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Salve a tutti. Sono nuovo del forum. Sono papà di un ragazzino di 12 anni, tesserato fit da poco, che partecipa ai tornei del circuito uisp provinciale. Domenica si è presentato puntualmente al suo incontro, ma l'avversario era in ritardo perché si era iscritto anche al torneo riservato ai più grandicelli, che si stava svolgendo nel "pallone" a fianco. Dopo quasi due ore di attesa, visto che l'altro ragazzo stava avanzando nell'altro tabellone, abbiamo chiesto all'organizzatore/g.a di asegnarci la vittoria a tavolino per mancata presentazione dell'avversario: ci ha risposto che dovevamo aspettare la fine dell'altro torneo. A quel punto, visto che mio figlio era demotivato e stanco di aspettare, ci siamo fatti restituire la quota di iscrizione e siamo andati a casa: mio figlio ha perso per w.o.!  Non do colpe all'altro ragazzino, campione regionale, idolo locale, oggettivamente molto più forte, che voleva solo ben figurare davanti ai suoi compaesani. Ritengo però il comportamento degli organizzatori antisportivo e poco rispettoso verso mio figlio: lui voleva giocarsela e perdere con dignità sul campo, non uscire sconfitto a tavolino per avere rispettato le regole. Voi tennisti di lungo corso, che ne pensate?
Grazie.

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Mancanza di professionalità da parte degli organizzatori e oltre a questo togliere la voglia di divertirsi ad un ragazzino.....
E menomale che la UISP dovrebbe essere sport per tutti ed ente promozione sportiva atta a valorizzare la partecipazione vs la competizione .......

Comunque dato che l’altro è bravo e va avanti nel torneo coi grandi non capisco che problema aveva a dare partita vinta a tuo figlio......

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Questo quanto prevede il regolamento approvato dalla FIT per il 2018; con sconfitta a tavolino per il giocatore che non si presenta all'ora stabilità per l'incontro (non conosco, però, i risvolti in ambito UISP, ma troverei curiosa una norma diversa):

REGOLAMENTO TECNICO SPORTIVO (Atti ufficiali n. 1 di Gennaio 2018)

... omissis ...
Articolo 37 - Ritardo nel presentarsi in campo 1. Il concorrente che non si presenta in campo all'ora stabilita (od all’ora in cui il suo incontro è chiamato in campo), pronto per giocare, è dichiarato perdente dal Giudice arbitro ed è escluso dalla gara, se si tratta di una competizione individuale ad eliminazione diretta, salvo quanto previsto dal successivo articolo sulla puntualità. 2. Il Giudice arbitro può, tuttavia, in casi di comprovata forza maggiore, fissare nuovamente l'incontro; in casi eccezionali, il giocatore ritardatario può del pari essere ammesso a disputare l'incontro, salva la proposta di adozione eventuale di provvedimenti disciplinari. 
... omissis ...

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Non faccio tornei non sono esperto di regole col senno di poi è certo più facile, credo tu abbia commesso un errore dettato dal fair-play. Lasciando iscritto tuo figlio e pretendendone (giustamente) la vittoria, avrebbe potuto giocarsela il turno successivo sportivamente, come da voi desiderato.

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In effetti noi avremmo voluto giocare il turno successivo, ma il g.a. non ha voluto sentire ragioni. Per fortuna pioveva, altrimenti l'avversario poteva pure iscriversi al torneo di golf e arrivare con comodo dopo la 18esima buca. :-) E pensare che abbiamo scelto il tennis anche perché ci sembrava più educativo rispetto ad altri sport

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hai fatto bene, a parer mio
se le cose si fossero svolte regolarmente, tuo figlio avrebbe dovuto passare il turno ai danni dell'altro (non siamo certo professionisti pagati e che quindi hanno tutto il giorno a disposizione, siamo noi a pagare, questo non vuol dire che facciamo le regole, va bene la flessibilità ma poi...)
però poi ti accorgi che stai lottando contro i mulini a vento e molli tutto...

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Ultimo post poi mi taccio. Riporto il regolam. Uisp prov.le per i tornei giovanili che si svolgono nel week-end:
"Tutti i giocatori devono dare almeno una disponibilità di mezza giornata nel weekend in mancanza della quale il responsabile dell'evento può, a sua discrezione, decretare l'esclusione. In caso di incomprensione o incertezza sulla disponibilità il direttore responsabile decide a sua discrezione, senza possibilità di replica da parte del giocatore".
Quindi in teoria, mentre il ns. tabellone andava avanti con gli altri incontri eliminatori, noi avremmo dovuto aspettare anche fino a sera senza batter ciglio.
UISP di togliattiana memoria!!!!!

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Ad ogni buon conto, direttamente da WIKIPEDIA:
... omissis...

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondata nel 1948, con sede a Roma, la Unione Italiana Sport Popolare è nata come organizzazione sportiva vicina al PCI e al PSI. Lo scopo originario dell'UISP era quello di promuovere la cultura e la pratica dello sport tra le classi popolari (lavoratori e in particolare operai). La UISP delle origini si caratterizzava come una tipica organizzazione di massa.

... omissis...

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Aggiungo che scrivo dal cuore dell'emilia rossa, in un paese qui vicino c'è il busto di lenin in piazza...

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Come non detto, bene hai fatto a farti rendere i soldi.

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È andata a finire così: a noi genitori il maestro ha sconsigliato ulteriori tornei perché nostro figlio non ha abbastanza "spirito competitivo"; al bimbo, che continua ad amare questo sport nonostante tutto, tiene nascosta l'esistenza dei tornei stessi. Come se non lo venisse a sapere dagli amici!
Comunque la retta per l'allenamento agonistico viene incassata volentieri...
Evidentemente con le nostre rimostranze abbiamo infastidito qualcuno.

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Fausto, mi permetto di offrire un contributo su un tema a me molto caro, augurandomi fortemente di riuscire a farlo senza minare minimamente la sfera emotiva di un genitore già fortemente stressata da quello che ci hai descritto.
Ora, personalmente sono convinto che la competizione è aspetto che accomuna a prescindere l'esistenza umana, all'interno o all'esterno di contesti più esplicitamente sportivi. Anche questo forum può rappresentare, come ogni aspetto del vivere quotidiano, un utile esemplificazione. Ognuno di noi, nell'esprimere le proprie convinzioni, si mette, più o meno consapevolmente, in sfida con altri, nel desiderio di far primeggiare le proprie opinioni, nel voler ottenere compiacimento, apprezzamento altrui, spinti dalla fame di protagonismo insita nel nostro  istintivo ego. Non c'è nulla di male in ciò, è parte integrante dell'essere umano. La vita è competizione.
Affermare che non si debba cercare la competizione per carenza di spirito competitivo è quanto di più lontano possa esserci dall'ideale Know How di un formatore. Proprio perchè un adolescente possa esprimere qualche difficoltà nel confrontarsi nella competizione dovrebbe giustificare e stimolare un formatore, quale un maestro di tennis, ad un maggiore impegno. Troppo facile insegnare a chi abbia già attitudini e peculiarità sufficienti. Un maestro di tennis di un bambino, di un adolescente, di un giovane sportivo, non deve solo insegnare la tecnica esecutiva, ma deve essere principalmente un maestro di vita, aiutare l'allievo ad affrontare, appunto, se stesso ed i suoi dubbi più atavici e la competizione sportiva può essere proprio un'ideale palestra di vita per tutti, anche e soprattutto per coloro che dimostrano qualche difficoltà in più. Non dimentichiamo che è proprio per questi aspetti  che gli sport vennero introdotti nei programmi abituali di studio dei principali college britannici dell'800. Da quel poco che hai raccontato ho come l'impressione che tuo figlio abbia incontrato persone poco adatta in tal senso. Orientati altrove, cerca altre organizzazioni, testa altri contesti, ma non permettere che dei pregiudizi inibiscano a tuo figlio il coltivare delle esperienze di vita importanti per una sua equilibrata crescita. Lo sport è ideale palestra per abituarsi a confrontarsi con sufficiente equilibrio e se tuo figlio dovesse avere qualche difficoltà maggiore di altri coetanei, poco importa, lo scopo principale non è la vitoria fine a se stessa ma imparare a competere, capire l'importanza del lavoro, dell'impegno , dell'allenamento e della tenacia, aspetti utili in ogni contesto che fatti suoi, anche se tuo figlio non saprà sfruttare nel mondo dello sport, potrà sfruttarli nel mondo del lavoro e nella vita di tutti i giorni. In bocca al lupo e cerca un altro maestro ...

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Grazie per il tuo commento, Dagoberto.
Credo che comunque il maestro sia affezionato al ragazzo, le sue testuali parole sono state "non forziamolo, ho paura che si stanchi e smetta". Penso che voglia proteggerlo da un ambiente, orientato in un certo modo, dove io e mia moglie con le nostre rimostranze ci siamo fatti la fama di rompiscatole. Non sarebbe difficile per l'organizzazione , per tenerci alla larga , deprimere ulteriormente il ragazzo ad esempio facendogli affrontare al primo turno ragazzi particolarmente dotati o scorretti.
Purtroppo viviamo in un piccolo paese e cambiare circolo non è possibile, sia per la scomodità logistica che per il fatto che giustamente mio figlio non vuole abbandonare le sue amicizie. In fondo si dovrebbe giocare per divertirsi.
Resta il rammarico in quanto il ragazzo, proseguendo così, non supererà mai i suo evidenti limiti tecnici e caratteriali (ma gli altri compagni non sono certo federer), e non trarrà dalla pratica sportiva le lezioni che tu hai ricordato, utilissime non solo nei tornei ma soprattutto nella vita.
Scusate le lagne e grazie ancora.

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Fatte le doverose precisazioni, fammi precisare anche a me che il mio è stato un discorso di carattere generale, non conoscendo dettagli ed aspetti fondamentali per poter assumere una qualsiasi decisione.
Se dietro la volontà del maestro di tuo figlio c'è una qualche strategia, la cosa è ben diversa ...
Tempi e modi per organizzare un percorso formativo utile non è detto siano uguali per tutti e un buon maestro sa modularli ad personam. Valuterete voi cosa sia meglio per tuo figlio, ovviamente, ma non fuggire e non farlo fuggire dalla competizione a prescindere, è contesto troppo utile ed educativo, se affrontato con opportuno ed adeguato approccio, per la crescita di un adolescente anche e soprattutto se non molto portato all'agonismo. In un bellissimo libro sul tennis, un famoso istruttore della squadra universitaria USA degli anni '70 raccontava come per rafforzare la consapevolezza di alcuni suoi atleti un po' più fragili psicologicamente  organizzava delle sfide con atleti più deboli di loro, nascondendogli ciò, proprio per permettergli con le loro vittorie di acquisire quella sicurezza che potevano poi mettere in campo con i loro pari quota e poter, magari, permettergli di fare la differenza. Ciò a testimoniare che una strategia è sempre giustificata se perseguita con approccio virtuoso ...

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Nell'organizzazione di un torneo i disguidi sono all'ordine del giorno, pretendere la vittoria a tavolino è lecito ma non sicuramente sportivo, se tuo figlio aveva così voglia di giocare io avrei aspettato, non credo tu abbia dato un grande insegnamento a tuo figlio, comunque questa è la mia opinione, che non vale gran che

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Scusa ma, non capisco, se il ragazzino con cui doveva giocare stava "andando avanti" in un altro torneo,  giocava ininterrottamente una partita dietro l'altra? Non è che semplicemente era un campionato a squadre e una sua partita precedente si stava allungando troppo?
Il discorso dell'aspettare, nel tennis, è più che normale perché, a prescindere che gli avversari siano puntuali o meno, talvolta i campi sono occupati da altri match che possono dilungarsi.
Nei campionati a squadre, ad esempio,  a me personalmente è capitato di andare alle 9 di mattina, a più di 100 km da casa, (perché formalmente tutti i giocatori devono essere presenti alle ore 9 affinché possa iniziare il primo match)  solamente per poi giocare il mio singolare alle 12. Uno si organizza e si porta qualcosa da leggere o da fare mentre aspetta...
Nel tuo caso, si tratta pur sempre di ragazzini di 12 anni e tornei che, per adesso, non hanno alcun valore se non quello di giocare a tennis e fare un'esperienza in più, non è veramente importante vincere o perdere (a tavolino o meno) ma fare comunque una domenica di tennis giocando con qualcuno di diverso dal solito.
Invece che chiedere la vittoria a tavolino, avresti potuto chiedere che, nel frattempo, tuo figlio potesse giocare in qualche campo con qualcun altro disponibile qualche game di riscaldamento, onde evitare di aspettare due ore senza far nulla.
Purtroppo il discorso dell' "aspettare" è normale nel tennis perché non si sa quanto durano le partite e bisogna essere disposti anche a quello.

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X Andrea Malagoli
Scusa Andrea ma nel tennis, come nel lavoro, nella vita ecc., esistono delle regole.
Se tu avversario ti presenti in netto ritardo per colpe tue o senza giustificato motivo, io posso vincere a tavolino, piaccia o non piaccia è così.
A maggior ragione se ti iscrivi a un torneo devi essere disponibile, sennò non ti ci iscrivi, punto.

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giococlassico75 ha scritto:
X Andrea Malagoli
Scusa Andrea ma nel tennis, come nel lavoro, nella vita ecc., esistono delle regole.
Se tu avversario ti presenti in netto ritardo per colpe tue o senza giustificato motivo, io posso vincere a tavolino, piaccia o non piaccia è così.
A maggior ragione se ti iscrivi a un torneo devi essere disponibile, sennò non ti ci iscrivi, punto.

Esiste anche il buon senso nella vita e bisogna sempre mettere in primo piano lo scopo di una competizione, che non è la vittoria di Wimbledon ma semplicemente fare un'esperienza in più e divertirsi giocando a tennis un sabato o una domenica.
Posto che tutti fanno del loro meglio per organizzare ed evitarli, i disguidi sono dati proprio dalla natura imprevedibile delle partite di tennis, che non hanno una durata prestabilita.
La cosa migliore è aver pazienza e non pretendere vittorie a tavolino per un ritardo, perché ciò si riversa principalmente sui bambini ai quali viene tolta la possibilità di giocare e divertirsi. 
La prossima volta conviene portarsi qualcosa da fare e aspettare pazientemente il proprio turno di giocare. Ogni tennista lo impara fin dalla tenera età e aspettare due ore, ripeto, non è neanche tanto, perché a me è capitato in numerose occasioni di aspettarne molte di più, quando non ci si mette anche il meteo e tocca rinviare tutto al pomeriggio o a un'altra giornata.

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Poliwhirl ha scritto:
giococlassico75 ha scritto:
X Andrea Malagoli
Scusa Andrea ma nel tennis, come nel lavoro, nella vita ecc., esistono delle regole.
Se tu avversario ti presenti in netto ritardo per colpe tue o senza giustificato motivo, io posso vincere a tavolino, piaccia o non piaccia è così.
A maggior ragione se ti iscrivi a un torneo devi essere disponibile, sennò non ti ci iscrivi, punto.

Esiste anche il buon senso nella vita e bisogna sempre mettere in primo piano lo scopo di una competizione, che non è la vittoria di Wimbledon ma semplicemente fare un'esperienza in più e divertirsi giocando a tennis un sabato o una domenica.
Posto che tutti fanno del loro meglio per organizzare ed evitarli, i disguidi sono dati proprio dalla natura imprevedibile delle partite di tennis, che non hanno una durata prestabilita.
La cosa migliore è aver pazienza e non pretendere vittorie a tavolino per un ritardo, perché ciò si riversa principalmente sui bambini ai quali viene tolta la possibilità di giocare e divertirsi. 
La prossima volta conviene portarsi qualcosa da fare e aspettare pazientemente il proprio turno di giocare. Ogni tennista lo impara fin dalla tenera età e aspettare due ore, ripeto, non è neanche tanto, perché a me è capitato in numerose occasioni di aspettarne molte di più, quando non ci si mette anche il meteo e tocca rinviare tutto al pomeriggio o a un'altra giornata.


Salve, sono il poster originale.
Ringrazio tutti per le opinioni espresse. 
Preciso ancora che l'altro ragazzino, tredicenne, stava partecipando al torneo "superiore" (quello under 16) e non ha voluto proprio rinunciare a quello dei piccoletti della sua età. Il torneo dei tredicenni si è quindi bloccato con un ritardo di due ore SOLO PER QUESTO MOTIVO. In occasioni precedenti, nelle quali il ritardo era imputabile all'imprevedibilità degli incontri, o altre cause di forza maggiore, avevamo aspettato pazientemente senza batter ciglio, rimandando compiti e altri impegni..
Devo dire comunque, col senno di poi, che l'episodio non ha nuociuto a mio figlio, anzi: si è preso qualche mese di pausa dai tornei, si è concentrato di più sulla scuola e sugli allenamenti, migliorando i fondamentali e vivendo il tennis con più "leggerezza". Come giustamente rimarcato dal suo allenatore e da qualcuno qui sul forum, in fondo non è la finale di Wimbledon e si gioca a tennis per divertirsi e fare esperienze. L'età poi è delicata, e abbiamo preferito diradare gli impegni (sport, tennis, catechismo ecc.) proprio per evitare troppo stress in questa difficile età pre-adolescenziale.
Oggi vedo mio figlio molto più sereno e tranquillo, e sento che i futuri tornei saranno affrontati con un atteggiamento diverso e più consapevole.
Anche la UISP,  per venire incontro ai ragazzini meno esperti, sta organizzando qualche torneo minore senza attribuzione di punti ai fini delle classifiche.
Non tutto il male vine per nuocere!!!

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Oh, ecco. Questo è il giusto spirito. Tuttavia non volevo dire che non si debba dare importanza alla competizione. La competizione ha una sua importanza ma, a quei livelli, la cosa principale è fare un'esperienza in più giocando con un ragazzino di un altro circolo. Non è tanto vincere che conta. Pretendere una vittoria a tavolino è sbagliato e controproducente, in quest'ottica.
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