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Istinto o ragione

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dani81
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descriptionIstinto o ragione - Pagina 3 EmptyIstinto o ragione

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Promemoria primo messaggio :

Ciao a tutti, ho il grande difetto di essere rigido con il dritto, ho grosse difficoltà a "mollare il polso", sto cercando di mollare un po' la presa e di giocare con le famose tre dita sull'impugnatura ma faccio molta fatica. In particolare, non riesco a far scendere e scorrere il polso sotto la palla. Quando Il maestro mi mette delle palle "facili" a metà campo riesco ad essere più sciolto con il polso ma quando gioco una partita d'allenamento o di torneo non ci riesco. Cerco di mettere in pratica l'insegnamento (in questa fase mi interessa più migliorare che vincere) ma, quando mi trovo la palla a 5cm dalla riga oppure in risposta ad un servizio potente, gioco d'istinto (non ho il tempo di pensare e mi viene automaticamente di mettere tensione al colpo). Ora mi chiedo se cambiare modo di giocare (fatto principalmente per avere meno infortuni) possa giovare visto che è molto difficile cambiare in corsa (i movimenti sono "meccanizzati" negli anni). Grazie in anticipo per le risposte.

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dani81 ha scritto:
Secondo me, per migliorare bisogna farsi una sana autocritica sul proprio livello...sembra facile ma ci sono diversi 4.1 che si sentono dei fenomeni e non giocano con dei tennisti di un livello leggermente inferiore (sarebbero degli ottimi avversari) per non sentirsi sminuiti. Sento certi discorsi di quarta categoria "insensati", ho tutti i colpi ma ho perso per...(inventano sempre una scusa). Se si è convinti di avere tutti i colpi ad un livello di quarta categoria qualcosa non va, non si può migliorare perché non si è obbiettivi sul proprio livello e non si possono programmare delle strategie per migliorare.

verissimo!

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dani81 ha scritto:
Ciao a tutti, ho il grande difetto di essere rigido con il dritto, ho grosse difficoltà a "mollare il polso", sto cercando di mollare un po' la presa e di giocare con le famose tre dita sull'impugnatura ma faccio molta fatica. In particolare, non riesco a far scendere e scorrere il polso sotto la palla. Quando Il maestro mi mette delle palle "facili" a metà campo riesco ad essere più sciolto con il polso ma quando gioco una partita d'allenamento o di torneo non ci riesco. Cerco di mettere in pratica l'insegnamento (in questa fase mi interessa più migliorare che vincere) ma, quando mi trovo la palla a 5cm dalla riga oppure in risposta ad un servizio potente, gioco d'istinto (non ho il tempo di pensare e mi viene automaticamente di mettere tensione al colpo). Ora mi chiedo se cambiare modo di giocare (fatto principalmente per avere meno infortuni) possa giovare visto che è molto difficile cambiare in corsa (i movimenti sono "meccanizzati" negli anni). Grazie in anticipo per le risposte.


Secondo me quello che puoi fare è provare a seguire le indicazioni di un buon maestro per migliorare il tuo dritto, non è detto che l'impugnatura o certe fasi del movimento debbano per forza essere cambiati.
Io per esempio non troppo tempo fà ho provato casualmente una lezione (mi trovavo al circolo e c'era un maestro che si è offerto!) ed ho notato che nell'esecuzione del rovescio in topspin avevo difficoltà a girare l'impugnatura (il noto problema delle "nocche" Smile ), ma in qualche modo sono riuscito a tirare il rovescio lo stesso anche con la vecchia impugnatura.
Percui si può migliorare anche apportando delle leggere (ma giuste) correttive, senza dover stravolgere completamente una certa impostazione ormai consolidata. Il vero problema semmai è trovare un maestro qualificato, con cui stabilire un rapporto di fiducia.
Buon tennis!

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Pensate sia giusto (nella lezione privata) che il maestro debba "dirigere" la lezione o "farsi la lezione" sulle proprie insicurezze (ovviamente rispettando le nozioni del maestro ma decidendo su cosa lavorare). Per esempio, se ho un periodo in cui non riesco a tirare un servizio in campo, glielo faccio presente e lavoriamo su quel particolare.

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Credo che da Sonny, Master Vet e da king, sia stato scritto praticamente  tutto quello che penso su un argomento non facile da sintetizzare a causa degli infiniti parametri da valutare e che oltretutto spesso interagiscono tra loro.
aggiungo solo una frase non mia che,fine  anni settanta ,ebbi la fortuna di ascoltare dalla voce di John Newcombe durante un tennis  camp.estivo con maestri  della mia regione e che non capii subito..ma solo dopo tanti anni di tennis e tanti tornei......" In allenamento lavorate sodo su tutti i colpi dei vostri atleti ma in particolare sui loro colpi migliori, in torneo, sotto pressione ,si affideranno a quelli ".

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Bella frase, quella del vecchio baffo...

Io ne aggiungo una di Vic Braden, uno dei migliori coach USA:

"Per vincere non bisogna divertirsi: occorre giocare il solito noioso colpo sicuro."

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dani81 ha scritto:
Pensate sia giusto (nella lezione privata) che il maestro debba "dirigere" la lezione o "farsi la lezione" sulle proprie insicurezze (ovviamente rispettando le nozioni del maestro ma decidendo su cosa lavorare). Per esempio, se ho un periodo in cui non riesco a tirare un servizio in campo, glielo faccio presente e lavoriamo su quel particolare.


Secondo me non è l'allievo a decidere cosa si farà in una lezione, però visto che lui durante le partite non ti vede, è naturale che gli dici dove ti senti più carente.

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{@=633}john{/@} mcow' data-id='633' class='mentiontag' title='Profilo utente di john'>@john mc[/mention] ha scritto:
In allenamento lavorate sodo su tutti i colpi dei vostri atleti ma in particolare sui loro colpi migliori, in torneo, sotto pressione ,si affideranno a quelli ".

@Sonny Liston

"Per vincere non bisogna divertirsi: occorre giocare il solito noioso colpo sicuro."

Entrambi dite cose giuste... ma non si riesce a vincere se non ci si diverte e se non si è solidi su determinati colpi.

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@Sonny Liston ha scritto:
Io ho 54 anni, e sto costantemente migliorando, di anno in anno, e conosco altri over che migliorano negli anni: ma migliorano inserendo piccoli tasselli al loro gioco!

Chiedo per curiosità...come si migliora tecnicamente senza l'ausilio di un maestro? Dal punto di vista fisico e tattico mi risulta chiaro (facendo preparazione atletica e giocando delle partite di torneo) ma...tecnicamente? Vedere filmati e leggere libri aiuta ma non si lavora in campo. Chiaramente l'aiuto di un maestro aiuta ma non è sempre possibile fare lezione (ragioni di tempo ed economiche).

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Io non ho mai fatto lezione, ma negli anni sono migliorato tecnicamente perché basta essere consapevoli di come si esegue un colpo (e soprattutto dove si sbaglia).

Quindi eseguire, quanto più possibile il colpo da migliorare, possibilmente in partita.

È chiaro che non si può STRAVOLGERE l'esecuzione tecnica di un colpo, ma migliorare PICCOLI TASSELLI lentamente nel tempo.

Negli anni ho MOLTO migliorato servizio e rovescio, i miei colpi più carenti.

Prima, giusto per fare un esempio (il mio -basso- livello sta tra il 4.1 ed il 3.5) sul servizio mi attaccavano molto spesso: ora non più (sempre al mio livello, ovvio).

Prima sulla diagonale sinistra perdevo campo e commettevo diversi gratuiti, ora (pur non facendo vincenti) non regalo quasi nulla.

Questo grazie alla CONSAPEVOLEZZA del proprio livello e conseguentemente degli errori di impostazione dei colpi.

Non serve (a me) un Maestro per dirmi che ho sbagliato un rovescio per la posizione dei piedi, o per errata distanza dalla palla: lo capisco perfettamente da solo.

Ovvio: con un Maestro i miglioramenti tecnici sarebbero più veloci... ma essendo ligure, mi gira il belino spendere 20 € per un'ora di lezione.

Preferisco spendere 4 volte di meno e giocare la mia partita.

Tra l'altro, sempre a mio avviso, ai bassi livelli in cui gioco, bisogna migliorare in primis il gioco di piedi, la preparazione fisica e la gestione della partita: poiché nella stragrande maggioranza dei casi i problemi (ed i risultati) nascono da carenze in questi reparti.

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Se un colpo non ti riesce devi domandarti innanzi tutto PERCHÉ...

Analizzi la situazione... quando hai capito devi insistere nel provare il colpo carente in partita.

Non sai fare il rovescio lungo linea: comincia a provarlo in palleggio (ogni tanto è bene fare un'ora di solo palleggio:non è difficile trovare chi lo fa volentieri).

Poi lo provi in partita con avversari con cui sai di vincere, e non senti il peso del risultato...

A forza di provare, sicuramente lo migliorerà i, e potrai provarlo in partita "vera", magari in situazione del "game" favorevole.

Questo è il mio approccio: ovviamente non è detto che funzioni con tutti, ma io mi ci sono sempre trovato bene.

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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Grandioso come sempre!!! Io ho capito che amo il bilanciamento al manico anche a "30" ovviamente col "giusto peso", ma essenzialmente mi rendo conto che trovando la mia velocità di swing divento più consapevole del colpo, se sono troppo vicino o troppo lontano, se la prendo dal basso o troppo alta, ma anche grazie a te ho capito che cambiare sempre telaio non serve a nulla, non serve giocare se non fai tua la sensibilità di un singolo telaio e di un singolo setup corde/peso/bilanciamento/tensione. non serve allenarsi a sparare serve fare partite ma anche eseguire innumerevoli volte proprio quei colpi che non riescono bene: la prima volta ne azzecchi solo uno e sbagli tutti gli altri, dopo un mese ne sbagli pochissimi e con gli altri fai centro.

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@Sonny Liston Grazie dei chiarimenti, sono pratici e ragionati (dai sempre una spiegazione alle tue affermazioni). Probabilmente, certi tennisti vanno dal maestro anche per una "pigrizia mentale" (si dimenticano certi concetti e se li fanno ripetere per avere delle rassicurazioni) o per essere motivati (il maestro se esegui un bel colpo ti fa i complimenti). Secondo me, dopo un certo periodo (se non si diventa professionisti), bisogna staccarsi un po' dal maestro (non vuol dire eliminarlo del tutto) per avere una certa "indipendenza tennistica". Altrimenti penso si possa creare una certa "dipendenza dal maestro".

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Un BUON maestro è SEMPRE utile...

Perché ti fa "risparmiare tempo" nel migliorare (senza stravolgere) i tuoi colpi.

Ma affermare che senza maestro non è possibile migliorare tecnicamente è a mio avviso un errore.

Per migliorare, come correttamente dicevi, bisogna innanzi tutto:

1. Averne voglia (e non solo a parole)
2. Essere consapevoli del proprio livello

Poiché, per mia esperienza, un buon 80% di noi tennisti da circolo di SOPRAVVALUTA ampiamente dal punto di vista tecnico, migliorare non è cosa semplice.

Troppi conoscenti ho visto preoccuparsi della posizione dell'alluce sx nel rovescio liftato, quando paiono IMBULLONATI per terra, tanto non muovono i piedi!

Cominciamo ad assegnare le giuste priorità, e tutto, piano piano... arriva.

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Purtroppo spesso manca il tempo per riuscire a lavorare su tutti gli aspetti. Avendo due, tre ore a settimana a disposizione non si possono "fare miracoli" e bisogna scegliere se giocare con l'agonista, fare preparazione atletica e svolgere l'ora con il maestro. Chiaramente, si fa quello che si può...

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In mancanza di un mare di soldi di tempo libero e dei migliori maestri al mondo, Quoto ancora una volta pressochè totalmente l 'analisi di Sonny,
aggiungo solo tanto muro a media velocità che per me è" oro"per gioco di gambe ...distanza dalla palla..suono e punto dell'impatto...fluidità...sensibilità..e mille piccole prove di modifiche tecniche che puoi "rubare"anche sul forum popolato da persone molto competenti e disponibili....prova prova prova senza stravolgere...e se solo una ti da dei benefici..hai fatto bingo!!! non guasta, anzi ,
una piccola ripresa in palleggio e in torneo anche solo col cell.
quasi sempre rivedere  quel passante vincente che ci ha illuso di essere parenti stretti di Roger, ci riporta alla realtà.
trasferimento di peso inesistente..preparazione e impatto in ritardo di una vita...catene cinetiche che ci avvicinano alle trottole disperdendo energia ovunque..e tanto altro...ma serve un mare di passione...umiltà..poche parole e molto molto lavoro senza aspettarsi nulla subito.

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Osservazione giustissima: IL MURO!

Grande alleato... economico, sincero e soprattutto allenante!

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[quote="Sonny Liston"]Osservazione giustissima: IL MURO!

Grande alleato... economico, sincero e soprattutto allenante![/quote]
buon tennis a tutti
si ma un despota: NON cede mai!
buona serata

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dani81 ha scritto:
Purtroppo spesso manca il tempo per riuscire a lavorare su tutti gli aspetti. Avendo due, tre ore a settimana a disposizione non si possono "fare miracoli" e bisogna scegliere se giocare con l'agonista, fare preparazione atletica e svolgere l'ora con il maestro. Chiaramente, si fa quello che si può...


Ma tu a quale livello/classifica aspiri?! Vuoi vincere più partite oppure che ne sò diventare 4.1 FIT? Smile

Io al momento non faccio tornei, ma nell'ultimo periodo posso dire di aver giocato decisamente meglio (ho vinto più set di prima), dopo un infortunio avuto quest'estate.

Per riprendermi però ho fatto tante ore di allenamento da solo, provando sostanzialmente il servizio, con qualcuno ho fatto anche solo palleggi ed infine pure una lezione con un maestro (strada però un po' costosa!).

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wetton76 ha scritto:
dani81 ha scritto:
Purtroppo spesso manca il tempo per riuscire a lavorare su tutti gli aspetti. Avendo due, tre ore a settimana a disposizione non si possono "fare miracoli" e bisogna scegliere se giocare con l'agonista, fare preparazione atletica e svolgere l'ora con il maestro. Chiaramente, si fa quello che si può...


Ma tu a quale livello/classifica aspiri?! Vuoi vincere più partite oppure che ne sò diventare 4.1 FIT? Smile

Io al momento non faccio tornei, ma nell'ultimo periodo posso dire di aver giocato decisamente meglio (ho vinto più set di prima), dopo un infortunio avuto quest'estate.

Per riprendermi però ho fatto tante ore di allenamento da solo, provando sostanzialmente il servizio, con qualcuno ho fatto anche solo palleggi ed infine pure una lezione con un maestro (strada però un po' costosa!).

Ti direi 3.5 FIT ma mi interessa di più riuscire a migliorarmi tecnicamente giocando in modo più vario (prima di servizio e non due seconde, scendere di più a rete, giocare meglio il back ecc) per divertirmi di più. Mi rendo conto della difficoltà ma spesso è anche un "problema mentale" giocare solo i propri colpi sicuri e non quelli in via di miglioramento. Ora, in una partita d'allenamento provo a giocare anche i colpi meno sicuri (con il rischio di perdere qualche game in più) per trovarmi preparato in partita. Sembra un discorso scontato quello di sperimentare nuovi colpi in allenamento ma non è così...vedo certi giocatori che pur di non perdere alzano e remano giocando sempre nella stessa maniera.

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Innanzitutto concordo con Vet che ha sintetizzato bene quello che volevo dire nei miei interventi.

Il maestro serve, perché ti guarda dall’esterno e sa dirti non solo ciò che non va sui punti deboli, ma anche e soprattutto cosa va migliorato sui punti forti.

Spesso, oltre ad evidenti mancanze, non ci accorgiamo che anche dove sembra funzionare tutto, magari abbiamo cronicizzato un difetto che non ci fa rendere al meglio.

E’ facile autodiagnosticarmi l’errore sul colpo che so essere il mio colpo debole (piedi, spalla, apertura etc…) è più difficile vedere dove sbaglio sui punti che credo essere dei punti forti.

Senza un maestro non ce ne accorgiamo mai e con un maestro, lavorando proprio per migliorare i colpi più forti si diventa più forti, non c’è dubbio.

Molti sostengono che se Sampras avesse avuto un buon rovescio sarebbe stato imbattibile e magari giocherebbe ancora vincendo con tutti (estremizzo il concetto).

Ma Sampras non aveva un brutto rovescio, anzi, è che confrontato con il suo dritto, sembrava un colpo normale.

Ma era il dritto ad essere stratosferico, oltre che il servizio.

Pensate se per guadagnare un 5% in più sul rovescio avesse perso il 2% di servizio ed il 3% di dritto, avrebbe vinto di più?

Secondo me no.

Avrebbe vinto di più se avesse guadagnato solo l’1% in più sul dritto ed il servizio, senza migliorare sul rovescio.

Stesso discorso al contrario su Edberg.

Ma come glielo cambi quel dritto? Con quell’impugnatura?

Ma tieni il rovescio al livello stratosferico e non perdere niente sulle volèè e vai alla grande.

Quando ho voluto migliorare il mio rovescio in top, il mio maestro prima mi ha sistemato il back, e poi abbiamo lavorato sul top, e nel mentre abbiamo dato anche più forza al dritto, colpo col quale gestisco lo scambio.

Stravolgere è davvero complicato, non è impossibile sia chiaro, nessuno lo sta dicendo, ma è complicato.

Se sei un amatore ed hai tutto il tempo del mondo puoi provare a farlo, ma se fai tornei è davvero difficile.

A chi scrive che per vincere bisogna divertirsi dico che le mie vittorie più belle, al mio infimo livello di pippa galattica, come quello di tutti voi del forum (maestri esclusi chiaramente…), le ho conseguite spesso giocando un tennis redditizio, noioso, che uscito dal campo mi veniva da vomitare a pensare a come avevo giocato.

Tutte le volte che mi sono divertito giocando un tennis champagne ho perso.

Sai quante volte sono uscito dal campo e mi sono dovuto sentire frasi del tipo “ammazza quanto giochi bene, ma quanti anni hai? Complimenti, che colpi? Certo se ti allenassi di più…” ed avevo perso la partita????

Quindi certi discorsi lasciano il tempo che trovano, se giochi in torneo devi vincere, non divertirti.

Ad altri  livelli la capacità tecnica e fisica ti consente anche di vincere facendo il tuo tennis divertente, ma al livello di “pippa galattica” il divertimento è spesso direttamente proporzionale all’entità della sconfitta.

La frase tipica a fine partita è: però mi sono divertito!!

Ahhh che soddisfazione pronunciarla mentre l’altro porta il tubo di palle al giudice arbitro e gli consegna il punteggio col quale ti ha stracciato: 63 63.

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Visto che hai citato Sampras, ho trovato questa bella clip di una semifinale agli US Open 1990:

McEnroe prova a distrarre Sampras cercando di disturbare il suo turno di servizio, ma ottiene l'effetto contrario, Sampras mette infatti a segno un altro ace! Smile




Da un punto di vista tecnico, invece, in quest'ultimo periodo ho analizzato un po' il servizio di Sampras, che secondo Panatta aveva una meccanica perfetta.
La cosa che ho cercato di "copiare" è la testa della racchetta che parte dal basso in modo da avere la massima escursione e quindi ottenere la massima potenza (anche Camporese faceva un movimento simile con la testa della racchetta che sale dal basso).

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Il servizio di Sampras è "il Servizio".

Ma lascia perdere le analisi del caso, non era l'escursione della testa della racchetta a fare la differenza, ma era soprattutto l'arco dorsale che riusciva a produrre in fase di caricamento che poi gli faceva scaricare a terra la potenza.

Quel servizio non è solo frutto di talento, ma di anni ed anni di allenamento maniacale.

Per questo dico che è meglio puntellare, consolidare e migliorare i punti forti (RAGIONE) e poi provare a lavorare sui punti deboli (ISTINTO).

A volte per trovare la soluzione al problema basta rovesciare i puntii vista.

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Non dico di giocare in partita un "tennis champagne" ma di provare nuove soluzioni con degli avversari più deboli e con evidente vantaggio nel game. Se sono 40/0 e, solitamente gioco sempre due seconde, provo la prima... così prendo confidenza con il colpo. Magari vado a rete solo per una facile vole` ma ci vado. Se rimango ancorato solamente al mio "gioco percentuale" non miglioro...ovviamente è solo una mia opinione.

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Se stai giocando un partita di allenamento puoi fare come vuoi, se stai giocando una partita di torneo e stai 40-0 vedi di portare casa il punto prima possibile anche con un colpo steccato che prende il nastro e poi la riga, che gli devi chiedere scusa tre volte, invece di cazzeggiare a fare prove.

Le prove si fanno solo in allenamento, e non si fanno una tantum per migliorare.

Per migliorare le devi ripetere costantemente, finchè nno diventano automatiche, altrimenti come ha già detto Sonny, quando sei in partita vera, o torni a fare sempre quello che ti fa sentire più sicuro, o se fai una prova una volta ti dice bene e 9 volte ti dice male.

E' statistica reale, non sono ipotesi.

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spalama ha scritto:

Per questo dico che è meglio puntellare, consolidare e migliorare i punti forti (RAGIONE) e poi provare a lavorare sui punti deboli (ISTINTO).


Occhio, perché obiettivo dell'avversario è insistere sui tuoi punti deboli. Più deboli sono peggio sei messo. Un po' come in una partita di pallavolo, se dei sei in campo ce n'è uno chiaramente più debole degli altri,  puoi giurare che il 90% delle palle arriveranno nella sua zona. 
Non credo che sia meglio lavorare prima sui punti di forza e solo dopo su quelli deboli. Entrambi gli obiettivi ti daranno qualcosa, in attacco i primi, in difesa i secondi. 
Quanto peseranno dipenderà dall'avversario che ti troverai di fronte. Un attaccante riuscirà facilmente ad approfittare dei tuoi punti deboli, un "difensore" - chiamiamoli così - potrai batterlo meglio se riuscirai a far prevalere i tuoi punti di forza.

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Però dipende anche dalla situazione di punteggio, un discorso è essere 4/0 40/15, un conto è avere un incontro combattuto. Anche i big giocano a seconda del punteggio, certe volte si prendono dei rischi in determinate situazioni.
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