Ciao a tutti. Che differenza c'e' fra la classica Dunlop max 200g e l'ultima versione pro viola verde?
rey20 ha scritto:io ho la pro viola, 369 grammi... la prima mezz'ora fai le buche per terra e l'avversario non sa che pesci prendere, poi iniziano i problemi a spalla e braccio, e diventa tua nemica.
In pratica finchè comandi e domini è perfetta, appena incominci a difenderti game over.
rogermaestro555 ha scritto:non ho visto che non hai risposto a me, scusa....allora auguro al collega di poterla usare e godersela ancora tanto
Marvel64 ha scritto:La 200G Max è stata la mia racchetta quando giocavo davvero (ora mi limito a rimandarla di là), quindi la conosco piuttosto bene e provo ad aggiungere i miei 2 cents alla discussione.L'ho posseduta (e tuttora ne ho qualche esemplare) in quasi tutte le versioni possibili, dalla famigerata nera, verde e oro (elegantissima) alla ultima Pro violetta. A voler essere pignoli, le versioni sono state almeno 7:
1 1982: fondo nero, frecce oro e verde - 2 strisce verdi (3 differenti mold, il primo leggermente rastremato in testa e grommetsless con fori rotondi, il secondo con profilo costante e fori rotondi, il terzo con profilo costante e fori rettangolari (il terzo mold resterà in produzione fino al 1992).2 1986: fondo nero, frecce oro e verde – strisce nero e oro - scritta "Graphite Injection". Firma di John McEnroe a lato (esiste una versione differente che celebra la vittoria di Wimbledon e Us Open 1984).33.1 1988: Fondo nero, frecce oro e verde – striscie oro e verde - dicitura "Grafil Injection"3.2 Variante 1988: fondo verde sfumato, frecce rosso e bianco4 1989: Golden Grand Slam – Edizione numerata, 2000 pezzi. Frecce piccole e stilizzate con bordi arrotondati, cuoio Fairway. La più rara e desiderata (vale ancora almeno 300 euro circa se in perfetto statao)5 1990: fondo Nero lucido, frecce oro/turchese6 1991: PRO – fondo porpora con scritte verdiFatte salve le differenze estetiche (e non solo) sopra descritte, le specifiche -molto particolari, a guardarle con gli occhi di oggi- restarono sostanzialmente immutate nel tempo e quello che veramente differenziava le varie versioni -in gioco- erano piuttosto le tre classi di peso 345g(L) / 355g (LM) / 365g (M) utilizzate.Personalmente da ragazzo preferivo (e di gran lunga) la versione LM, ma anche la L era piuttosto diffusa.Aggiungo solo (per i più giovani) che, a fronte di un piatto da soli 85 sq, lo sweetspot era davvero grande, a causa della particolare modalità costruttiva, la famosa IMF (injection moulded frame), che prevedeva la realizzazione in stampi a base di una lega a perdere poi abbandonata per una legge comunitaria che bandiva l'uso del piombo. I macchinari furono inizialmente spostati in estremo oriente per poi successivamente abbandonare la produzione; peraltro ricordo che Dunlop realizzò alcuni telai con IMF con mold simile alla "principessa" -ma piatto assai maggiorato- una ventina di anni dopo la cessazione della produzione europea (mi pare si chiamassero Dunlop Neomax 2000 e 3000, ma qui bisogna chiedere al nostro mentore Eiffel59 per eventuali approfondimenti).La costruzione era infatti del tutto peculiare: le racchette venivano realizzate per iniezione di una miscela di nylon e graphite in polvere, che veniva riscaldata per ottenere il processo di sinterizzazione del materiale che consentiva di estrarre le racchette finite direttamente dallo stampo senza la necessità di realizzare le forature in una fase successiva. Il telaio quindi (in modo analogo ai primi POG) era completamente grommetless, col piatto corde "sospeso", e questo aiutava ad allargare la zona utile di impatto.La peculiarità più nota del telaio era quello di possedere una rigidità dinamica variabile, per cui risultava molto flessibile ai bassi regimi ma tendeva ad irrigidirsi progressivamente se impattata con violenza.Alla classica misura di flessibilità con macchinari moderni restituisce infatti valori di RA particolarmente bassi (flex= 45-46 o giù di lì) che non corrispondono all'esperienza d'uso con la racchetta.E comunque, qualunque modello si scelga di incordare: assolutamente budello o il miglior multifilo (non moderno) disponibile.ASSOLUTAMENTE NO MONOFILO
drichichi ha scritto:Marvel64 ha scritto:La 200G Max è stata la mia racchetta quando giocavo davvero (ora mi limito a rimandarla di là), quindi la conosco piuttosto bene e provo ad aggiungere i miei 2 cents alla discussione.L'ho posseduta (e tuttora ne ho qualche esemplare) in quasi tutte le versioni possibili, dalla famigerata nera, verde e oro (elegantissima) alla ultima Pro violetta. A voler essere pignoli, le versioni sono state almeno 7:
1 1982: fondo nero, frecce oro e verde - 2 strisce verdi (3 differenti mold, il primo leggermente rastremato in testa e grommetsless con fori rotondi, il secondo con profilo costante e fori rotondi, il terzo con profilo costante e fori rettangolari (il terzo mold resterà in produzione fino al 1992).2 1986: fondo nero, frecce oro e verde – strisce nero e oro - scritta "Graphite Injection". Firma di John McEnroe a lato (esiste una versione differente che celebra la vittoria di Wimbledon e Us Open 1984).33.1 1988: Fondo nero, frecce oro e verde – striscie oro e verde - dicitura "Grafil Injection"3.2 Variante 1988: fondo verde sfumato, frecce rosso e bianco4 1989: Golden Grand Slam – Edizione numerata, 2000 pezzi. Frecce piccole e stilizzate con bordi arrotondati, cuoio Fairway. La più rara e desiderata (vale ancora almeno 300 euro circa se in perfetto statao)5 1990: fondo Nero lucido, frecce oro/turchese6 1991: PRO – fondo porpora con scritte verdiFatte salve le differenze estetiche (e non solo) sopra descritte, le specifiche -molto particolari, a guardarle con gli occhi di oggi- restarono sostanzialmente immutate nel tempo e quello che veramente differenziava le varie versioni -in gioco- erano piuttosto le tre classi di peso 345g(L) / 355g (LM) / 365g (M) utilizzate.Personalmente da ragazzo preferivo (e di gran lunga) la versione LM, ma anche la L era piuttosto diffusa.Aggiungo solo (per i più giovani) che, a fronte di un piatto da soli 85 sq, lo sweetspot era davvero grande, a causa della particolare modalità costruttiva, la famosa IMF (injection moulded frame), che prevedeva la realizzazione in stampi a base di una lega a perdere poi abbandonata per una legge comunitaria che bandiva l'uso del piombo. I macchinari furono inizialmente spostati in estremo oriente per poi successivamente abbandonare la produzione; peraltro ricordo che Dunlop realizzò alcuni telai con IMF con mold simile alla "principessa" -ma piatto assai maggiorato- una ventina di anni dopo la cessazione della produzione europea (mi pare si chiamassero Dunlop Neomax 2000 e 3000, ma qui bisogna chiedere al nostro mentore Eiffel59 per eventuali approfondimenti).La costruzione era infatti del tutto peculiare: le racchette venivano realizzate per iniezione di una miscela di nylon e graphite in polvere, che veniva riscaldata per ottenere il processo di sinterizzazione del materiale che consentiva di estrarre le racchette finite direttamente dallo stampo senza la necessità di realizzare le forature in una fase successiva. Il telaio quindi (in modo analogo ai primi POG) era completamente grommetless, col piatto corde "sospeso", e questo aiutava ad allargare la zona utile di impatto.La peculiarità più nota del telaio era quello di possedere una rigidità dinamica variabile, per cui risultava molto flessibile ai bassi regimi ma tendeva ad irrigidirsi progressivamente se impattata con violenza.Alla classica misura di flessibilità con macchinari moderni restituisce infatti valori di RA particolarmente bassi (flex= 45-46 o giù di lì) che non corrispondono all'esperienza d'uso con la racchetta.E comunque, qualunque modello si scelga di incordare: assolutamente budello o il miglior multifilo (non moderno) disponibile.ASSOLUTAMENTE NO MONOFILO
assolutamente d'accordo
Marvel64 ha scritto:Premesso che questa è una domanda che, vista la complessità delle implicazioni, bisognerebbe girare a Eiffel59 (l'unico e inimitabile) mi spingerei a dire che:
a) potrebbe senz'altro avere un senso, se non fosse che i costi di produzione sarebbero -temo- difficilmente sostenibili per gli standard odierni, per tacere della difficoltà di mutuare l'utilizzo del piombo negli stampi con altro materiale (non nocivo) idoneo
b) assodato che la progettazione dei telai ha preso (complice anche la necessità di ridurre i costi di produzione) altre strade negli ultimi 30 anni, penso che la realizzazione di un telaio con caratteristiche "moderne" con tale filiera costruttiva necessiterebbe di una reingegnerizzazione complessiva, certamente non banale.
Ciò premesso, considerato che tuttora in molti forum -specialmente stranieri- sono ancora rintracciabili vecchi nostalgici della "principessa" temo che la strada sia proprio impercorribile dal punto di vista produttivo, perché immagino che Dunlop sappia bene che l'operazione, da punto di vista squisitamente commerciale, avrebbe certamente senso.
Voglio dire che, considerato che la casa madre ha cercato di attingere fino a che ha potuto dal suo telaio mito, utilizzandone il nome 200G fino a solo pochi anni fa, se non ha riconsiderato l'utilizzo -attualizzato- della tecnologia IMF fino ad ora temo che ben difficilmente lo farà in futuro...
p.s. se si fa un giro sul sito della Dunlop (https://dunlopsports.com/it/our-story/), ci si accorge facilmente che la storia recente sia davvero avara di soddisfazioni e che la casa sia tuttora aggrappata ai suoi due telai mito (Maxply e Max 200G). Quindi temo anche che non concederebbe facilmente il brevetto IMF (se ancora valido)...