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Racchetta - epitrocleite - consigli

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Anthony66
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Buongiorno al forum, mi rivolgo ai maestri e agli utenti più esperti per un consiglio apprezzatissimo. 
Come descritto nella presentazione del mese scorso, torno al tennis dopo una 30ina di anni, e mi ritrovo, come è logico che sia, in un modo tutto nuovo.
Quando ho smesso, utilizzavo da un po' di anni una yonex couguss, giocavo prediligendo il fondo campo poichè la racchetta permetteva potenza e spin molto accentuati.
Alla ricerca di quelle sensazioni, o comunque qualcosa che fosse molto vicino ad esse, ho provato: BABOLAT PURE DRIVE incordata con monofilamento Babolat rpm rough 1,25 tensione 22/21, DUNLOP SX 300 TOUR incordata con monofilamento Dunlop explosive spin 1,25 tensione 22/21, YONEX VCORE 100 incordata con monofilamento Dunlop explosive spin 1,25 tensione 22/21 ed infine HEAD SPEED PRO GRAPHENE ( penultimo modello della head speed) incordata in prima istanza con Head linx 1,25 tensione 24/23 e successivamente con Babolat xcel 1,25 22/21.
Per farla breve con la HEAD SPEED PRO GRAPHENE dopo pochi minuti di gioco ho ritrovato a pieno le sensazioni di gioco che cercavo ed anche i colpi di una volta, cosa che nessuna delle altre racchette mi ha dato, ma c'è un però...dopo soli due allenamenti ho iniziato ad avvertire dolorino al gomito ( ragion per cui mi è stato consigliato di cambiare il monofilamento con un multifilamento ed usare una tensione più bassa) ma nonostante ciò, al 6to allenamento, il dolore è divenuto accentuato...da quello che provo credo si tratti di epitrocleite...ho dolore anche girando la chiave nella toppa della porta blidata...ahimè.
Il consiglio che chiedo è doppio, quale racchetta potrei provare e come incordarla in modo che il tutto si avvicini alla HEAD GRAPHENE PRO, ma che eviti l'insogere di questo dolore?
Al momento come trattare il dolore sia come esercizi che come terapia medica?
Non so se questo è il thread giusto, qualora non lo fosse perdonate l'ot, sono moralmente a terra perchè nel momento in cui  ho pensato di aver imbroccato la racchetta giusta, immagino che la stessa sia stata causa di questo serio impedimento; mi ritrovo punto e a capo e con problemi fisici.
Ringrazio in anticipo con estrema gratitudine chi vorrà dedicarmi un po' del suo tempo con suggerimenti e consigli.
Un saluto cordiale al forum.
Anthony

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Ciao, io ne ho sofferto in forma non troppo acuta e ne sono uscito migliorando il gesto tecnico (più fluido/sciolto) e facendo esercizi specifici.

Per l'epitrocleite puoi seguire questo nel video al link sotto: è stato messo a punto da un arrampicatore professionista che non sapeva come rimediare al dolore, fino a quando non ha scoperto questo esercizio =)
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Non farlo se il dolore è troppo acuto, ma se è lieve e sopportabile, parti piano e aumenta gradualmente.

Di solito racchetta e corde sono fortemente responsabili dell'epicondilite (il classico gomito del tennista), mentre il gomito del golfista (l'epitrocleite, appunto) è spesso causata da un gesto tecnico un po' forzato e si può fare molto con gli esercizi. Non che tu debba trascurare teaio e icordatura, ma su questo ci sono cmq utenti ben più esperti.

in bocca al lupo!

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Racchette che possono avere caratteristiche equiparabili a quella Speed Pro non ce ne sono tantissime. Direi che mi vien in mente la Prince Textreme txt2 100 P.  Bella uscita di palla, controlla bene, ed il comfort non manca. Altra potrebbe essere la Volkl v cell 8 pro, pure questa piatto 100 e schema corde 18x20, come la Prince. Ha un ottimo smorzamento delle vibrazioni come da caratteristica Volkl, però la rigidità non è indifferente..quindi potrebbe in ogni caso farsi sentire, alla lunga.

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Cesare ha scritto:
Racchette che possono avere caratteristiche equiparabili a quella Speed Pro non ce ne sono tantissime. Direi che mi vien in mente la Prince Textreme txt2 100 P.  Bella uscita di palla, controlla bene, ed il comfort non manca. Altra potrebbe essere la Volkl v cell 8 pro, pure questa piatto 100 e schema corde 18x20, come la Prince. Ha un ottimo smorzamento delle vibrazioni come da caratteristica Volkl, però la rigidità non è indifferente..quindi potrebbe in ogni caso farsi sentire, alla lunga.

 Esattamente la Volkl si chiama v feel 8 pro, mentre la Prince è la Tour 100 P txt2 . Con ste sigle alle volte si rischia di esser imprecisi.

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Resto dell'idea che  per l'epitrocleite l'attrezzatura -specie il telaio- conti meno di un gesto tecnico errato, collegato all'iperestensione del braccio, specie nel rovescio ed al servizio.

Certo un attrezzo errato e/o mal settato può peggiorare le cose ma basterebbe applicare le normali attenzioni per non creare inutili rischi.

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johnnyyo ha scritto:
Ciao, io ne ho sofferto in forma non troppo acuta e ne sono uscito migliorando il gesto tecnico (più fluido/sciolto) e facendo esercizi specifici.

Per l'epitrocleite puoi seguire questo nel video al link sotto: è stato messo a punto da un arrampicatore professionista che non sapeva come rimediare al dolore, fino a quando non ha scoperto questo esercizio =)
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Non farlo se il dolore è troppo acuto, ma se è lieve e sopportabile, parti piano e aumenta gradualmente.

Di solito racchetta e corde sono fortemente responsabili dell'epicondilite (il classico gomito del tennista), mentre il gomito del golfista (l'epitrocleite, appunto) è spesso causata da un gesto tecnico un po' forzato e si può fare molto con gli esercizi. Non che tu debba trascurare teaio e icordatura, ma su questo ci sono cmq utenti ben più esperti.

in bocca al lupo!

Posso solo confermare.
Io non ho cambiato racchetta ma solo usato corde leggermente meno stressanti e via di esercizi per l'avambraccio.

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Sono profondamente grato a Jonnyyo, Cesare, Eiffel e Ragus per il tempo dedicatomi.
Sicuramente proverò gli esercizi fisici consigliati.
In merito alla correttezza del gesto tecnico, da umile novizio quale mi ritengo oggi, sottolineo che questi dolori sono comparsi solo da quando uso questa ultima racchetta della Head, mentre con tutte le altre precedenti ( a cui aggiungere anche la  Wilson Clash incordata multifilamento 22/21 che ho dimenticato) non ho avuto un'ombra di fastidio.
Di getto mi viene da pensare che se la causa principale fosse tecnica, probabilmente avrei dovuto sentire qualcosina anche in precedenza; questo senza dubitare di quanto asserisce Eiffel.
In ogni caso starò attento a controllare e perfezionare il gesto e, di certo, tenterò di reperire le racchette suggerite per provarle e sentire se le cose migliorano.
Quali corde mi consigliereste e a quale tensione su quel telaio per stressare di meno il braccio?
A tale scopo ho incordato la Head con multifilamento Babolat Xcel 1,25, consigliato da un amico che le usa, ci terrei ad una vostra indicazione sicuramente proveniente da una esperienza maggiormente consolidata.
Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.
Saluto cordialmente ringraziando ancora.

Anthony

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Andando alla ricerca del comfort i multifilamento sono ovviamente da preferire, quindi potresti provare anche Wilson Nxt e Tecnifibre Nrg2. Poi potresti provare anche un paio di monofilamenti in calibro piccolo visto che la Speed ha piatto 18x20. Uno potrebbe essere il Yonex poly tour pro calibro 1,20, un altro l' Head Lynx 1,20. In quanto a comfort si difendono.

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Limitiamoci al solo fattore "racchetta".
La Speed pro  360 non ha né la rigidità (RA 62 incordata, per quel che conta, ovvero ben poco per come e dove è misurata) né la frequenza di vibrazione  (circa 540 hz con le Lynx a 24/23, tensione assurda, meno di 470 con le XCel) né l'inerzia (circa 325 punti incordata) da causare da sola il problema.
L'unica cosa che viene da pensare è che per compensare la mancanza di spinta e stabilità causata dalla Lynx a 24/23 (non so chi ti consigli, ma ti consiglia male) tu abbia ecceduto in pronazione del gomito esterno, cosa che se eventualmente legata ad un grip troppo piccolo può causare, specie sul rovescio ed al servizio, un infiammazione anche immediata.
La racchetta a questo punto interviene solo come concausa di una serie di scelte sbagliate (corde ad una tensione superiore sia al consigliato che all'ottimale, in primis), a cose  che non conosciamo (se il grip è troppo piccolo, ed esempio) e la quasi certezza di un movimento errato.

Se non si conoscono tutti gli elementi, si posson fare solo supposizioni.
Si sta cercando solo di essere di aiuto...

Comunque con un'epicondilite in corso, scordati anche solo di toccare la racchetta.
Quando tutto sarà passato potrai pensare alla ripresa partendo da una analisi seria dei possibili errori.

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Mi permetto di convivere con te questo problema. Ho un problema di epitrocleite da 2 anni e 8 mesi. I primi tempi sono stati i peggiori. Non potevi neanche toccarmi il viso tanto il dolore al gomito. Chi mi diceva di stare fermo, chi di giocare. Sono stato fermo anche 3 mesi. Ho fatto infiltrazioni di PRP e “altro”, senza risolvere mai il problema, MAI. Fisioterapista tutte le settimane. Ho giocato con varie racchette e provato corde morbide. Il problema non si è mai risolto. Io ormai ci convivo. Gioco sempre con la fascia al gomito. Cerco di non usare corde dure. Il consiglio che posso darti è uno  ed è quello più sicuro: non fermarti. L’unica cosa che può aiutare i tendini è la muscolatura allenata. Se ti fermi i muscoli si indeboliscono e sei punto e a capo. Non fermarti mai. Fai esercizi per irrobustire la muscolatura. Grazie a questo io riesco a giocarci. Il dolore non passerà mai, dovrai conviverci.

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Ho il braccio sensibile, per dire mi dà problemi anche l'ibrido... Ogni volta tiro fuori una pacific (nel mio caso xfeel pro 90 e 95) incordata con multifilo a 22kg e palle nuove e mi passa tutto

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Buongiorno a tutti.
Leggo con grande gratitudine i vostri contributi, di cui faccio tesoro.
I vostri pareri autorevoli sono preziosissimi e assorbiti assolutamente nella massima serenità, ci mancherebbe altro.
Le racchette usate, sono state prese in prova presso un negozio "mida sport" di zona, con le incordature già presenti alle tensioni citate. Alla sola head, dal momento che da un lato mi ha dato le giuste sensazioni e dall'altro già alla seconda sessione sono cominciati i dolorini, ho chiesto su consiglio di un amico il cambio di incordatura secondo wuanto precedentemente descritto.
L'aumentare dei dolori è evidentemente segno che qualcosa non va, nonostante il l'accorgimento preso.
Quello che mi ha molto dorpreso è stata l'escalation della intensità del dolore in due settimane e mezzo, quando nei mesi precedenti, circa 7 da quando ho ripreso regolarmente con 2/3 sessioni settimanali, non ho avuto alcun accenno.
Solo da qui l'associazione al telaio, per un primo ragionamento legato alla logica.
In definitiva ho acquisito la necessità di controllare e migliorare il gesto tecnico ed ammorbidirlo, la necessità di fare esercizi fisici specifici per lenire i dolori insorti, la necessità di utilizzare corde morbide.
Quale settaggio mi consigliereste?
Quali corde e quale tensione sarebbero secondo voi consigliabili su quel telaio?
Ringrazio ancora con grande gratitutine voi che mi state venendo in aiuto e vorrete continuare a farlo.
Saluti cordialissimi,
Anthony


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Buongiorno a tutti.
Leggo con grande attenzione i vostri contributi, di cui faccio tesoro.
I vostri pareri autorevoli sono preziosissimi e assorbiti assolutamente nella massima serenità, ci mancherebbe altro.
Le racchette usate, sono state prese in prova presso un negozio "mida sport" di zona, con le incordature già presenti alle tensioni citate. Per la sola head, dal momento che, da un lato mi ha dato le giuste sensazioni e dall'altro già alla seconda sessione sono cominciati i dolorini, ho chiesto su consiglio di un amico il cambio di incordatura secondo quanto precedentemente descritto.
L'aumentare dei dolori è evidentemente segno che qualcosa non va, nonostante  l'accorgimento preso.
Quello che mi ha molto sorpreso è stata l'escalation della intensità del dolore in due settimane e mezzo, quando nei mesi precedenti, circa 7 da quando ho ripreso regolarmente con 2/3 sessioni settimanali, non ho avuto alcun accenno.
Solo da qui l'associazione al telaio, per un primo ragionamento legato alla logica.
In definitiva ho acquisito la necessità di controllare e migliorare il gesto tecnico ed ammorbidirlo, la necessità di fare esercizi fisici specifici per lenire i dolori insorti, la necessità di utilizzare corde morbide.
Quale settaggio mi consigliereste?
Quali corde e quale tensione sarebbero secondo voi consigliabili su quel telaio?
Ringrazio ancora con grande gratitutine voi che mi state venendo in aiuto e vorrete continuare a farlo.
Saluti cordialissimi,
Anthony

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Sicuramente una racchetta con bilanciamento arretrato (solitamente intorno ai 31,5 cm) . Di corde morbide ce ne sono tantissime.

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Ho 60 anni, sono tendente all'epitrocleite e posso dire che questa si tiene sotto controllo senza particolari difficoltà con i seguenti accorgimenti.
Fare tutti i giorni 15 minuti di allenamento e stretching specifico per i muscoli dell'avambraccio e del gomito. Cominciare ogni sessione *MOLTO* lentamente.
Per allenamento, io uso un manubrio filettato in acciaio da 2 kg, con un disco da 1 kg. Spostando la mano lungo il manubrio si produce una leva più o meno lunga. Sconsiglio di usare un pezzo di manico di scopa, perchè troppo leggero. Provare per credere.
Prima di qualsiasi seduta di allenamento o partita, fare 15 minuti di riscaldamento e stretching specifici per i muscoli dell'avambraccio e del gomito. Cominciare ogni sessione *MOLTO* lentamente.
La racchetta deve avere il piatto corde *più ampio possibile*: idealmente, oversize (107 - 110), bilanciamento head heavy o neutro. Assolutamente evitare le racchette troppo leggere. Cercare la rigidità più bassa possibile. Scegliere l'impugnatura più grande possibile, purchè confortevole.
Corde più elastiche possibile, da scegliere esclusivamente tra budello e multifilamento, sottili (non più di 1.30), con bassa tensione delle corde (non oltre 22 kg). Evitare nel modo più assoluto il poliestere e i monofilamenti in genere.
Consiglio Babolat Pure Drive 107 con corde in budello naturale Wilson Natural.
So perfettamente che più di una persona strabuzzerà gli occhi leggendo quanto sopra: non so lei. Nel dubbio, le consiglio di sgombrare la testa dalle innumerevoli mitologie del tennis che possono essere realmente folli, e ricordare che il controllo di palla deve essere dato dal sistema neuromuscolare del giocatore, NON dalla racchetta! Esattamente così come un guidatore capace, pure con il furgone, va più forte che un guidatore scarso con una Bmw: quest'ultimo rischia solo di farsi male, proprio come il giocatore di tennis amatoriale magari sopra i 40 anni che si mette a giocare con una racchetta leggera, rigida, dalla testa piccola e incordata in poliestere.
E' il pilota quello che va forte: non la macchina. E' il tennista quello che controlla la palla: non la racchetta.
Un giocatore capace, ovvero che abbia un buon sistema neuromuscolare, controlla perfettamente una racchetta 110 con un budello naturale tirato a 22 kg. E di contro, un giocatore che si renda conto di non saper controllare i propri tiri usando la racchetta di cui sopra, farà meglio ad allenarsi e affinare le proprie capacità invece di cercare scorciatoie con racchette più facili.... che gli spaccano il gomito.
Infine, non giocare mai senza una fascia elastica per gomito specifica per epicondilite ed epitrocleite (con doppio supporto pressorio), tenuta ben stretta.
Auguri di cuore.

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N.B. La racchetta Babolat Pure Drive 107 che ho indicato NON è quella che ritengo ideale per chi soffre di epitrocleite, perchè è ancora troppo rigida.
La racchetta ideale potrebbe essere una Wilson Clash 108 v2, sempre con corde in budello naturale Wilson Natural (o Babolat Vs Team, a trovarle).
Come ripeto con questo tipo di racchetta e corde bisogna saper controllare la palla, ma nelle mani di un giocatore capace è un set straordinariamente efficace.

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Con epicondiliti e/o epitrocleiti latenti NON si gioca, punto.

Tutte il resto purtroppo è solo fuffa.

Non esistono soluzioni magiche ma il solo riposo.
Il resto possono essere al più soluzioni -talora opinabili- per evitare di cadere nel rischio di infiammazioni ma non sono in alcun modo cure.

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Eiffel, non sono d'accordo. Io, per esempio, con epitrocleite attiva gioco senza il benchè minimo problema.
Nota che, almeno per quel che mi concerne, non ho mai parlato di "cure" ma di accorgimenti che sono in grado di tenere l'infiammazione sotto controllo per periodi indefiniti.
Ne so più di qualcosa. 

Le cure (ovvero, gli atti clinici destinati alla guarigione della patologia) ci sono, e come tu giustamente sostieni presuppongono il riposo. 
Questo non toglie il fatto che chi ha sofferto di epicondilite o epitrocleite, anche dopo aver curato e risolto l'infiammazione, sia più soggetto degli altri a ricadute.
Pertanto ANCHE chi cura e risolve l'infiammazione con il riposo e le altre terapie del caso, farà bene poi ad attenersi strettamente a quanto da me indicato più sopra, e sintetizzabile con:
1) Allenamento specifico
2) Stretching - fondamentale
3) Riscaldamento - fondamentale
4) Uso di attrezzature adatte: racchetta oversize, non rigida, non leggera, bilanciamento in testa o neutro, grip più grande possibile, incordatura in budello naturale (meglio) o almeno multifilo, bassa tensione delle corde.
Per quanto concerne le infiammazioni tendinee e muscolari, le attrezzature giuste producono una differenza abissale.
Ciao

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epenco ha scritto:
Eiffel, non sono d'accordo. Io, per esempio, con epitrocleite attiva gioco senza il benchè minimo problema.
Nota che, almeno per quel che mi concerne, non ho mai parlato di "cure" ma di accorgimenti che sono in grado di tenere l'infiammazione sotto controllo per periodi indefiniti.
Ne so più di qualcosa. 

Le cure (ovvero, gli atti clinici destinati alla guarigione della patologia) ci sono, e come tu giustamente sostieni presuppongono il riposo. 
Questo non toglie il fatto che chi ha sofferto di epicondilite o epitrocleite, anche dopo aver curato e risolto l'infiammazione, sia più soggetto degli altri a ricadute.
Pertanto ANCHE chi cura e risolve l'infiammazione con il riposo e le altre terapie del caso, farà bene poi ad attenersi strettamente a quanto da me indicato più sopra, e sintetizzabile con:
1) Allenamento specifico
2) Stretching - fondamentale
3) Riscaldamento - fondamentale
4) Uso di attrezzature adatte: racchetta oversize, non rigida, non leggera, bilanciamento in testa o neutro, grip più grande possibile, incordatura in budello naturale (meglio) o almeno multifilo, bassa tensione delle corde.
Per quanto concerne le infiammazioni tendinee e muscolari, le attrezzature giuste producono una differenza abissale.
Ciao

Credo che la corretta descrizione sarebbe che nel tuo caso particolare hai trovato un tuo equilibirio con soluzioni che per te funzionano. Tali soluzioni le hai condivise e credo questo sia utile.
Ovviamente, in generale, vale la regola dell'approccio conservativo piu' ampio dove prevale il buon senso visto i rischi del fai da te. Ognuno poi e' responsabile delle proprie azioni, pero' si evita di incoraggiare la soluzione individuale come valida/applicabile per tutti. Tutto qui.

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Non posso che condividere una visione come quella di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link].

Far passare esperienze personali, fortunatamente positive come consigli essenziali va contro ogni logica del buon senso,
Suggerire telai leggeri (280 grammi senza corde non può certo essere definito "pesante") e con inerzie elevate come quelle della Clash 108 non aiutano a contenere l'iperestensione dei muscoli dell'avambraccio che può causare od esaltare uno stato infiammatorio,

La bassa rigidità di telaio e corde può essere di aiuto per evitare di rischiare un'infiammazione ma non hanno nessuna, e ripeto NESSUNA influenza "curativa".

Rimango della mia idea che la miglior soluzione è non giocare, rispetto l'esperienza personale ma non la condivino nel caso specifico.

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ciao Eiffel, 
io però non so più come dirlo.
Come ripeto per la terza volta, io non ho *mai* detto che la scelta di attrezzature abbia un'efficacia "CURATIVA".
Esattamente al contrario, ho espressamente smentito questa idea.
Ti inviterei a tenere presente che l'OP, qui, ha parlato di RACCHETTE, non solo di cure. Ovvero, di PREVENZIONE.

I miei consigli sono, in risposta all'OP, consigli di PREVENZIONE: non certo di cura.
Perchè, come molti ben sanno, le infiammazioni dei gomiti le puoi curare quanto ti pare: ma se non stai più che attento con la prevenzione, tornano.

Ciao Regus (e quindi anche Eiffel)
non si tratta solo di esperienze puramente personali... tutt'altro Smile ; ma avete ragione a crederlo, finchè non vi spiegherò nel dettaglio da dove traggono fondamento le mie affermazioni.
Mi dispiace... va da sè che per argomentare in dettaglio dovrò per forza scrivere parecchio. Cercherò di stringere al massimo; poi se vorrete ancora più dettagli, chiedete e vi sarà dato  racchetta - Racchetta - epitrocleite - consigli 263a 

Allora. Quanto ai punti relativi ad allenamento, stretching, riscaldamento e fasciatura a pressione localizzata, credo che non ci sia alcun bisogno di spiegare nulla a nessuno, tanto questi argomenti sono vastamente trattati e - auspicabilmente - noti a tutti: in realtà ho scritto delle ovvietà, sapendo che molte persone trascurano tali ovvietà. 

Per ora quindi mi limiterò al punto che può lasciare interdetti (come peraltro avevo ben immaginato sarebbe avvenuto Wink ), quello relativo alle racchette.

E' ovvio, e sono d'accordo con voi, che quando si cerca di capire l'origine delle infiammazioni muscolo-tendinee dovute al tennis allo scopo di prevenirle, le variabili da considerare sono assai più numerose che non la semplice attrezzatura. 
Solo per fare degli esempi, la dinamica delle attivazioni muscolari nel movimento, la qualità del tessuto muscolare, la scorrevolezza dei tendini, il rapporto di sviluppo tra i diversi fasci muscolari sono tutti elementi di importanza fondamentale. 

Questi però sono diversi da persona a persona e assai raramente un amatore è in grado di analizzare e ottimizzare questi aspetti. 
Le attrezzature, al contrario, rispondono sempre alle medesime leggi e sono quindi ottimizzabili da tutti nello stesso modo.

Va da sè - ma voglio ripeterlo - che la scelta delle attrezzature non può mai risolvere il problema di un'infiammazione del gomito. Semplicemente, la scelta delle attrezzature contribuisce a prevenire oppure a provocare tale problema, se non è insorto; contribuisce a tenerlo sotto controllo, se è già insorto e stabilizzato.

Ciò premesso, vorrei dividere in punti quello che ho da dire.

1) Esistono - e mi sono dato la briga di leggere - molte ricerche di biomeccanica relative al tennis e al rapporto tra attrezzature da tennis e patologie; ne darò alcune indicazioni in fondo a questo post. A tutt'oggi non risulta evidenziata una relazione diretta tra la FREQUENZA della vibrazione della racchetta e le infiammazioni del gomito. Appare invece verosimile, anche se non dimostrato, che ad una maggiore AMPIEZZA della vibrazione (cioè il suo contenuto di energia) corrisponda una maggiore probabilità di danno muscolo-tendineo. Su questa considerazione, attualmente condivisa in letteratura, baso le mie considerazioni.

2) Ogni oggetto (quindi anche ogni racchetta) ha una propria frequenza "naturale" di vibrazione, che dipende dai materiali usati per la racchetta, dalla sua geometria, dalla sua distribuzione delle masse e dalla sua struttura, ma che è comunque funzione del rapporto fra rigidezza e massa. Nel caso delle racchette da tennis, nel modo di vibrazione fondamentale la frequenza "naturale" delle racchette presenti sul mercato è generalmente compresa tra circa 110 Hz (per le racchette meno rigide e meno leggere) e 190 Hz (per le racchette più rigide e più leggere).  

3) Maggiore la rigidezza della racchetta, maggiore la sua frequenza "naturale", minore la sua ampiezza di vibrazione. 
Inoltre, maggiore la massa (peso) della racchetta, minore la sua frequenza "naturale" di vibrazione. La massa ha invece scarso effetto sull'ampiezza di vibrazione di una racchetta.

4) Ogni racchetta, quando viene sottoposta a impatto con la palla, vibra. 
Il tempo di impatto di una palla da tennis sulle corde dura tra i 5 millisecondi (per colpi forti, palle nuove, corde dure e tese) e i 6.5 millisecondi (per colpi deboli, palle vecchie, corde morbide o "smollate"). 
Perciò la vibrazione indotta dalla palla da tennis può avere una frequenza tra i 155 Hz (per gioco, giocatori e attrezzi scadenti) e i 210 Hz (per gioco, giocatori e attrezzi di livello ATP). Poichè qui parliamo di giocatori amatoriali, possiamo assumere un valore medio di 170-180 Hz.

5) Quando una racchetta vibra, se la frequenza della vibrazione si avvicina alla frequenza "naturale" della racchetta, la racchetta entra nella condizione di "risonanza". Quando una racchetta entra in risonanza, la sua struttura non si oppone più alla vibrazione ma, al contrario, vi si accorda e la amplifica smisuratamente. Vicino alla frequenza di risonanza, l'ampiezza (quindi l'energia) della vibrazione aumenta, anche di molti ordini. 
Com'è noto esistono nel tennis diverse misure della rigidezza, le cui formule sono generalmente tenute riservate. Ma in realtà si può ben affermare che la sola, unica e vera misura della rigidezza di una racchetta (e di qualsiasi altro oggetto) è data dalla sua "frequenza naturale" di vibrazione.

6) Come si è visto, la racchetta entra in risonanza quando la frequenza della vibrazione dovuta all'impatto con la palla si avvicina alla "frequenza naturale" della racchetta
Sappiamo che la frequenza della vibrazione dovuta all'impatto con la palla, mediamente, è tra i 170 e i 180 Hz. Le racchette che entrano in risonanza a queste frequenze, sono generalmente le racchette più rigide (le racchette non rigide, specialmente se pesanti, hanno frequenze naturali ben inferiori).

7) Perciò, sebbene in teoria le racchette meno rigide sarebbero quelle che vibrano con maggiore ampiezza, alla reale frequenza di vibrazione di 170-180 Hz dovuta all'impatto con la palla da tennis, le racchette che vibrano con più ampiezza ed energia sono quelle rigide normalmente presenti sul mercato, a causa della risonanza.

Cool Inoltre, a parità di rigidezza, una racchetta più leggera ha una frequenza naturale più alta - quindi ancora più vicina alla frequenza della vibrazione provocata dall'impatto della palla. Perciò accade sovente che, tra le racchette rigide, quelle che se colpite dalla palla vibrano con ancor maggiore ampiezza ed energia siano quelle più leggere. 

9) Il modo fondamentale di vibrazione della racchetta ha i nodi (i punti di annullamento dell'oscillazione) posti più o meno al centro del piatto corde (c.d. "vibration sweet spot") e più o meno a 10-15 cm dal fondo del manico. L'ampiezza della vibrazione (quindi la sua energia, e quindi il suo potenziale di danno articolare) aumenta con l'aumentare della distanza tra il vibration sweet spot e il punto di impatto della palla. 
Poichè le racchette oversize hanno un vibration sweetspot più ampio, a parità di imprecisione media dei colpi le racchette oversize riducono di fatto l'ampiezza e l'energia della vibrazione del telaio.

Più sintetico di così, dovendo argomentare, non riesco.

Alcune osservazioni a margine

Gli anti-vibrazione applicati alle corde riducono la vibrazione delle corde, ma avendo massa troppo piccola sono completamente inutili per ridurre la vibrazione del telaio della racchetta. Chi pensa che questi aggeggi facciano del bene al braccio, se lo può scordare.
Se volete le equazioni, le fornirò.
Invece un'incordatura più elastica è molto più efficace nel ridurre la trasmissione della vibrazione al telaio.

Infine, un po' delle mie fonti (oltre agli studi di fisica). Vi indico solo alcuni dei moltissimi studi che ho reperito nel corso degli anni; posso fornire i riferimenti di molti altri, se qualcuno volesse interessarsi più a fondo.

Transfer of tennis racket vibrations onto the human forearm
E M Hennig, D Rosenbaum, T L Milani
Med Sci Sports Exerc . 1992 Oct;24(10):1134-40.

Influence of racket properties on injuries and performance in tennis.
Hennig EM.
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Upper extremity angular kinematics of the one-handed backhand drive in tennis players with and without tennis elbow.
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Factors affecting the vibration of tennis racquets
Cross R
September 2015 Sports Engineering 18(3) doi:10.1007/s12283-015-0173-7

Tennis Racket Vibrations and Shock Transmission to the Wrist during Forehand Drive.
Rogowski I, Creveaux T, Triquigneaux S, Macé P, Gauthier F, Sevrez V.
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Biomechanical evaluation of braces used for the treatment of epicondylitis.
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Active tuning of stroke-induced vibrations by tennis players.
Chadefaux D, Rao G, Androuet P, Berton E, Vigouroux L.
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Effect of tennis racket parameters on a simulated groundstroke.
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Racquet string tension directly affects force experienced at the elbow: implications for the development of lateral epicondylitis in tennis players.
Mohandhas BR, Makaram N, Drew TS, Wang W, Arnold GP, Abboud RJ.
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Mathematical modelling and simulation of a tennis racket.
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Tennis elbow: a biomechanical and therapeutic approach.
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Analysis of the tennis racket vibrations during forehand drives
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Potential effects of racket grip size on lateral epicondilalgy risks.
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descriptionracchetta - Racchetta - epitrocleite - consigli EmptyRe: Racchetta - epitrocleite - consigli

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Ti ringrazio della dotta disquisizione e dell'ampio database informativo ma l'incipit della mia risposta era un altro.
Tu puoi continuare a giocare quanto vuoi  ma continuo a non consigliare a chiunque di giocare in presenza di un'infiammazione.
Disquisizioni sui telai e sulle loro caratteristiche sono al più interessanti, ma non cambiano il problema di fondo, ovvero che la prevenzione è solo tale, i corretti allenamenti e la corretta scelta dell'attrezzatura aiutano a non rischiare un'infiammazione  ma sottoporre un tendine infiammato al sia pur -relativamente- minimo stress di un attrezzatura corretta su un fisico adeguatamente preparato non cambia il fatto che tale stress è comunque presente ed in quanto tale se possibile evitabile.

Rispetto le tue opinioni, non cambio le mie.

descriptionracchetta - Racchetta - epitrocleite - consigli EmptyRe: Racchetta - epitrocleite - consigli

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epenco ha scritto:
ciao Eiffel, 
io però non so più come dirlo.
Come ripeto per la terza volta, io non ho *mai* detto che la scelta di attrezzature abbia un'efficacia "CURATIVA".
Esattamente al contrario, ho espressamente smentito questa idea.
Ti inviterei a tenere presente che l'OP, qui, ha parlato di RACCHETTE, non solo di cure. Ovvero, di PREVENZIONE.

I miei consigli sono, in risposta all'OP, consigli di PREVENZIONE: non certo di cura.
Perchè, come molti ben sanno, le infiammazioni dei gomiti le puoi curare quanto ti pare: ma se non stai più che attento con la prevenzione, tornano.

Ciao Regus (e quindi anche Eiffel)
non si tratta solo di esperienze puramente personali... tutt'altro Smile ; ma avete ragione a crederlo, finchè non vi spiegherò nel dettaglio da dove traggono fondamento le mie affermazioni.
Mi dispiace... va da sè che per argomentare in dettaglio dovrò per forza scrivere parecchio. Cercherò di stringere al massimo; poi se vorrete ancora più dettagli, chiedete e vi sarà dato  racchetta - Racchetta - epitrocleite - consigli 263a 

Allora. Quanto ai punti relativi ad allenamento, stretching, riscaldamento e fasciatura a pressione localizzata, credo che non ci sia alcun bisogno di spiegare nulla a nessuno, tanto questi argomenti sono vastamente trattati e - auspicabilmente - noti a tutti: in realtà ho scritto delle ovvietà, sapendo che molte persone trascurano tali ovvietà. 

Per ora quindi mi limiterò al punto che può lasciare interdetti (come peraltro avevo ben immaginato sarebbe avvenuto Wink ), quello relativo alle racchette.

E' ovvio, e sono d'accordo con voi, che quando si cerca di capire l'origine delle infiammazioni muscolo-tendinee dovute al tennis allo scopo di prevenirle, le variabili da considerare sono assai più numerose che non la semplice attrezzatura. 
Solo per fare degli esempi, la dinamica delle attivazioni muscolari nel movimento, la qualità del tessuto muscolare, la scorrevolezza dei tendini, il rapporto di sviluppo tra i diversi fasci muscolari sono tutti elementi di importanza fondamentale. 

Questi però sono diversi da persona a persona e assai raramente un amatore è in grado di analizzare e ottimizzare questi aspetti. 
Le attrezzature, al contrario, rispondono sempre alle medesime leggi e sono quindi ottimizzabili da tutti nello stesso modo.

Va da sè - ma voglio ripeterlo - che la scelta delle attrezzature non può mai risolvere il problema di un'infiammazione del gomito. Semplicemente, la scelta delle attrezzature contribuisce a prevenire oppure a provocare tale problema, se non è insorto; contribuisce a tenerlo sotto controllo, se è già insorto e stabilizzato.

Ciò premesso, vorrei dividere in punti quello che ho da dire.

1) Esistono - e mi sono dato la briga di leggere - molte ricerche di biomeccanica relative al tennis e al rapporto tra attrezzature da tennis e patologie; ne darò alcune indicazioni in fondo a questo post. A tutt'oggi non risulta evidenziata una relazione diretta tra la FREQUENZA della vibrazione della racchetta e le infiammazioni del gomito. Appare invece verosimile, anche se non dimostrato, che ad una maggiore AMPIEZZA della vibrazione (cioè il suo contenuto di energia) corrisponda una maggiore probabilità di danno muscolo-tendineo. Su questa considerazione, attualmente condivisa in letteratura, baso le mie considerazioni.

2) Ogni oggetto (quindi anche ogni racchetta) ha una propria frequenza "naturale" di vibrazione, che dipende dai materiali usati per la racchetta, dalla sua geometria, dalla sua distribuzione delle masse e dalla sua struttura, ma che è comunque funzione del rapporto fra rigidezza e massa. Nel caso delle racchette da tennis, nel modo di vibrazione fondamentale la frequenza "naturale" delle racchette presenti sul mercato è generalmente compresa tra circa 110 Hz (per le racchette meno rigide e meno leggere) e 190 Hz (per le racchette più rigide e più leggere).  

3) Maggiore la rigidezza della racchetta, maggiore la sua frequenza "naturale", minore la sua ampiezza di vibrazione. 
Inoltre, maggiore la massa (peso) della racchetta, minore la sua frequenza "naturale" di vibrazione. La massa ha invece scarso effetto sull'ampiezza di vibrazione di una racchetta.

4) Ogni racchetta, quando viene sottoposta a impatto con la palla, vibra. 
Il tempo di impatto di una palla da tennis sulle corde dura tra i 5 millisecondi (per colpi forti, palle nuove, corde dure e tese) e i 6.5 millisecondi (per colpi deboli, palle vecchie, corde morbide o "smollate"). 
Perciò la vibrazione indotta dalla palla da tennis può avere una frequenza tra i 155 Hz (per gioco, giocatori e attrezzi scadenti) e i 210 Hz (per gioco, giocatori e attrezzi di livello ATP). Poichè qui parliamo di giocatori amatoriali, possiamo assumere un valore medio di 170-180 Hz.

5) Quando una racchetta vibra, se la frequenza della vibrazione si avvicina alla frequenza "naturale" della racchetta, la racchetta entra nella condizione di "risonanza". Quando una racchetta entra in risonanza, la sua struttura non si oppone più alla vibrazione ma, al contrario, vi si accorda e la amplifica smisuratamente. Vicino alla frequenza di risonanza, l'ampiezza (quindi l'energia) della vibrazione aumenta, anche di molti ordini. 
Com'è noto esistono nel tennis diverse misure della rigidezza, le cui formule sono generalmente tenute riservate. Ma in realtà si può ben affermare che la sola, unica e vera misura della rigidezza di una racchetta (e di qualsiasi altro oggetto) è data dalla sua "frequenza naturale" di vibrazione.

6) Come si è visto, la racchetta entra in risonanza quando la frequenza della vibrazione dovuta all'impatto con la palla si avvicina alla "frequenza naturale" della racchetta
Sappiamo che la frequenza della vibrazione dovuta all'impatto con la palla, mediamente, è tra i 170 e i 180 Hz. Le racchette che entrano in risonanza a queste frequenze, sono generalmente le racchette più rigide (le racchette non rigide, specialmente se pesanti, hanno frequenze naturali ben inferiori).

7) Perciò, sebbene in teoria le racchette meno rigide sarebbero quelle che vibrano con maggiore ampiezza, alla reale frequenza di vibrazione di 170-180 Hz dovuta all'impatto con la palla da tennis, le racchette che vibrano con più ampiezza ed energia sono quelle rigide normalmente presenti sul mercato, a causa della risonanza.

Cool Inoltre, a parità di rigidezza, una racchetta più leggera ha una frequenza naturale più alta - quindi ancora più vicina alla frequenza della vibrazione provocata dall'impatto della palla. Perciò accade sovente che, tra le racchette rigide, quelle che se colpite dalla palla vibrano con ancor maggiore ampiezza ed energia siano quelle più leggere. 

9) Il modo fondamentale di vibrazione della racchetta ha i nodi (i punti di annullamento dell'oscillazione) posti più o meno al centro del piatto corde (c.d. "vibration sweet spot") e più o meno a 10-15 cm dal fondo del manico. L'ampiezza della vibrazione (quindi la sua energia, e quindi il suo potenziale di danno articolare) aumenta con l'aumentare della distanza tra il vibration sweet spot e il punto di impatto della palla. 
Poichè le racchette oversize hanno un vibration sweetspot più ampio, a parità di imprecisione media dei colpi le racchette oversize riducono di fatto l'ampiezza e l'energia della vibrazione del telaio.

Più sintetico di così, dovendo argomentare, non riesco.

Alcune osservazioni a margine

Gli anti-vibrazione applicati alle corde riducono la vibrazione delle corde, ma avendo massa troppo piccola sono completamente inutili per ridurre la vibrazione del telaio della racchetta. Chi pensa che questi aggeggi facciano del bene al braccio, se lo può scordare.
Se volete le equazioni, le fornirò.
Invece un'incordatura più elastica è molto più efficace nel ridurre la trasmissione della vibrazione al telaio.

Infine, un po' delle mie fonti (oltre agli studi di fisica). Vi indico solo alcuni dei moltissimi studi che ho reperito nel corso degli anni; posso fornire i riferimenti di molti altri, se qualcuno volesse interessarsi più a fondo.

Transfer of tennis racket vibrations onto the human forearm
E M Hennig, D Rosenbaum, T L Milani
Med Sci Sports Exerc . 1992 Oct;24(10):1134-40.

Influence of racket properties on injuries and performance in tennis.
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Mohandhas BR, Makaram N, Drew TS, Wang W, Arnold GP, Abboud RJ.
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Ciao e grazie per la completa spiegazione. Non mi sembra pero' di scorgere nulla di diverso da quanto detto anche in altre thread sulla faccenda, anche se il supporto dei dati fisici e' sempre molto apprezato.

Da come leggo, mi pare confermato che a meno di utlizzare racchette leggere e dinamicamente rigide (la frequenza naturale e' misurata su siti specializzati) l'accorgimento di utlizzare corde diverse (soft poly, multifilo) potrebbe essere sufficiente a tenere la vibrazione da impatto lontana dalla frequenza naturale del telaio. Questo accorgimento e' assolutamente valido come prevenzione e post infortunio, accettando ovviamente un de-rate sulle performance della racchetta. Utile, ma non necessariamente risolutivo, perche' come correttamente scrivi la fisica dei materiali e' nota ma le differenze fisiologiche tra persone sono altra cosa.

Straconcordo sul lavoro off court, allenamento, stretching, fasciature etc., anch'io feci studi analoghi e sono venuto fuori da epitrocleite prima ed epicondilite adesso solo con quello, nel mio caso pero' sempre un periodio di riposo dal tennis durante il lavoro iniziale sull'avambraccio (6-8 settimane non giocando). Trovarai molto in merito nel forum.

Che gli antivibro non servano, anche questo lo troverai scritto molte volte, per le ragioni da te indicate.

Io personalmente resto dell'idea che bisogna ascoltare il proprio corpo. Se il dolore e' troppo devi smettere, allenarti, prepararti e poi tornare a giocare, con gli accorgimenti detti, progressivamente. Io sono passato al multi per un periodo e poi a poly non troppo rigidi dinamicamente soprattutto, per non trasferire vibrazioni da impatto. Poi si procede per tentativi, guidati dai dati, per trovare il miglior compromesso per ognuno. Per questo si condividono le esperienze, del resto la medicina non si basa su equazioni (purtroppo).

Non concordo invece sul non cercare la via della guarigione: l'equilibrio che tu hai trovato non puo' necessarimente essere applicato con successo da altri di cui non hai la storia clinica. Questo il solo appunto che mi permetto di fare.

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Buongiorno a tutti e 1000 grazie per i contributi che mi avete cortesemente fornito.
Ho letto tutto con l'avidità del sapere di un giovane studente universitario, cercare di capire è fondamentale.
Per quanto mi riguarda, non posso essere così forbito nell'argomentare ciò che mi accade, tuttavia da praticone vi dico che, dopo aver provato alcuni dei telai consigliati qui, con varie tipologie e marche di corde morbide  ( multifilamento e naturali) a tensioni basse, tipicamente 22/21, provando setup differenti....il dolore non leniva, per cui stop di 4 settimane durante le quali ho fatto esecizi mirati cnsigliati da un terapista tra cui anche quelli col manubrio "fai date".
Quando a riposo mi è totalmente scomparso, ho ripreso 1 volta a settimana con una prokennex q5 pro 315gr incordata con tecnofibra xone 1.24 a 22/21 e pare che le cose vadano benino...ma non bene...dopo l'allenamento sento un leggero fastidio che, però, scompare dopo un paio di giorni. Per il momento le mie speed pro giacciono nel borsone in attesa di tempi migliori.
Un terapista mi ha consigliato l'assunzione dell'integratore Flex Arte che assumo 1 volta al giorno, 20gg al mese per 3 mesi.
Tuttavia, se questo dolorino continua a persistere, mi concederò altro riposo prolungato allenandomi diversamente...nel mio caso la pratica dimostra che la soluzione di Eiffel è quella giusta: fermarsi.
Quanto sopra solo allo scopo di trasmettere la mia esperienza diretta.
Un saluto cordialissimo al forum e a tutti voi che mi avete dato supporto.
Anthony

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premesso che la pratica del riposo non può che essere vincente se poi ricominci a giocare senza aver cambiato il modo di giocare non risolvi un bel niente.
la causa ai mali (fatta eccezione per il sovraccarico, cioè l'ipotesi in cui giochi 7 volte su 7) è il movimento errato.
gli anti shock, racchette, corde, e bla bla bla aiutano per il 10%. se poi per il 90% non fai il movimento di rovescio o dritto corretto (senza distendere i muscoli e i tendini) il dolore e l'infiammazione prima o poi arriverà. stessa cosa per la spalla (specie nel servizio).
allora occorre investire 200 euro in lezioni di tennis da un maestro veramente bravo (ne esistono?). e poichè quasi nessuno lo fa, prendi un bel 3 piedi e ti filmi tutta la lezione di tennis. e poi vedi come ti muovi, come esegui il movimento, come metti i piedi, e come distendi il braccio. come usi il braccio non dominante, come metti e ruoti le spalle. e prova mentalmente a correggere il tutto.
attenzione. la racchetta non deve essere stretta nel manico se non solo quando si colpisce. mezzo mignolo deve restare fuori dall'impugnatura. poi sempre relax. attenzione alla respirazione. quando si colpisce bisogna (con un vocale, urlo etc etc) gettare fuori l'aria e rilassare il corpo.
ma il tutto deve essere un orologio, in sincronia. gambe, spalle, braccio, mano, tensione, respiro...

queste cose che ti ho detto non le dice nessuno. fidati.
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