direzione alla palla e vedrai che ogni 3 palle ne buttano una sui campi o accorciano centrale e tu attacchi.


Mah, col massimo rispetto (ci mancherebbe) mi sembra un'analisi non perfettamente centrata.

Se un avversario non ha idea di cosa sia una diagonale, e tira palle "a caso", batterlo è la cosa più semplice del mondo.

Se tieni la diagonale, non arriva al terzo scambio, e se ci arriva, lo impallini poi sul lungo linea perché sicuramente accorcia.

Dalla descrizione, stiamo parlando di una pippa stratosferica: se non la si riesce a battere occorre fare una seria auto-analisi del proprio tennis.

Altro discorso -e qui concordo con te- giocare centrale con un avversario pari (o superiore) livello che ha ottima mobilità e riesce a trovare angoli migliori dei tuoi sulle diagonali.

Vi sono giocatori, infatti, che non amano gestire palle centrali.

Un mio "storico" avversario è uno di questi: più incrocio, e più trova angoli... ma soffre la palla centrale.

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Salve a tutti,
Io penso di essere davvero scarso. Ho ricominciato col tennis a 30 anni dopo il covid e 15 anni dalla scuola tennis, ormai non ricordavo più nulla. Perlomeno sono fisicamente in forma

Faccio lezione due volte a settimana con il maestro e me la gioco con i 4.4 (ho detto che sono scarso). Non ho un gioco molto completo, ma ho un buon dritto ed un buon rovescio -meglio di niente-.

Abbiamo fatto il torneo del circolo prima di Natale… ho battuto appunto un 4.4 e poi ho perso malamente contro uno che ha iniziato da un anno, che fa il servizio a pallonetto e che rischia di inciampersi durante un rovescio:
- una palla la faceva corta senza volerlo, quella dopo lungo linea
- alcuni servizi mi son fatto fregare tanto corti che erano
- ha preso il telaio o rovesci improponibili mandando la pallina in angoli che nemmeno con il teletrasporto avrei preso

Morale della favola: il suo non ritmo mi ha distrutto, ma se ho perso evidentemente sono stato meno bravo di quello che pensassi.

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Un classico. Serve tutto come esperienza. Magari davvero quel giorno l'avversario ha avuto particolarmente fortuna , però tu per migliorarti pensa a cosa avresti potuto fare meglio (rischiare meno su certe palle, insistere di più sul colpo debole dell'avversario, ecc...). Prendila come uno stimolo per provare a far meglio la prossima volta, è capitato a tutti di perdere contro avversari che sembrano o sono più scarsi di noi sotto molti aspetti.

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Come sottolineo spesso, una delle cose più difficili, oer un tennista "acerbo" è quella di farsi una auto-analisi obiettiva.

Spessissimo tende a sopravvalutare le proprie capacita.

La conseguenza di questo è quella di perdere con giocatori ritenuti -a torto- inferiori.

Alcuni, col tempo, riescono a migliorare questa auto valutazione.
Altri, purtroppo per loro, non impareranno mai.
Credendo di essere più capaci di quello che, in effetti, sono.

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mi pare di capire che si stia parlando di due giocatori poco esperti di cui uno molto debole tecnicamente e l'altro molto debole su palle senza peso e sempre diverse.
Il mio consiglio ad un giocatore che affronti un avversario più debole tecnicamente che però per caso o per decisione riesce a mandarlo "fuori palla", è quello di evitare di dare pressione con il gioco giocandogli esclusivamente sul colpo migliore mettendolo in grado di restituirci una palla con un certo peso, facendolo palleggiare in modo da non fargli giocare colpi "casuali". 
La fine del punto deve avvenire perchè lui sbaglia o perchè giocando meglio di lui si riesce a creare un'occasione per chiudere il punto.
Andare fuori palla è un rischio concreto quando si affrontano giocatori molto più deboli che non riescono ad organizzare un gioco e si limitano a ricacciare palle dalla nostra parte senza peso e con tagli "strani".

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taglia1964 ha scritto:
mi pare di capire che si stia parlando di due giocatori poco esperti di cui uno molto debole tecnicamente e l'altro molto debole su palle senza peso e sempre diverse.
Il mio consiglio ad un giocatore che affronti un avversario più debole tecnicamente che però per caso o per decisione riesce a mandarlo "fuori palla", è quello di evitare di dare pressione con il gioco giocandogli esclusivamente sul colpo migliore mettendolo in grado di restituirci una palla con un certo peso, facendolo palleggiare in modo da non fargli giocare colpi "casuali". 
La fine del punto deve avvenire perchè lui sbaglia o perchè giocando meglio di lui si riesce a creare un'occasione per chiudere il punto.
Andare fuori palla è un rischio concreto quando si affrontano giocatori molto più deboli che non riescono ad organizzare un gioco e si limitano a ricacciare palle dalla nostra parte senza peso e con tagli "strani".

Io continuo a pensare che finché si va in panico per una palla ributtata alla bell'e meglio dall'avversario, si avrà sempre un grosso punto debole.
Per me meglio imparare a gestire quel tipo di palla piuttosto che cercare di fare in modo che non arrivi.

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PistolPete ha scritto:
taglia1964 ha scritto:
mi pare di capire che si stia parlando di due giocatori poco esperti di cui uno molto debole tecnicamente e l'altro molto debole su palle senza peso e sempre diverse.
Il mio consiglio ad un giocatore che affronti un avversario più debole tecnicamente che però per caso o per decisione riesce a mandarlo "fuori palla", è quello di evitare di dare pressione con il gioco giocandogli esclusivamente sul colpo migliore mettendolo in grado di restituirci una palla con un certo peso, facendolo palleggiare in modo da non fargli giocare colpi "casuali". 
La fine del punto deve avvenire perchè lui sbaglia o perchè giocando meglio di lui si riesce a creare un'occasione per chiudere il punto.
Andare fuori palla è un rischio concreto quando si affrontano giocatori molto più deboli che non riescono ad organizzare un gioco e si limitano a ricacciare palle dalla nostra parte senza peso e con tagli "strani".

Io continuo a pensare che finché si va in panico per una palla ributtata alla bell'e meglio dall'avversario, si avrà sempre un grosso punto debole.
Per me meglio imparare a gestire quel tipo di palla piuttosto che cercare di fare in modo che non arrivi.


Il fatto è che per giocare bene chiunque ha bisogno di una certa regolarità...
Gestire palle a caso per 5 minuti è un discorso, gestirle per 2 ore un altro, devi correre come un matto e arrivare bene su TUTTO
Quindi se non sei in grado di chiudere il punto velocemente (e in quel caso sei molto più forte di chi c'è di la della rete) , è un bel problema.
Io ne so qualcosa in quanto la mia compagna gioca proprio così (almeno con me che sono un uomo)  Very Happy Very Happy
E' un INCUBO Very Happy Very Happy

Poi magari contro di me fa 1 game, ma se trovi la combinazione di giornata no/stanchezza e lei gioca un po meglio dello standard non è che ne vai fuori tanto facilmente...

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taglia1964 ha scritto:
mi pare di capire che si stia parlando di due giocatori poco esperti di cui uno molto debole tecnicamente e l'altro molto debole su palle senza peso e sempre diverse.
Il mio consiglio ad un giocatore che affronti un avversario più debole tecnicamente che però per caso o per decisione riesce a mandarlo "fuori palla", è quello di evitare di dare pressione con il gioco giocandogli esclusivamente sul colpo migliore mettendolo in grado di restituirci una palla con un certo peso, facendolo palleggiare in modo da non fargli giocare colpi "casuali". 
La fine del punto deve avvenire perchè lui sbaglia o perchè giocando meglio di lui si riesce a creare un'occasione per chiudere il punto.
Andare fuori palla è un rischio concreto quando si affrontano giocatori molto più deboli che non riescono ad organizzare un gioco e si limitano a ricacciare palle dalla nostra parte senza peso e con tagli "strani".

Concordo in pieno, al 100'/, e faccio una ulteriore cosiderazione, premesso che si sta parlando di giocatori alle prime esperienze,  ma anche se cosi non fosse, lo posso associare anche a giocatori più esperti quel poco in più che ha uno nei confronti dell'altro, fa in modo che vince. Un po' più di tecnica? Un po più di allenamento fisico? Un po' di esperienza? Basta solo un po' più di una di queste caratteristiche.

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evitare di dare pressione con il gioco giocandogli esclusivamente sul colpo migliore mettendolo in grado di restituirci una palla con un certo peso, facendolo palleggiare in modo da non fargli giocare colpi "casuali". 

La fine del punto deve avvenire perchè lui sbaglia o perchè giocando meglio di lui si riesce a creare un'occasione per chiudere il punto.

Andare fuori palla è un rischio concreto quando si affrontano giocatori molto più deboli che non riescono ad organizzare un gioco e si limitano a ricacciare palle dalla nostra parte senza peso e con tagli "strani".


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facendo un primo sunto delle vostre risposte c'è chi punta sulla TATTICA e chi punta sulla TECNICA, palese è che un mix delle due cose permetterebbe di affrontare l'avversario con maggiore slancio.

Ieri mattina ho fatto lezione (non che ne abbia bisogno Very Happy ) col maestro ed ho esposto il caso insieme alle varie vostre risposte
abbiamo affrontato le varie soluzioni mettendole poi sul campo in pratica (con il maestro nel ruolo della "pippa")

secondo lui si deve puntare più sulla TECNICA 
nel senso che sulla Tattica può puntare uno bravo, che sa studiare l'avversario e riesce a modellare il proprio tennis sulla giocata a-ritmica dell'avversario

tutti gli altri dovrebbero puntare sulla Tecnica, quindi la capacità di migliorare il proprio gioco (le cui carenze vengono messe in luce dall'avversario a-ritmico).

Cosa fare in concreto: 
chi gioca a-ritmico ti toglie le certezze o meglio le previsioni di intensità, ritmo e direzione,
bisognerebbe quindi andare aggressivi sulla palla , eventualmente con colpi in avanzamento, appena si intuisce la direzione andare sul presunto punto di impatto sul terreno del colpo dell'avversario e colpire eventualmente anche in contro\balzo per anticipare il movimento incerto della palla.

E' difficile tradurre in parole l'esercizio che mi ha fatto fare ma spero che mi ho spiegato !!!

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Io ho espresso parere positivo alla tecnica, però poi mi sono ricreduto, cioè ho detto che vince e riesce a vincere anche con punteggio di differenza notevole chi ha un po' di più, tecnica o fisico o addirittura tattica, però andrebbe analizzato caso per caso, sia tra giocatori di club che pro, a parità di tecnica vince chi ha più fisico, a parità di fisico vince chi ha più tecnica, ok, non ho scoperto l'acqua calda, però quando applicare l'una piuttosto che l'altra????

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Ubaldone ha scritto:
facendo un primo sunto delle vostre risposte c'è chi punta sulla TATTICA e chi punta sulla TECNICA, palese è che un mix delle due cose permetterebbe di affrontare l'avversario con maggiore slancio.

Ieri mattina ho fatto lezione (non che ne abbia bisogno Very Happy ) col maestro ed ho esposto il caso insieme alle varie vostre risposte
abbiamo affrontato le varie soluzioni mettendole poi sul campo in pratica (con il maestro nel ruolo della "pippa")

secondo lui si deve puntare più sulla TECNICA 
nel senso che sulla Tattica può puntare uno bravo, che sa studiare l'avversario e riesce a modellare il proprio tennis sulla giocata a-ritmica dell'avversario

tutti gli altri dovrebbero puntare sulla Tecnica, quindi la capacità di migliorare il proprio gioco (le cui carenze vengono messe in luce dall'avversario a-ritmico).

Cosa fare in concreto: 
chi gioca a-ritmico ti toglie le certezze o meglio le previsioni di intensità, ritmo e direzione,
bisognerebbe quindi andare aggressivi sulla palla , eventualmente con colpi in avanzamento, appena si intuisce la direzione andare sul presunto punto di impatto sul terreno del colpo dell'avversario e colpire eventualmente anche in contro\balzo per anticipare il movimento incerto della palla.

E' difficile tradurre in parole l'esercizio che mi ha fatto fare ma spero che mi ho spiegato !!!


Ma era più che ovvio Bro...
Da quel che avevi scritto tu: 

"giocare con chi ti spezza sempre il ritmo perchè é una pippa è snervante
...
Ecco, con questi ultimi soggetti (le pippe  in campo ) sono spesso in difficoltà"



era emerso chiaramente come fosse un problema tecnico, legato all'esecuzione dei fondamentali. 

E' chiaro che il tennis è un mix di testa (e sottolineo testa), gambe, tecnica e tattica; ma chi è ben impostato tecnicamente, contro una pippa - se è una pippa vera che butta di là a caso/caxxo - NON perde mai, salvo giorno di ordinaria follia

Poi possiamo star qui a speculare sofismi per l'eternità, ma secondo me il tuo maestro ha ragione da vendere; focalizzati sulla tecnica e vedrai che - in meno tempo di quel che pensi - le pippe vere le spazzerai via senza porti troppi quesiti che, quelli sì, ti possono mandare in confusione.

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Mi pare che si stia sconfinando nell'ovvio. E' chiaro che se si migliora la tecnica migliora il tennis e si accresce la quantità di "attrezzi" nel proprio bagaglio. La considerazione è cosa fare oggi se si affronta un giocatore che rompe il ritmo (per incapacità) e manda in confusione un giocatore più bravo tecnicamente ma non ancora in grado di dominare. Ebbene, ribadisco, l'antidoto per non andare fuori palla è abbassare il ritmo e cercare di far giocare bene anche l'avversario meno dotato. Il controllo così resta al più bravo tecnicamente.

Il miglioramento della tecnica lo si persegue in allenamento, in torneo bisogna vincere la partita quando la si gioca.

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Se stiamo parlando di andare in difficoltà con avversari di livello tecnico inferiore, il problema non può essere tecnico, sarebbe un ossimoro.
E' vero che il colpo si sbaglia per un errore tecnico. 
Ma molto spesso questo errore tecnico è generato da un problema tattico : ovvero mi approccio alla palla come se stessi affrontando la palla di un giocatore regolare, mi lascio ingolosire dalle palombelle o dal ritmo basso, o dalle palle a centro campo che le chiudo a occhi chiusi, e pretendo quello che non posso pretendere.....questo è un problema tattico prima che tecnico, no?  Smile
Io di mio mi trovo molto d'accordo con Taglia..

Parlo di 4a categoria...a livelli superiori il discorso forse cambia?

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taglia1964 ha scritto:
Mi pare che si stia sconfinando nell'ovvio. E' chiaro che se si migliora la tecnica migliora il tennis e si accresce la quantità di "attrezzi" nel proprio bagaglio. La considerazione è cosa fare oggi se si affronta un giocatore che rompe il ritmo (per incapacità) e manda in confusione un giocatore più bravo tecnicamente ma non ancora in grado di dominare. Ebbene, ribadisco, l'antidoto per non andare fuori palla è abbassare il ritmo e cercare di far giocare bene anche l'avversario meno dotato. Il controllo così resta al più bravo tecnicamente.

Il miglioramento della tecnica lo si persegue in allenamento, in torneo bisogna vincere la partita quando la si gioca.


Il quale continuerà a giocare di mer.da in ogni caso...e tu a sbagliare, solo qualche colpo dopo e tirando più piano...  Very Happy

Scusami per la battuta stupida, Taglia... quel che dici ha una sua LOGICA, e probabilmente suggerirei la stessa cosa se fossi a bordo campo; uso il condizionale perché nei suggerimenti tattici non vi è quasi nulla di oggettivo, e molto dipende dal contesto. 
Ma ripeto: probabilmente hai ragione, ed è ovvio che tu sei uno che ne capisce di tennis. 

Il problema è la fallacia nella premessa - a mio avviso - e mi pare che qualcuno l'abbia evidenziato: a volte definiamo "pippa" troppo banalmente l'avversario e ci autodefiniamo "più tecnici/più bravi" altrettanto troppo superficialmente, con tendenza alla sovrastima nei nostri confronti e alla sottostima dell'avversario. 

A volte dipende da una propensione più o meno marcata al narcisismo. 
Vorrei vedere, per esempio, se tutti qua dentro hanno veramente la classifica fit che dicono di avere (es. "sono un terza bassa") o un itr certificato da chi vi è preposto (es. ITR 5.0 in firma, come me...). Ma al di là di questa mia inutile malizia, rimane il fatto che lavorare sulla tecnica (e poi sulla condizione fisica) sia la via maestra per battere veramente quelli scarsi.

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stefanello ha scritto:
taglia1964 ha scritto:
Mi pare che si stia sconfinando nell'ovvio. E' chiaro che se si migliora la tecnica migliora il tennis e si accresce la quantità di "attrezzi" nel proprio bagaglio. La considerazione è cosa fare oggi se si affronta un giocatore che rompe il ritmo (per incapacità) e manda in confusione un giocatore più bravo tecnicamente ma non ancora in grado di dominare. Ebbene, ribadisco, l'antidoto per non andare fuori palla è abbassare il ritmo e cercare di far giocare bene anche l'avversario meno dotato. Il controllo così resta al più bravo tecnicamente.

Il miglioramento della tecnica lo si persegue in allenamento, in torneo bisogna vincere la partita quando la si gioca.


Il quale continuerà a giocare di mer.da in ogni caso...e tu a sbagliare, solo qualche colpo dopo e tirando più piano...  Very Happy

Scusami per la battuta stupida, Taglia... quel che dici ha una sua LOGICA, e probabilmente suggerirei la stessa cosa se fossi a bordo campo; uso il condizionale perché nei suggerimenti tattici non vi è quasi nulla di oggettivo, e molto dipende dal contesto. 
Ma ripeto: probabilmente hai ragione, ed è ovvio che tu sei uno che ne capisce di tennis. 

Il problema è la fallacia nella premessa - a mio avviso - e mi pare che qualcuno l'abbia evidenziato: a volte definiamo "pippa" troppo banalmente l'avversario e ci autodefiniamo "più tecnici/più bravi" altrettanto troppo superficialmente, con tendenza alla sovrastima nei nostri confronti e alla sottostima dell'avversario. 

A volte dipende da una propensione più o meno marcata al narcisismo. 
Vorrei vedere, per esempio, se tutti qua dentro hanno veramente la classifica fit che dicono di avere (es. "sono un terza bassa") o un itr certificato da chi vi è preposto (es. ITR 5.0 in firma, come me...). Ma al di là di questa mia inutile malizia, rimane il fatto che lavorare sulla tecnica (e poi sulla condizione fisica) sia la via maestra per battere veramente quelli scarsi.


Uè hai qualcosa da ridire sulla mia classifica?  Very Happy Very Happy

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piccolit ha scritto:
stefanello ha scritto:
taglia1964 ha scritto:
Mi pare che si stia sconfinando nell'ovvio. E' chiaro che se si migliora la tecnica migliora il tennis e si accresce la quantità di "attrezzi" nel proprio bagaglio. La considerazione è cosa fare oggi se si affronta un giocatore che rompe il ritmo (per incapacità) e manda in confusione un giocatore più bravo tecnicamente ma non ancora in grado di dominare. Ebbene, ribadisco, l'antidoto per non andare fuori palla è abbassare il ritmo e cercare di far giocare bene anche l'avversario meno dotato. Il controllo così resta al più bravo tecnicamente.

Il miglioramento della tecnica lo si persegue in allenamento, in torneo bisogna vincere la partita quando la si gioca.


Il quale continuerà a giocare di mer.da in ogni caso...e tu a sbagliare, solo qualche colpo dopo e tirando più piano...  Very Happy

Scusami per la battuta stupida, Taglia... quel che dici ha una sua LOGICA, e probabilmente suggerirei la stessa cosa se fossi a bordo campo; uso il condizionale perché nei suggerimenti tattici non vi è quasi nulla di oggettivo, e molto dipende dal contesto. 
Ma ripeto: probabilmente hai ragione, ed è ovvio che tu sei uno che ne capisce di tennis. 

Il problema è la fallacia nella premessa - a mio avviso - e mi pare che qualcuno l'abbia evidenziato: a volte definiamo "pippa" troppo banalmente l'avversario e ci autodefiniamo "più tecnici/più bravi" altrettanto troppo superficialmente, con tendenza alla sovrastima nei nostri confronti e alla sottostima dell'avversario. 

A volte dipende da una propensione più o meno marcata al narcisismo. 
Vorrei vedere, per esempio, se tutti qua dentro hanno veramente la classifica fit che dicono di avere (es. "sono un terza bassa") o un itr certificato da chi vi è preposto (es. ITR 5.0 in firma, come me...). Ma al di là di questa mia inutile malizia, rimane il fatto che lavorare sulla tecnica (e poi sulla condizione fisica) sia la via maestra per battere veramente quelli scarsi.


Uè hai qualcosa da ridire sulla mia classifica?  Very Happy Very Happy


No, sulla mia; sono io che millanto...  Very Happy

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comunque sia, è sempre complicato quando incontri questi incroci tra il ragionier Fantozzi ed il ragionier Filini... bisogna armarsi innanzitutto di pazienza e poi cercare di sbagliare il meno possibile per nervosismo.

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Ok, mi è arrivato un spunto molto interessante:

Anche se ho dedicato gli ultimi mesi a lavorare su colpi più efficaci (che mi permetto di difendermi contro gente più forte di me) devo giocare estremamente più semplice con uno “a caz” in modo da batterlo sulla regolarità.

Sulla carta non fa una piega, vedremo se avrò testa per attuarlo in campo. Come scritto da qualcuno sopra un conto è spallettare 10 minuti, ma due ore ti/mi snervano… cioè gioca malissimo lui e porta a giocare male me. Incredibile! Maledetto gioco e io che ho ripreso la racchetta in mano 😂😂😂
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