Chiedo scusa per il titolo ridondante, il topic affronta in realtà un tema molto semplice, ossia la ricerca del compagno di allenamento all'interno di un circolo.
Lo apro per avere più pareri possibili e ricevere spunti per una migliore gestione del problema in un periodo storico particolare di boom del nostro sport, se vogliamo.
Parto da una piccola esperienza personale: tra un'ondata pandemica e l'altra, mi trasferisco in una città nuova e in un circolo completamente sconosciuto, scelto a caso. Mi presento, rimango stupito positivamente perché capiscono immediatamente il livello di gioco e mi abbinano loro ciclicamente sempre agli stessi 7-8 giocatori al mio livello. Solo con un paio, quelli più o meno miei coetanei, mi scambio il numero di telefono o contatto social per amicizia, motivi extratennistici o per tenerci in contatto e rigiocare di nuovo, mentre con gli altri è del tutto superfluo in quanto l'organizzazione è così precisa che ci divertiamo a farci abbinare in modo random facendoci convocare dal circolo in orari prestabiliti, e andiamo avanti così per qualche mese.
Smetto di giocare a causa del COVID, torno mesi dopo e il circolo ha un nuovo staff, nuova gestione. Mi ri-presento e chiedo di poter giocare esattamente come avevo fatto un anno prima. Per la prima volta, mi abbinano a un principiante. Non mi lamento e ingoio il boccone amaro, capita. Contatto i ragazzi di cui avevo i numeri, ci mettiamo d'accordo e gioco due-tre volte con due di loro, ne parliamo e siamo d'accordo sul fatto che il servizio di ricerca del compagno sia mal gestito .
Ovviamente anche altri si lamentano e così dopo un po' salta fuori un gruppo social gestito dal circolo, dove però c'è il miscuglio di persone a vari livelli che vogliono tutte giocare, e finisce che quelli un po' più bravini non lo utilizzano mai e, per non rischiare di vedersi abbinati a gente che non tira la palla di là, preferiscono arrangiarsi da sé, e quelli più scarsi vengono ignorati da tutti non appena chiedono se qualcuno ha voglia di giocare, il che ai miei occhi è abbastanza imbarazzante e triste.
Ora, dato che si tratta(va) di un circolo molto vivo, e che invece ultimamente sembra un po' spento, forse anche a causa di questo malgoverno, vorrei capire se si può fare qualcosa per risolvere il problema o dare dei suggerimenti al gestore stesso per migliorare.
Intanto va detto che non è un lavoro semplice quello di mettersi lì a cercare il compagno per qualcuno, e credo che in molti circoli che non brillano per doti organizzative la cosa sia lasciata in gran parte alla responsabilità dei soci e dei frequentatori. Nemmeno le app, che riescono a risolvere un sacco di problemi, hanno mai aiutato veramente. Esistono, ma non funzionano.
Perché non funzionano le app?
Forse c'è un problema di percezione errata di sé e degli altri, da parte di molti che praticano il nostro sport, ed è qui che entrano in gioco le parole sfruttamento, omertà e ipocrisia. Non c'è un minimo di vautazione all'ingresso, non c'è una squadra entro cui ti devi far accettare, quindi chiunque abbia un minimo di spirito agonistico e una racchetta un mano da un anno o due, si sente investito di un ruolo e di capacità che, in verità, non possiede.
Insomma, senza tanti giri di parole, ci sono tanti tennisti che si dilettano nel gioco libero che forse farebbero meglio ad andare dal maestro ancora qualche anno a imparare a giocare a tennis. E mi sembra che sulle app si trovino soprattutto questi.
Ci sono, dall'altra parte, giocatori più bravi, che magari hanno fatto il corso a tempo debito da piccoli e da adolescenti, e con un carattere un po' più accomodante di altri, che talvolta vengono sfruttati un po', e messi a giocare con gente con cui nessuno vuol giocare per il semplice fatto che nessuno ha voglia di pagare l'affitto del campo per improvvisarsi maestro con uno che ha a difficoltà nei fondamentali.
Prima di allenarmi in questo circolo dove sono adesso, avevo iniziato ad andare in un'altra struttura dove il gestore si rivolgeva tranquillamente a me dicendomi "Mi servi oggi alle 19 e domani alle 18" per farmi giocare con soci che avevano pagato una quota annuale e avevano la prenotazione automatica di un campo per un'ora a settimana (n.b. in questo caso io giocavo gratis, almeno) e me ne sono andato proprio perché non tolleravo questo modo di fare, questo lessico (mi "servi") e soprattutto perché volevo pagare il campo e giocare a tennis, non giocare gratis e palleggiare con quei soci con cui nessuno voleva giocare perché non erano all'altezza, tornandomene a casa senza nemmeno bisogno della doccia perché non avevo sudato. Mi sono sentito un po' sfruttato, e preso in giro a maggior ragione, dopo aver detto al gestore "non verrò più a giocare", quando mi sono sentito rispondere che immaginava il motivo e che avrebbe provveduto per abbinarmi con giocatori al mio livello da quel momento in poi. Ovviamente non ho accettato e ho preferito andare altrove. (La cosa è durata un paio di settimane, sarò andato 3 volte e giocare lì...)
Questo mi ha dimostrato è che è necessario non essere troppo accomodanti, palesare le necessità e imporsi con l'organizzazione, perché, per quanto bravi possano essere i gestori di un circolo, è veramente un lavoro difficile sistemare un viavai del genere, coi mille impegni e fisime di tutti... ma il singolo giocatore spesso risolve la questione in modo nascosto e si comporta pubblicamente in modo omertoso: nessuno, nel gruppo Whatsapp, ha il coraggio di dire al principiante che cerca un compagno che non lo troverà mai perché, nonostante sia 4.5, per poter giocare a tennis in modo libero e autonomo dovrebbe fare qualche anno di corso col maestro ancora. Ignorano il messaggio, quello non trova nessuno, e lì finisce.
Dovrebbe essere il circolo a indirizzare certi giocatori verso le lezioni coi maestri? Per me sì, ma quali sarebbero le conseguenze? Si tratta, per la maggior parte, di adulti, spesso sopra i 40 anni, con lavoro stabile e disponibilità economica, quindi di certo non impossibilitati nel pagare 60 euro a settimana per un paio di lezioni di tennis. Ma ne sarebbbero soddisfatti? Non si sa.
Come soluzione al problema dell'abbinamento, io avevo pensato alla creazione di più gruppi informali, creati però dai giocatori stessi e non dal gestore, che interviene solo per l'atto di prenotare il campo.
Tuttavia la cosa potrebbe essere fonte di problemi, qualora si venisse a sapere in giro che ci sono più gruppi, e sempre per il discorso dell'ipocrisia e dell'omertà, non penso che sarebbe accettata di buon grado una cosa simile.
Naturalmente il gruppo creato dal gestore con dentro TUTTI i giocatori è chiaramente un modo per sollevare il gestore dal problema di cercare i giocatori, perché non appena qualcuno gli scrive che vorrebbe giocare, a lui basta buttare là la richiesta nel gruppo, che però a seconda dei casi viene completamente ignorata da tutti. E quindi non risolve niente, ma crea solo un circolo dove gioca solo chi riesce a organizzarsi da sé in privato, e i campi restano vuoti per molte più ore rispetto a prima quando c'era un'organizzazione più presente e più serrata.
N.B. (all'intero topic) Ovviamente sto parlando di disparità di gioco molto forti, non certo di livelli diversi ma paragonabili, caso in cui sono io il primo a dire che sia un'ottima cosa abbinare giocatori di livello diverso, altrimenti nessuno migliora mai.
Mi riferisco ad abbinamenti abissali, tra giocatori "autonomi" e giocatori "non autonomi".
Chiedo scusa per esser stato prolisso, e mi piacerebbe ricevere risposte da chiunque abbia a che fare con problemi simili all'interno del proprio circolo per, come dicevo all'inizio, ricevere qualche spunto.
Grazie.
Lo apro per avere più pareri possibili e ricevere spunti per una migliore gestione del problema in un periodo storico particolare di boom del nostro sport, se vogliamo.
Parto da una piccola esperienza personale: tra un'ondata pandemica e l'altra, mi trasferisco in una città nuova e in un circolo completamente sconosciuto, scelto a caso. Mi presento, rimango stupito positivamente perché capiscono immediatamente il livello di gioco e mi abbinano loro ciclicamente sempre agli stessi 7-8 giocatori al mio livello. Solo con un paio, quelli più o meno miei coetanei, mi scambio il numero di telefono o contatto social per amicizia, motivi extratennistici o per tenerci in contatto e rigiocare di nuovo, mentre con gli altri è del tutto superfluo in quanto l'organizzazione è così precisa che ci divertiamo a farci abbinare in modo random facendoci convocare dal circolo in orari prestabiliti, e andiamo avanti così per qualche mese.
Smetto di giocare a causa del COVID, torno mesi dopo e il circolo ha un nuovo staff, nuova gestione. Mi ri-presento e chiedo di poter giocare esattamente come avevo fatto un anno prima. Per la prima volta, mi abbinano a un principiante. Non mi lamento e ingoio il boccone amaro, capita. Contatto i ragazzi di cui avevo i numeri, ci mettiamo d'accordo e gioco due-tre volte con due di loro, ne parliamo e siamo d'accordo sul fatto che il servizio di ricerca del compagno sia mal gestito .
Ovviamente anche altri si lamentano e così dopo un po' salta fuori un gruppo social gestito dal circolo, dove però c'è il miscuglio di persone a vari livelli che vogliono tutte giocare, e finisce che quelli un po' più bravini non lo utilizzano mai e, per non rischiare di vedersi abbinati a gente che non tira la palla di là, preferiscono arrangiarsi da sé, e quelli più scarsi vengono ignorati da tutti non appena chiedono se qualcuno ha voglia di giocare, il che ai miei occhi è abbastanza imbarazzante e triste.
Ora, dato che si tratta(va) di un circolo molto vivo, e che invece ultimamente sembra un po' spento, forse anche a causa di questo malgoverno, vorrei capire se si può fare qualcosa per risolvere il problema o dare dei suggerimenti al gestore stesso per migliorare.
Intanto va detto che non è un lavoro semplice quello di mettersi lì a cercare il compagno per qualcuno, e credo che in molti circoli che non brillano per doti organizzative la cosa sia lasciata in gran parte alla responsabilità dei soci e dei frequentatori. Nemmeno le app, che riescono a risolvere un sacco di problemi, hanno mai aiutato veramente. Esistono, ma non funzionano.
Perché non funzionano le app?
Forse c'è un problema di percezione errata di sé e degli altri, da parte di molti che praticano il nostro sport, ed è qui che entrano in gioco le parole sfruttamento, omertà e ipocrisia. Non c'è un minimo di vautazione all'ingresso, non c'è una squadra entro cui ti devi far accettare, quindi chiunque abbia un minimo di spirito agonistico e una racchetta un mano da un anno o due, si sente investito di un ruolo e di capacità che, in verità, non possiede.
Insomma, senza tanti giri di parole, ci sono tanti tennisti che si dilettano nel gioco libero che forse farebbero meglio ad andare dal maestro ancora qualche anno a imparare a giocare a tennis. E mi sembra che sulle app si trovino soprattutto questi.
Ci sono, dall'altra parte, giocatori più bravi, che magari hanno fatto il corso a tempo debito da piccoli e da adolescenti, e con un carattere un po' più accomodante di altri, che talvolta vengono sfruttati un po', e messi a giocare con gente con cui nessuno vuol giocare per il semplice fatto che nessuno ha voglia di pagare l'affitto del campo per improvvisarsi maestro con uno che ha a difficoltà nei fondamentali.
Prima di allenarmi in questo circolo dove sono adesso, avevo iniziato ad andare in un'altra struttura dove il gestore si rivolgeva tranquillamente a me dicendomi "Mi servi oggi alle 19 e domani alle 18" per farmi giocare con soci che avevano pagato una quota annuale e avevano la prenotazione automatica di un campo per un'ora a settimana (n.b. in questo caso io giocavo gratis, almeno) e me ne sono andato proprio perché non tolleravo questo modo di fare, questo lessico (mi "servi") e soprattutto perché volevo pagare il campo e giocare a tennis, non giocare gratis e palleggiare con quei soci con cui nessuno voleva giocare perché non erano all'altezza, tornandomene a casa senza nemmeno bisogno della doccia perché non avevo sudato. Mi sono sentito un po' sfruttato, e preso in giro a maggior ragione, dopo aver detto al gestore "non verrò più a giocare", quando mi sono sentito rispondere che immaginava il motivo e che avrebbe provveduto per abbinarmi con giocatori al mio livello da quel momento in poi. Ovviamente non ho accettato e ho preferito andare altrove. (La cosa è durata un paio di settimane, sarò andato 3 volte e giocare lì...)
Questo mi ha dimostrato è che è necessario non essere troppo accomodanti, palesare le necessità e imporsi con l'organizzazione, perché, per quanto bravi possano essere i gestori di un circolo, è veramente un lavoro difficile sistemare un viavai del genere, coi mille impegni e fisime di tutti... ma il singolo giocatore spesso risolve la questione in modo nascosto e si comporta pubblicamente in modo omertoso: nessuno, nel gruppo Whatsapp, ha il coraggio di dire al principiante che cerca un compagno che non lo troverà mai perché, nonostante sia 4.5, per poter giocare a tennis in modo libero e autonomo dovrebbe fare qualche anno di corso col maestro ancora. Ignorano il messaggio, quello non trova nessuno, e lì finisce.
Dovrebbe essere il circolo a indirizzare certi giocatori verso le lezioni coi maestri? Per me sì, ma quali sarebbero le conseguenze? Si tratta, per la maggior parte, di adulti, spesso sopra i 40 anni, con lavoro stabile e disponibilità economica, quindi di certo non impossibilitati nel pagare 60 euro a settimana per un paio di lezioni di tennis. Ma ne sarebbbero soddisfatti? Non si sa.
Come soluzione al problema dell'abbinamento, io avevo pensato alla creazione di più gruppi informali, creati però dai giocatori stessi e non dal gestore, che interviene solo per l'atto di prenotare il campo.
Tuttavia la cosa potrebbe essere fonte di problemi, qualora si venisse a sapere in giro che ci sono più gruppi, e sempre per il discorso dell'ipocrisia e dell'omertà, non penso che sarebbe accettata di buon grado una cosa simile.
Naturalmente il gruppo creato dal gestore con dentro TUTTI i giocatori è chiaramente un modo per sollevare il gestore dal problema di cercare i giocatori, perché non appena qualcuno gli scrive che vorrebbe giocare, a lui basta buttare là la richiesta nel gruppo, che però a seconda dei casi viene completamente ignorata da tutti. E quindi non risolve niente, ma crea solo un circolo dove gioca solo chi riesce a organizzarsi da sé in privato, e i campi restano vuoti per molte più ore rispetto a prima quando c'era un'organizzazione più presente e più serrata.
N.B. (all'intero topic) Ovviamente sto parlando di disparità di gioco molto forti, non certo di livelli diversi ma paragonabili, caso in cui sono io il primo a dire che sia un'ottima cosa abbinare giocatori di livello diverso, altrimenti nessuno migliora mai.
Mi riferisco ad abbinamenti abissali, tra giocatori "autonomi" e giocatori "non autonomi".
Chiedo scusa per esser stato prolisso, e mi piacerebbe ricevere risposte da chiunque abbia a che fare con problemi simili all'interno del proprio circolo per, come dicevo all'inizio, ricevere qualche spunto.
Grazie.