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descriptionCome ci piace giocare vs. come ci conviene giocare EmptyCome ci piace giocare vs. come ci conviene giocare

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Ovvero, cuore vs cervello.

Se fosse per me, se me ne fregassi del punteggio, passerei la vita a correre e picchiare. Correre e picchiare, correre e picchiare. Da fondocampo. Il mio tennis sentimentalmente è una specie di pugilato irlandese, un colpo io un colpo tu, fino allo sfinimento.

Però so bene che non mi conviene. Non ho mai avuto il fisico per farlo, sarei quasi sempre il primo a finire stremato, per cui mi conviene pensare (che fatica) variare i colpi, studiare l'avversario e trovarne i punti deboli, uffa, su quelli insistere, magari attaccare quando serve o addirittura, che dolòr, alzare pallonetti.

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nella tua considerazione c'è un'imperfezione di partenza: non consideri il piacere come una cosa conveniente. mi viene da dire spontaneamente: se non hai obiettivi particolari di classifiche e trofei, conviene fare un tennis che ti regala piacere o conviene fare un tennis che ti fa schifo (da come lo descrivi) ma ti fa vincere di più ? io firmerei subito per la prima opzione. che me ne faccio di tante vittorie se non ho mai giocato come volevo veramente ? chiaramente bisogna vedere poi che soddisfazione ti dà una vittoria unita alla consapevolezza che hai dovuto tradire te stesso per ottenerla, in un certo senso

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Equilibrio delicato. Io di certo gioco per il solo divertimento. Non mi fa male perdere se ritengo di aver giocato bene nel modo in cui mi piace giocare. Non mi piace vincere se lo faccio giocando male il mio modo di giocare a tennis.

C'è invece, e lo comprendo, chi cerca il risultato, ed il suo divertimento è il risultato stesso. In quei casi che io definisco "approccio più agonistico" occorre invece giocare per portare a casa il risultato, quindi la forma mentis è ai miei livelli "lascia che sbagli l'altro"...

Io credo l'equilibrio stia nel giocare il proprio gioco, divertendosi, ma cercando al contempo di sfruttare i punti deboli dell'avversario. Magari nel tuo caso picchiare come un fabbro si, ma magari al 70% prima, poi quando l'avverario ti da la palla giusta, spari il tuo missile preferito al 120%....

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come ho scritto nell'altro thread, sono perplesso.

a tennis si gioca in due. da una parte ci sei tu, dall'altra un'altra persona. ci sono degli sport dove sei da solo, come il salto in alto o il tiro al piattello. il tennis non è così. 

al di là della soddisfazione personale di essere riusciti ad avere una performance pari o superiore alle proprie aspettative (ossia essere riusciti a fare quello che si voleva fare, madarla dove si voleva, correre quanto si voleva, ecc), quello che resta dovrebbe essere capire il gioco del proprio avversario e giocarci contro, prendere la palla che ti ha mandato l'avversario (il quale si spera abbia una propria idea di gioco) e rimandarla indietro in maniera intelligente tenendo conto delle circostanze. Se non si tiene conto di chi c'è dall'altra parte della rete allora basta il muro.

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Certo Maffa. Ma la questione è più "grossolana". Da ciò che vedo sui campi ci sono approcci diversi al gioco. C'è chi ha un'identitatà di gioco marcata, e chi invece ha una grande faciità di adattamento.
Abbiamo quindi normalmente il giocatore che gioca cercando di non sbagiare e di mettere in difficoltà l'avversario ma senza forzare in maniera "rischiosa" , abbiamo poi i giocatori votati per indole, piacere personale, tecnica , altro a gioco attendista ed abbiamo giocatori con una forte indole/vocazione al gioco in pressione (qualunque esso sia).

L'avversario è sempre dall'altra parte della rete. Con il suo tipo di gioco.
Se sei del tipo di giocatore che gioca in pressione, per indole/vocazione, a mio avviso, se vuoi vincere perchè il tuo divertimento sta nella vittoria, devi "mediare" il tuo gioo in modo da mantenere alte le percentuali di successo dei colpi a seconda della bravura del tuo avversario, e magari violentarti un po' nel mordere il freno fino alla palla che ti garantisce una elevata possibilità di successo. Se invece sei di quelli ch esi divertono solo giocando in un determinato modo, ti divertirai giocando al mengio il tuo modo anche se perdi.

Io ad esempio sono un giocatore S&V, e finchè non sono a rete non mi diverto. Gioco spesso con un collega che è proprio bravo, ha gambe esagerate ed è freddo sui passanti. Non ci vinco mai, ma mi diverto conme un pazzo se rieco a fare bene (per il mio livello) le 4 cose che devo fare bene. Poi ci sono volte che gioco con gente meno fredda, che patisce il mio servizio, o che so io, che magari ci vinco anche, ma abbasso un po' il mio livello e esco incazzato come una vipera.

Sono  punti di vista... o ancora meglio, sono esigenze diverse...

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Io personalmente sono per il divertimento, se poi vinco tanto meglio.
Ma perdo molto più di quanto dovrei perché cercando sempre di imporre il gioco (anche con chi è un pochino più bravo di me) tendo anche a sbagliare parecchio.
Ma almeno sono divertente anche da guardare.
Poi dipende anche chi si ha come avversario, ma preferisco molto di più divertirmi rispetto che vincere a tutti i costi

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Secondo me abbiamo bisogno di scindere due momenti la competizione e la partitella, fa da se che se facciamo una competizione ad ognuno di noi piace vincere (oltre che divertirsi) quindi, nel mio caso almeno, inizio cercando di imporre cio' che mi genera sicurezze in modo da generare un trend positivo, ma sono comunque piu' propenso all'adattamento in virtu' del risultato.
Quando invece faccio una partitella, con il maestro o con un compagno, piu' bravo o meno bravo, siccome trovo piacere nel crescere di solito mi pongo degli obbiettivi minimi magari... senza pero' badare troppo al risultato... lo scopo e' crescere.
ad esempio se gioco con un compagno meno bravo mi impongo di non lasciargli possibilita' (sono un attaccante), oppure se gioco con qualcuno a me simile anche nello stile mi impongo di di fare l'esatto opposto del mio normale gioco per capire come vengo normalmente approcciato da chi mi incontra (un po come quando a calcio si mette in porta l'attaccante per fargli capire come reagisce il portiere)...
insomma io mi diverto se miglioro... ma ognuno di noi credo abbia alla base del suo "divertimento tennistico" motivazioni diverse e credo che il bello stia nell'inseguire queste motivazioni poco importa se vengano dal cuore o dal cervello...

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Se fosse per me, se me ne fregassi del punteggio, passerei la vita a correre e picchiare. Correre e picchiare, correre e picchiare. Da fondocampo. Il mio tennis sentimentalmente è una specie di pugilato irlandese, un colpo io un colpo tu, fino allo sfinimento.

Guarda che a questo "giochino" conta MOLTO l'avversario...dipende da quello che LUI ti permette di fare. Te puoi anche picchiare...ma se trovi uno che RI-picchia molto più forte son caxxi..

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nw-t ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Se fosse per me, se me ne fregassi del punteggio, passerei la vita a correre e picchiare. Correre e picchiare, correre e picchiare. Da fondocampo. Il mio tennis sentimentalmente è una specie di pugilato irlandese, un colpo io un colpo tu, fino allo sfinimento.

Guarda che a questo "giochino" conta MOLTO l'avversario...dipende da quello che LUI ti permette di fare. Te puoi anche picchiare...ma se trovi uno che RI-picchia molto più forte son caxxi..



eh, è questo che non capisco... a questo punto non so neanche se interessi molto se si vince o se si perde. E' come giocare a carta forbice sasso e fare solo sasso, e ti va bene una volta su tre, ma a te piace solo tirare sasso... è come giocare a scacchi muovendo i pezzi senza tenere conto di cosa fa l'avversario, perchè ti piace -boh- la simmetria e vuoi disegnare una cippa di m****a sulla scacchiera... ma a quel punto non è più scacchi, è Paint. Idem giocare a calcetto e pretendere di fare gol solo di tacco o dribblare solo con tunnel. Lo scopo del tennis è fare punti, e il mezzo sono le risorse tecniche ed atletiche per far rimbalzare la palla due volte dall'altra parte della rete, non essere divertente o belli. 

Poi forse mi manca di apprezzare questo punto di vista che non non sento affatto mio. Trovo sia anche -perchè no- più sportivo e rispettoso cercare di capire chi c'è dall'altra parte della rete, entrargli nella testa, capire come gioca e farlo a pezzi, piuttosto che trattarlo come uno sparapalle un po' disordinato. Manca l'esatta metà del campo e del gioco, quello che succede dall'altra parte della rete; manca tutta la strategia che per me è la parte più bella del tennis, e la lucidità che tiene in piedi un'azione estremamente veloce e atletica che dovrebbe portare via ossigeno al cervello e invece è lì che deve restare. Non è solo forza bruta, ma è intelligenza e intuizione. Autorelegarsi ad un solo tipo di gioco perchè piace solo vedersi così lo trovo... boh... ottuso.

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Maffa ha scritto:
nw-t ha scritto:
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Se fosse per me, se me ne fregassi del punteggio, passerei la vita a correre e picchiare. Correre e picchiare, correre e picchiare. Da fondocampo. Il mio tennis sentimentalmente è una specie di pugilato irlandese, un colpo io un colpo tu, fino allo sfinimento.

Guarda che a questo "giochino" conta MOLTO l'avversario...dipende da quello che LUI ti permette di fare. Te puoi anche picchiare...ma se trovi uno che RI-picchia molto più forte son caxxi..



eh, è questo che non capisco... a questo punto non so neanche se interessi molto se si vince o se si perde. E' come giocare a carta forbice sasso e fare solo sasso, e ti va bene una volta su tre, ma a te piace solo tirare sasso... è come giocare a scacchi muovendo i pezzi senza tenere conto di cosa fa l'avversario, perchè ti piace -boh- la simmetria e vuoi disegnare una cippa di m****a sulla scacchiera... ma a quel punto non è più scacchi, è Paint. Idem giocare a calcetto e pretendere di fare gol solo di tacco o dribblare solo con tunnel. Lo scopo del tennis è fare punti, e il mezzo sono le risorse tecniche ed atletiche per far rimbalzare la palla due volte dall'altra parte della rete, non essere divertente o belli. 

Beh  dai, non è tutto bianco o tutto nero...

Io ad esempio cerco di fare sempre il gioco che mi piace, ma ovvio l'avversario devi studiarlo in ogni caso. Cerchi il punto debole e cerchi di incentrare il tuo gioco o le tue caratteristiche sul punto debole...
Se ti piace tirare cannonate, cerchi di capire se magari sul diritto apre tardi o non riesce ad appoggiarsi in ritorno, oppure se allunga meno sul rovescio... credo che nessuno tiri sempre-solo-a200kmh senza badare alle caratteristiche dell'avversario.

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non so, dai discorsi che sento sia qui che al circolo non ne sarei così sicuro.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
credo che nessuno tiri sempre-solo-a200kmh senza badare alle caratteristiche dell'avversario.


spezzo una lancia a favore del pensiero di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]... purtroppo ci sono, ma infondo fatti loro, se ci vuoi giocare una partitella lo sai e ti ci adegui altrimenti le eviti... se li trovi in un torneo... li usi e porti a casa una partita.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ha scritto:
Lo scopo del tennis è fare punti, e il mezzo sono le risorse tecniche ed atletiche per far rimbalzare la palla due volte dall'altra parte della rete, non essere divertente o belli.


di contro... questo e' il mio tennis pensiero solo per i tornei... quando gioco una partitella... voglio portare a casa un miglioramento non il set, quindi se devo giocare con qualcuno che deve scegliere tra il pallonetto e il passante, scelgo quello che mi gioca entrambi cosi ci alleniamo in due e non solo lui a fare i pallonetti... lo stesso per gli scambi da fondo, la maratona la facciamo a turno...

forse non sono il prototipo del tennista di club, ma non mi interessa di essere ne bello, ne brutto ne divertente quando gioco (la penso come Lendl) se si fa un torneo si fa per vincere se ci si allena lo si fa per migliorare altrimenti e' tempo perso

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@DinosauroS&V ha scritto:
quando gioco una partitella... voglio portare a casa un miglioramento non il set, quindi se devo giocare con qualcuno che deve scegliere tra il pallonetto e il passante, scelgo quello che mi gioca entrambi cosi ci alleniamo in due e non solo lui a fare i pallonetti... lo stesso per gli scambi da fondo, la maratona la facciamo a turno...


questo dipende dalla persona e dallo scopo che ci si è prefissati prima. conosco gente che non riesce a trovare compagni per palleggiare perchè conoscono solo gente che dopo 10 minuti si annoia e comincia a tirare bordate (e invece quanto bene farebbe a tutti trovare qualcuno con cui smezzare un'ora di palleggi regolari sulla diagonale...). Ora mi sono fissato sullo slice e sul dritto anomalo, li tiro a sproposito nelle partitelle di allenamento al corso perchè non ho ancora confidenza su questi due colpi e sento un'urgenza di impararli perchè sono due armi utilissime contro certi tipi di giocatori, ma come si dice in allenamento si rischia il 90% per poter aumentare il proprio margine di sicurezza. 

Ad ogni modo di giocatori narcisi ahimè ce ne sono. Un conto è dire mi piace tirare vincenti, ma conosco diversi giocatori che non rinunciano a provarci, neanche quando la palla è sotto la rete e vai di piatto senza spin nè niente, poi gli resta nella sua parte di campo e va bene così perchè c'est la vie.
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