andpetr ha scritto: @Vandegraf: PAT = Pure Aero Tour
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]: Hai ragione, racchetta "classica" è un po' generico. Cerco di spiegare meglio la mia esigenza.
Come scrivevo sopra, il mio punto è questo. Ho sempre giocato con
racchette profilate e dal piatto generoso (100 o più). Con l'ultimo passaggio alla Pure Aero Tour sto notando che il mio gioco, probabilmente migliorato, è però sempre più sporco e sempre meno variato: grandi botte in top da fondo campo e poco più. Da qui, la voglia di provare una racchetta che definisco "classica". Nel mio immaginario, e per semplificare, mi sembra di giocare sempre più alla "Nadal" (si fa per dire) mentre mi piace molto di più il gioco di "Federer".
Sto cominciando a pensare che la racchetta abbia una sua influenza nel gioco che sto sviluppando e quindi mi piacerebbe capire quali
racchette provare per tornare ad un gioco più pulito.
PS: Aggiungo che, dal test fatto ieri con la Blade, confermo la mia impressione. Sono tornato in 5 minuti a giocare il dritto piatto...che non facevo da quando uso la PAT. Inoltre, il rovescio mi è sembrato più pulito e sicuro.
Provo a fornire il mio contributo, pur non facendo parte dei più esperti che postano in questo forum e che di
racchette ci vivono anche professionalmente.
Non so se le
racchette che uso siano etichettabili come classiche, ma io gioco sicuramente un tennis classico o, meglio, paleozoico
considerato che non l'ho praticamente mutato da quando gioco
.
Impugnatura continental per tutti i colpi, impostazione per una propensione ad una rapida chiusura dello scambio con delle volè a rete, per le quali è imprescindibile la continental, tennis che si insegnava 40 anni fa.
Molti back o slice, di rovescio e di diritto (esecuzione meno comune e chiamata anche chop), colpi piatti o con spin sfruttando il piegamento/rotazione del polso.
Ho giocato fino a qualche anno fa con delle Yonex midplus (circa 98 inch) della fine degli anni '90 dal profilo con spessore uniforme di circa 20/22 mm e non profilate, se non ricordo male con spessore di circa 1 cm, bilanciata neutra e peso sui 330 gr., montata con syngut mai oltre i 23 kg;
racchette bellissime che davano sensazioni mai più trovate, ma la nostalgia fa brutti scherzi
.
Dopo che me le hanno rubate insieme a tutto il borsone da tennis è incominciata la rincorsa alla ricerca della racchetta perduta
.
Prima altre Yonex di produzione moderna, oversize da 290 gr incordata - portata a circa 320 gr con innesto di piombo e bilanciamento in testa - con spessore variabile 24/22 circa e leggermente profilata con risultati nefasti; sensibilità modesta, con incredibili raspate sul terreno e dopo 6 mesi problemi al gomito. Unico vantaggio evidente, kick di servizio ottimi e facili.
Passato a Yonex rq 180 wyde body, bellissime nel loro colore avorio e grip in cuoio naturale, trovate su ebay USA ancora intonse; racchetta particolarissima fatta per una Navratilova che al calare della carriera cercava un po' più di potenza dal suo tennis per fronteggiare la cavalcata delle tante bombardiere da fondo campo (Seles su tutte) della metà degli anni '90. Midsize generoso considerato l'ovale yonex che con bilanciamento neutro, 345 gr incordata, profilata con spessore variabile da poco meno di 30 mm a 20 mm al cuore (pattern 16 x 19 montato con syngut a 22/23 kg), offriva rigidità del piatto corde nei colpi da fondo campo (ottimo lo spin dato con il diritto) e contemporanea grande morbidezza (grazie agli steli al cuore molto sottili) nei colpi di tocco e nelle volè tipiche della campionessa naturalizzata americana. Meno facili i campi di direzione
.
Mai più abbandonate.
Poi, un'estate di un paio di anni fa ho fatto un torneino vintage con
racchette in legno che non usavo da almeno 25/30 anni, se non per qualche allenamento al muro, e mi si è rilluminato l'orizzonte
.
Il legno, nonostante il piatto corde minimalista tipico degli anni '70 (65/70 inc) faceva percorrere alla palla traiettorie che non mi riusciva proprio di replicare con le
racchette più moderne nonostante ci tentassi meccanicamente nel mio tennis abituale.
La morbidezza naturale del legno e la stuttura del telaio con la sezione mai più spessa di circa 20/22 x 10 mm permetteva alla palla di appoggiarsi letteralmente sul piatto corde dove rimaneva più tempo amplificando da un lato la possibilità di fornire spin, piuttosto che realizzare cambi d'angolo con maggiore facilità e, una volta acquisita sensibilità con l'attrezzo che con la naturalmente flessione tende ad aprire gli angoli di ribattuta, anche grande precisione.
Da li è stato un lungo e faticoso calvario, perchè comunque giocare con racchettine da 70 inc contro avversari con oversize in graphite se non si riesce ad impostare lo scambio non è proprio semplicizssimo difendersi
.
Dopo tante prove, credo di aver trovato un compromesso ideale, per chi ama il legno, ovviamente, un wood midsize della Pro Kennex con pattern 16 x 19 (montato 16 x 20 con syngut gauge 17 a 23 kg) con inserto in graphite da 350 gr incordata, bilanciamento al manico, profilo con sezione uniforme con spessore in altezza non superiore a 20 mm. Ottima nei colpi dall'alto al basso, back taglienti se ben supportati con le gambe, potente da fondo campo sia con il gioco piatto, sia con lo spin, eccellente negli appoggi con palla ad uscire dal piatto corde per i cambi di direzione, notevole nel servizio un po' con tutti gli effetti, anche nel kick, nonostante un paitto corde non molto ampio.
Ovviamente, non credo tu pensassi ad una racchetta in legno
, ma le caratteristiche del telaio che ho illustrato sono tipicamente quelle che si sposano meglio con un gioco classico, travarle su un telaio moderno ... è operazione che lascio alla tua
creatività