Mi sono imbattuto in questo articolone e ve lo riporto [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Innanzitutto faccio un grande plauso agli ideatori e all'iniziativa, assolutamete speciale e interessante che spero incontri il successo che merita. Dalle foto delle racchette mi pare chiaro che siete partiti da 2 stampi, uno di quelli proprietari di Artengo (inconfondibili gli steli) ed un'altro che sembra il classico Head MP.
Visto che sul forum è presente Raffaello Barbalonga colgo l'occasione per rivolgergli qualche domanda su questa linea di prodotti
che mi viene spontanea dopo aver letto l'articolo che mi ha instillato molta curiosità.
Dal sito del Decathlon ho notato che non sono più listate le 920/930 che erano quelle fatte con uno stampo simil-prestige, quindi quella racchetta viene cessata come prodotto Artengo (sul sito non è più listata) e reincanalata nella linea Artech? Se è possibile saperlo si tratta di un'operazione di valorizzazione del medesimo prodotto o a seguito degli studi hai fatto introdurre delle modifiche di costruzione? In sostanza andate a valorizzare meglio le qualità esistente e non adeguatamente commercializzate o andate ad aggiungere altra qualità e innovazione a prodotti già buoni?
Nell'articolo dici di rivolgerti agli appassionati, partendo dall'assunto che l'appassionato ha esigenze diverse (e implicitamente inferiori) rispetto all'agonista/professionista. Secondo me questo punto di vista, commercialmente parlando, è un grosso errore.
Nello sport c'è sempre l'elemento competitivo e a nessuno piace essere inquadrato, anche se sa di esserlo, come amatore di turno perchè taglia le gambe alla potenzialità, alla speranza di miglioramento, motore dell'impegno della persona, e questa tendenza è palesemente riflessa sul mercato degli attrezzi sportivi, viceversa non vedresti principianti e amatori armati di PS97, Blade, Radical, PD-APD, Prestige e quant'altro circola in ATP. Da qui lancio una domanda e un suggerimento. Il progetto è interessante, alle spalle ci sono persone valide e intelligenti, è un'iniziativa senza precedenti. Probabilmente avete già in mente un lancio coi fiocchi, ma sei sicuro che una linea di racchette del genere non meriti di godere di un traino commerciale in competizioni ufficiali di medio livello dove ancora non girano troppi soldi ma hanno un seguito vicino all'utente finale appassionato? La contestualizzazione del prodotto, l'inserimento fra una concorrenza selezionata è propaganda esso stesso. Al sodo, perchè non provate a metterle in mano ai terza categoria? Le caratteristiche intrinseche dell'attrezzo lo permetterebbero o si tratta di telai materialmente inadeguati per quel livello di giocatori? Scusa le tante domande ma il progetto è veramente interessante e mi ha animato molta curiosità
In definitiva: "cosa volete fare da grandi"?
Volete fare la Artengo "deluxe" confinata nel mondo Decathlon o volete uscire dalla cuccia e andare a giocare con gli altri?
Tanti Auguri, e buona fortuna
L’immagine di unRaffaello Barbalonga, un grande esperto di evoluzione delle racchette nella storia, ma soprattutto di tecniche costruttive della grafite, porta avanti da qualche anno una ricerca il cui scopo è quello di valorizzare la tecnicità dei servizi e delle competenze nel comparto tennis. In relazione a queste considerazioni, non potevo esimermi dal chiedergli come stesse procedendo e quali fossero gli out-put, perché il progetto mi piace, è ambizioso ed ha a che fare con il tennis giocato, quello dedicato agli appassionati.
Raffaello Barbalonga davanti alla sua famosa rastrelliera di telai storici
Come nasce il Progetto? Qual è il principio ispiratore?
Il progetto Artech nasce dalla necessità di scollegare il marchio Artengo dalla percezione di prodotto economico, come viene ingiustamente etichettato. Ci stiamo concentrando sul vero fruitore del prodotto, l’appassionato, che ha esigenze diverse rispetto al professionista e che vuole, allo stesso tempo, un telaio di qualità, giocabile, solido e appagante su tutti i fronti.
Qual è l’obiettivo? Cosa volete realizzare con le nuove Artech?
L’obiettivo è unico, fornire un prodotto sviluppato in campo, con e per gli appassionati di tennis, che piaccia per la resa e che sia soddisfacente anche a livello estetico, con scelte cromatiche che ricalchino il carattere agonstico delle nuove racchette. Allo stesso tempo, la base di partenza è quella di offrire una prodotto di qualità, per materiali impiegati e comportamento dinamico, e per questo abbiamo sviluppato un prodotto che non è votato all’economia, ma alla prestazione. In poche parole, abbiamo voluto realizzare le Pro Stock di Artengo, materiali di qualità e telai messi a punto da una squadra di tecnici.
A parte te, chi ha lavorato al progetto?
In Decathlon Modena si è creato una sorta di laboratorio dove facciamo ricerca e sviluppo e privilegiamo i servizi tecnici come l’incordatura e la customizzazione. In questa direzione abbiamo presto coniugato le nostre progettualità con il know how di Pro-T-One, dell’Ing. Gabriele Medri, dando vita a tante idee nel cassetto. Parallelamente é nato il gruppo ”Quindicizero” che si occupa di eventi che hanno l’obiettivo di dare consapevolezza al tennista contemporaneo.
Dal punto di vista delle racchette, da dove siete partiti?
Il tutto è cominciato quando ho visto come fossero all’interno le nuove Artengo TR990. Completamente piene e con la balsa e core foam, una manifattura assolutamente di alto alto livello. Mi sono chiesto quanto costasse produrre un telaio di quel genere. Le ho fatte analizzare a Gabriele Medri ed anche lui è rimasto di stucco. In effetti l’aspetto tecnologico di questi telai era troppo in ombra. Ho chiesto in azienda e mi hanno fatto parlare direttamente col capo prodotto a Shenzhen. Lui mi ha confermato che i prodotti erano realizzati con stuoie complesse, non semplici plain wave, ma twill di origine Japan, i migliori in circolazione. A quel punto abbiamo pensato che forse era giusto evidenziare questi prodotti ingiustamente etichettati come ”economici”.
Materiali di qualità, ma su quali telai li avete applicati?
Abbiamo fatto diverse prove e sono in arrivo altri telai definitivi, ma per ora posso dirti che il telaio che presenteremo a breve è basato su uno stampo H21, 97,5 pollici, già presente nella linea Artengo, sotto il nome di TR930, ma non valorizzato a dovere. Si tratta di una racchetta boxed beam, dal gusto classico e agonistico, pastosa e stabile, con un dato di flessibilità pari a 57 punti Ra, che garantisce quella sensibilità dell’attrezzo, che gli appassionati vogliono ritrovare nel proprio telaio. Abbiamo allo studio, poi, un modello profilato, per coprire la fascia di utenti che ricercano un telaio, sempre di qualità, ma più facile da gestire.
Riguardo al peso della racchetta, cosa avete scelto?
Tre pesi diversi, 305, 315 e 325, di cui l’ultima è denominata “Nos”, per l’effetto spinta che consente la massa del telaio.
Quindi, state tentando anche di cambiare l’appeal del marchio, ma l’estetica del prodotto?
Esatto. Abbiamo ridefinito i parametri di un telaio che sarebbe stato pienamente degno del mercato, ma forse a causa di alcuni particolari, non era stato apprezzato. Abbiamo lavorato sulle caratteristiche tecniche e dinamiche, quelle che devono costituire il vero appeal del prodotto e che devono rappresentare il motivo di scelta di una racchetta rispetto ad un’altra. Ovviamente, abbiamo rivisitato anche il look, con delle livree più austere e meno vivaci, perché l’estetica deve trasmettere quel senso di agonismo per cui è stata creata. Ho avuto modo di far vedere le nuove racchette ad alcuni clienti e subito mi hanno chiesto se potessero acquistarle.
Considerando il lavoro che c’è dietro al progetto Artech e i materiali adoperati, il prezzo non sarà in linea con lo spirito Decathlon?
Assolutamente, qualora il progetto prendesse vita commerciale, il prezzo resterebbe contenuto, ben oltre ogni aspettativa e nella filosofia del brand. Questo è un segnale che dovrebbe far riflettere gli appasionati sul rapporto qualità/prezzo dei prodotti che acquistano.
Innanzitutto faccio un grande plauso agli ideatori e all'iniziativa, assolutamete speciale e interessante che spero incontri il successo che merita. Dalle foto delle racchette mi pare chiaro che siete partiti da 2 stampi, uno di quelli proprietari di Artengo (inconfondibili gli steli) ed un'altro che sembra il classico Head MP.
Visto che sul forum è presente Raffaello Barbalonga colgo l'occasione per rivolgergli qualche domanda su questa linea di prodotti
che mi viene spontanea dopo aver letto l'articolo che mi ha instillato molta curiosità.
Dal sito del Decathlon ho notato che non sono più listate le 920/930 che erano quelle fatte con uno stampo simil-prestige, quindi quella racchetta viene cessata come prodotto Artengo (sul sito non è più listata) e reincanalata nella linea Artech? Se è possibile saperlo si tratta di un'operazione di valorizzazione del medesimo prodotto o a seguito degli studi hai fatto introdurre delle modifiche di costruzione? In sostanza andate a valorizzare meglio le qualità esistente e non adeguatamente commercializzate o andate ad aggiungere altra qualità e innovazione a prodotti già buoni?
Nell'articolo dici di rivolgerti agli appassionati, partendo dall'assunto che l'appassionato ha esigenze diverse (e implicitamente inferiori) rispetto all'agonista/professionista. Secondo me questo punto di vista, commercialmente parlando, è un grosso errore.
Nello sport c'è sempre l'elemento competitivo e a nessuno piace essere inquadrato, anche se sa di esserlo, come amatore di turno perchè taglia le gambe alla potenzialità, alla speranza di miglioramento, motore dell'impegno della persona, e questa tendenza è palesemente riflessa sul mercato degli attrezzi sportivi, viceversa non vedresti principianti e amatori armati di PS97, Blade, Radical, PD-APD, Prestige e quant'altro circola in ATP. Da qui lancio una domanda e un suggerimento. Il progetto è interessante, alle spalle ci sono persone valide e intelligenti, è un'iniziativa senza precedenti. Probabilmente avete già in mente un lancio coi fiocchi, ma sei sicuro che una linea di racchette del genere non meriti di godere di un traino commerciale in competizioni ufficiali di medio livello dove ancora non girano troppi soldi ma hanno un seguito vicino all'utente finale appassionato? La contestualizzazione del prodotto, l'inserimento fra una concorrenza selezionata è propaganda esso stesso. Al sodo, perchè non provate a metterle in mano ai terza categoria? Le caratteristiche intrinseche dell'attrezzo lo permetterebbero o si tratta di telai materialmente inadeguati per quel livello di giocatori? Scusa le tante domande ma il progetto è veramente interessante e mi ha animato molta curiosità
In definitiva: "cosa volete fare da grandi"?
Volete fare la Artengo "deluxe" confinata nel mondo Decathlon o volete uscire dalla cuccia e andare a giocare con gli altri?
Tanti Auguri, e buona fortuna