ciao Eiffel,
io però non so più come dirlo.
Come ripeto per la terza volta, io non ho
*mai* detto che la scelta di attrezzature abbia un'efficacia "CURATIVA".
Esattamente al contrario, ho espressamente smentito questa idea.
Ti inviterei a tenere presente che l'OP, qui, ha parlato di RACCHETTE, non solo di cure. Ovvero, di PREVENZIONE.
I miei consigli sono, in risposta all'OP, consigli di PREVENZIONE: non certo di cura.
Perchè, come molti ben sanno, le infiammazioni dei gomiti le puoi curare quanto ti pare: ma se non stai più che attento con la prevenzione, tornano.
Ciao Regus (e quindi anche Eiffel)
non si tratta solo di esperienze puramente personali... tutt'altro
; ma avete ragione a crederlo, finchè non vi spiegherò nel dettaglio da dove traggono fondamento le mie affermazioni.
Mi dispiace... va da sè che per argomentare in dettaglio dovrò per forza scrivere parecchio. Cercherò di stringere al massimo; poi se vorrete ancora più dettagli, chiedete e vi sarà dato
Allora. Quanto ai punti relativi ad
allenamento,
stretching,
riscaldamento e
fasciatura a pressione localizzata, credo che non ci sia alcun bisogno di spiegare nulla a nessuno, tanto questi argomenti sono vastamente trattati e - auspicabilmente - noti a tutti: in realtà ho scritto delle ovvietà, sapendo che molte persone trascurano tali ovvietà.
Per ora quindi mi limiterò al punto che può lasciare interdetti (come peraltro avevo ben immaginato sarebbe avvenuto
), quello relativo alle racchette.
E' ovvio, e sono d'accordo con voi, che quando si cerca di capire l'origine delle infiammazioni muscolo-tendinee dovute al tennis allo scopo di prevenirle, le variabili da considerare sono assai più numerose che non la semplice attrezzatura.
Solo per fare degli esempi, la dinamica delle attivazioni muscolari nel movimento, la qualità del tessuto muscolare, la scorrevolezza dei tendini, il rapporto di sviluppo tra i diversi fasci muscolari sono tutti elementi di importanza fondamentale.
Questi però sono diversi da persona a persona e assai raramente un amatore è in grado di analizzare e ottimizzare questi aspetti.
Le attrezzature, al contrario, rispondono sempre alle medesime leggi e sono quindi ottimizzabili da tutti nello stesso modo.
Va da sè - ma voglio ripeterlo - che la scelta delle attrezzature non può mai risolvere il problema di un'infiammazione del gomito. Semplicemente, la scelta delle attrezzature contribuisce a prevenire oppure a provocare tale problema, se non è insorto; contribuisce a tenerlo sotto controllo, se è già insorto e stabilizzato.
Ciò premesso, vorrei dividere in punti quello che ho da dire.
1) Esistono - e mi sono dato la briga di leggere - molte ricerche di biomeccanica relative al tennis e al rapporto tra attrezzature da tennis e patologie; ne darò alcune indicazioni in fondo a questo post. A tutt'oggi non risulta evidenziata una relazione diretta tra la FREQUENZA della vibrazione della
racchetta e le infiammazioni del gomito. Appare invece verosimile, anche se non dimostrato, che ad una maggiore AMPIEZZA della vibrazione (cioè il suo contenuto di energia) corrisponda una maggiore probabilità di danno muscolo-tendineo. Su questa considerazione, attualmente condivisa in letteratura, baso le mie considerazioni.
2) Ogni oggetto (quindi anche ogni
racchetta) ha una propria frequenza "naturale" di vibrazione, che dipende dai materiali usati per la
racchetta, dalla sua geometria, dalla sua distribuzione delle masse e dalla sua struttura, ma che è comunque funzione del rapporto fra rigidezza e massa. Nel caso delle racchette da tennis, nel modo di vibrazione fondamentale la frequenza "naturale" delle racchette presenti sul mercato è generalmente compresa tra circa 110 Hz (per le racchette meno rigide e meno leggere) e 190 Hz (per le racchette più rigide e più leggere).
3) Maggiore la rigidezza della
racchetta, maggiore la sua frequenza "naturale", minore la sua ampiezza di vibrazione.
Inoltre, maggiore la massa (peso) della
racchetta, minore la sua frequenza "naturale" di vibrazione. La massa ha invece scarso effetto sull'ampiezza di vibrazione di una
racchetta.
4) Ogni
racchetta, quando viene sottoposta a impatto con la palla, vibra.
Il tempo di impatto di una palla da tennis sulle corde dura tra i 5 millisecondi (per colpi forti, palle nuove, corde dure e tese) e i 6.5 millisecondi (per colpi deboli, palle vecchie, corde morbide o "smollate").
Perciò la vibrazione indotta dalla palla da tennis può avere una frequenza tra i 155 Hz (per gioco, giocatori e attrezzi scadenti) e i 210 Hz (per gioco, giocatori e attrezzi di livello ATP). Poichè qui parliamo di giocatori amatoriali, possiamo assumere un valore medio di 170-180 Hz.
5) Quando una
racchetta vibra, se la frequenza della vibrazione si avvicina alla frequenza "naturale" della
racchetta, la
racchetta entra nella condizione di "risonanza". Quando una
racchetta entra in risonanza, la sua struttura non si oppone più alla vibrazione ma, al contrario, vi si accorda e la amplifica smisuratamente. Vicino alla frequenza di risonanza, l'ampiezza (quindi l'energia) della vibrazione aumenta, anche di molti ordini.
Com'è noto esistono nel tennis diverse misure della rigidezza, le cui formule sono generalmente tenute riservate. Ma in realtà si può ben affermare che la sola, unica e vera misura della rigidezza di una
racchetta (e di qualsiasi altro oggetto) è data dalla sua "frequenza naturale" di vibrazione.
6) Come si è visto, la
racchetta entra in risonanza quando la frequenza della vibrazione dovuta all'impatto con la palla si avvicina alla "frequenza naturale" della
racchetta.
Sappiamo che la frequenza della vibrazione dovuta all'impatto con la palla, mediamente, è tra i 170 e i 180 Hz. Le racchette che entrano in risonanza a queste frequenze, sono generalmente le racchette più rigide (le racchette non rigide, specialmente se pesanti, hanno frequenze naturali ben inferiori).
7) Perciò, sebbene in teoria le racchette meno rigide sarebbero quelle che vibrano con maggiore ampiezza, alla reale frequenza di vibrazione di 170-180 Hz dovuta all'impatto con la palla da tennis, le racchette che vibrano con più ampiezza ed energia sono quelle rigide normalmente presenti sul mercato, a causa della risonanza.
Inoltre, a parità di rigidezza, una
racchetta più leggera ha una frequenza naturale più alta - quindi ancora più vicina alla frequenza della vibrazione provocata dall'impatto della palla. Perciò accade sovente che, tra le racchette rigide, quelle che se colpite dalla palla vibrano con ancor maggiore ampiezza ed energia siano quelle più leggere.
9) Il modo fondamentale di vibrazione della
racchetta ha i nodi (i punti di annullamento dell'oscillazione) posti più o meno al centro del piatto corde (c.d. "vibration sweet spot") e più o meno a 10-15 cm dal fondo del manico. L'ampiezza della vibrazione (quindi la sua energia, e quindi il suo potenziale di danno articolare) aumenta con l'aumentare della distanza tra il vibration sweet spot e il punto di impatto della palla.
Poichè le racchette oversize hanno un vibration sweetspot più ampio, a parità di imprecisione media dei colpi le racchette oversize riducono di fatto l'ampiezza e l'energia della vibrazione del telaio.
Più sintetico di così, dovendo argomentare, non riesco.
Alcune osservazioni a margine
Gli anti-vibrazione applicati alle corde riducono la vibrazione delle corde, ma avendo massa troppo piccola sono completamente inutili per ridurre la vibrazione del telaio della
racchetta. Chi pensa che questi aggeggi facciano del bene al braccio, se lo può scordare.
Se volete le equazioni, le fornirò.
Invece un'incordatura più elastica è molto più efficace nel ridurre la trasmissione della vibrazione al telaio.
Infine, un po' delle mie fonti (oltre agli studi di fisica). Vi indico solo alcuni dei moltissimi studi che ho reperito nel corso degli anni; posso fornire i riferimenti di molti altri, se qualcuno volesse interessarsi più a fondo.
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