La via della forza (mentale) le virtù da allenare! LA FIDUCIA
 
Tra le più importanti attitudini da allenare, oltre alla pazienza, che abbiamo affrontato con il precedente articolo, c’è la fiducia. L’immagine del giocatore vincente corrisponde a quella di un atleta nel quale la preparazione tecnica e atletica, il desiderio di successo e le proprie qualità sono accompagnate da un buon livello di fiducia in sé e nelle proprie capacità.
Alla base della fiducia in sé c’è la possibilità di apprendere da ogni match indipendentemente dal risultato. Ogni esperienza può essere uno stimolo a migliorarci. In questa fiducia nell’infinita possibilità di apprendimento possiamo collocare il senso della disciplina. La parola disciplina non ha una grande fama: spesso l’associamo alla noia e al rigore, alla severità e alla rigidità. L’etimo di questa parola però ci illumina sul suo significato: è l’atto con cui impariamo e cambiamo. È l’elemento necessario per affrontare, elaborare e assimilare informazioni importanti, anche da situazioni negative, quale un insuccesso in termini di prestazione o di risultato. Se siamo giocatori con problemi di calo di rendimento o di insuccessi ripetuti potremmo convincerci che tutto ciò sia dovuto ad un eccessivo affaticamento, a sfortuna, o ad incapacità personali, oppure non spiegarcelo affatto e rimanere inconsapevoli di tutto il processo. Ricordiamoci sempre che il nostro valore è indipendente dalle nostre prestazioni sportive. A livello di autostima, sarà meglio analizzare ciò che è successo per migliorare la prossima volta, evitando di denigrarci perché magari non abbiamo giocato bene quel giorno.
Infatti, un’attenta auto-osservazione potrebbe far emergere elementi importanti sul "come" tutto ciò accade. Potremmo ad esempio, cogliere la rabbia e la frustrazione e accorgerci del significato personale che attribuiamo a queste emozioni.
Se arrabbiarsi significa deconcentrarsi, perdere il controllo e di conseguenza avere una percezione di fragilità personale e l’immagine di un avversario forte, prepotente o di un pubblico ingiusto, avremmo a nostra disposizione una chiara lettura attraverso cui rapportarci sul problema presentato e potremmo, quindi, cogliere preziose informazioni su noi stessi, assumerci la responsabilità e attivare un cambiamento costruttivo per migliorare la nostra prestazione. Impariamo quindi a trovare il successo in ogni esperienza, anche nelle sconfitte. Se la sconfitta per noi equivale al fallimento, non vinceremo mai la battaglia della fiducia. Un buon approccio potrebbe essere quello di pensare: 'che io vinca o perda, ho fatto comunque un altro passo avanti'. Si può imparare molto di più da una sconfitta che da una vittoria. Quando impostiamo i nostri obiettivi in ​​modo appropriato, la fiducia può continuare a crescere indipendentemente dal risultato delle nostre partite.
Quando abbiamo fiducia in noi stessi, e abbiamo la convinzione di poter affrontare qualsiasi situazione si presenti, e superarla in modo costruttivo, intensifichiamo i nostri sforzi, mirando al raggiungimento dell’obiettivo. Tendiamo inoltre ad attribuire più facilmente i nostri successi alle nostre capacità personali, in una sorta di meccanismo a catena che rende sempre più positiva l’immagine di noi stessi e il riconoscimento del senso di competenza personale.
Un’accezione della fiducia collegata alla competenza è il concetto di autoefficacia, ossia la fiducia nelle proprie capacità.
La fiducia non può essere tale se non si accompagna all’autonomia e alla padronanza dei propri mezzi. E’ importante imparare a camminare con le proprie gambe, accogliendo e sostenendo i momenti di inevitabile incertezza. Fiducia in sé e nella valutazione delle proprie capacità, autostima e flessibilità sono elementi fondamentali per favorire la vittoria, il raggiungimento di obiettivi elevati ma anche per tollerare difficoltà, superare ostacoli e integrare il "peso" del successo (nel caso di atleti professionisti).
La fiducia che l’atleta ripone nelle proprie capacità personali influenza fortemente la sua prestazione. Atleti non particolarmente talentuosi, ma che credono in se stessi e si dimostrano risoluti nel conseguire i propri obiettivi, sono spesso in grado di ottenere, soprattutto in partita, risultati migliori di soggetti più dotati sotto il profilo tecnico-fisico, ma che presentano scarsa fiducia e minore determinazione. Sensazioni di adeguatezza, sicurezza e ottimismo agiscono positivamente sulla prestazione, mentre percezioni di inadeguatezza, incertezza e pessimismo agiscono negativamente.
In genere, le persone temono ed evitano situazioni ritenute al di fuori delle capacità personali, mentre sono disposte ad affrontare compiti giudicati alla propria portata.
Le aspettative di efficacia condizionano non solo la scelta se affrontare o meno una particolare situazione ma, una volta iniziata l’attività, anche la quantità di sforzo profuso, l’impegno e la persistenza pur di fronte a difficoltà, esperienze sfavorevoli o sconfitte. Per conseguire il successo, ovviamente, non bastano le aspettative da sole: devono comunque essere presenti capacità, abilità, interesse e motivazione.
La self-efficacy influenza anche la rappresentazione mentale anticipatoria dell’evento sportivo.
Scene di successo sono visualizzate con più frequenza da soggetti con elevato senso di efficacia: l’atleta analizza mentalmente il problema, esplora le alternative e applica le soluzioni. Scenari di fallimento sono più probabili in chi si valuta incapace; l’atleta è già perdente in partenza, poiché tende a rimuginare su errori e sconfitte.
Ciò che in alcuni studi è stato invece riscontrato è che rappresentarsi il successo può migliorare la prestazione.
Vediamo insieme qualche consiglio per incrementare il senso di auto-efficacia:
• Individuate obiettivi adeguati, sfidanti ma realistici. Obiettivi troppo semplici non contribuiscono a incrementare la fiducia poiché il successo potrebbe essere attribuito alla facilità del compito.
Obiettivi eccessivamente difficili, viceversa, determinano insuccesso e sfiducia. È fondamentale essere consapevoli della nostra preparazione e del nostro livello di gioco.
• È conveniente fissare obiettivi in relazione alle azioni piuttosto che ai risultati. I primi possono essere controllati con questi ultimi, no. Gli obiettivi tipici dei risultati sono la vittoria di un torneo, di una partita o contro degli specifici avversari. Gli obiettivi prestazionali più comuni sono impegnarsi al massimo, avere un determinato atteggiamento, giocare d’attacco, essere regolari, e via dicendo.
• Sperimentate esperienze di successo attraverso esercitazioni gradualmente più complesse.
• Visualizzate mentalmente la prestazione corretta con più dettagli possibile.
• Quando entrate nel “loop” degli errori, perdete la concentrazione, utilizzate un dialogo interno positivo, costruttivo e incoraggiante delle vostre capacità. Creare un atteggiamento fiducioso è venirsi incontro punto dopo punto ed essere complici di se stessi.
Buon tennis a tutti…e che la fiducia sia con Voi!
 
Pat Remondegui