wetton76 ha scritto: Dagoberto ha scritto: wetton76 ha scritto: ...
non mi sembra un approccio corretto chiamare buone palle che all'inizio contano poco e poi magari su quelle importanti fare altre valutazioni, come chiamare out palle che sono nettamente dentro solo per "restituire il favore", per prima cosa si deve cercare di essere sportivi e accettare con serenità anche una eventuale sconfitta.
Quando si hanno dei dubbi su certe chiamate è meglio chiarirsi subito con il proprio avversario, usando delle argomentazioni valide e cercando di non essere offensivi.
Un momento ...
... perchè è come se avessi la sensazione di essere tirato in causa?
Dici a me, che c'è l'hai con me?
No perchè se ti riferisci al mio post, io non ho detto quello che tu hai aggiunto alle mie considerazioni e qui sopra evidenziato in rosso, frase che rapprenta un tua congiuttura!
Io ho detto solo che ad inizio partita in caso di palle dubbie nel mio campo assegno il punto all'avversario con particolare enfasi (mi ripeto), anche in presenza di forti dubbi, anche a costo di farlo per palle che potrebbero essere/sono, borderline, diciamo 50 e 50, solo per conquistare la fiducia del mio socio e dimostrargli che non sono sul piede di guerra, ma sono li per giocare a tennis . Se la palla è palesemente fuori, è fuori, mica prendo in giro il mio socio con il rischio che si senta pure ridicolizzato regalandogli punti. Cerchiamo di capirci, se no diventa complicato offrire un contribbuto di riflessione. Pensare, poi, di farlo per racimolare punti dubbi più avanti con una sorta di compensazione algebrica e dietrologia
farina del tuo sacco , non mettermi in bocca parole non dette, tantomeno assegnarmi pensieri poco virtuosi senza conoscermi. Suvvia, sii galantuomo
.
Per i dubbi, poi, come già detto c'è un regolamento FIT, se la palla dubbia è nella mia metà campo decido io, se è in quella del mio socio decide lui, punto.
Ciao Dagoberto,
nel testo evidenziato in rosso hai in realtà collegato due frasi che fanno riferimento a due approcci diversi, scritti nei post precedenti non da me!
Il concetto che ho espresso mi sembra molto chiaro e lineare, una pallina deve essere valutata nel modo più possibile obiettivo, senza farsi condizionare dal punteggio o altri fattori. Se non c'è buon feeling con il proprio avversario, la prima cosa da fare è cercare di chiarirsi.
Il regolamento FIT è quello, ma a meno che non ci sia in campo un arbitro, fà solo affidamento al buon senso, senza alcuna garanzia che le chiamate siano sempre giuste.
Buon tennis, e alla prossima!
Ovvio che "...una pallina deve essere valutata nel modo più possibile obiettivo, senza farsi condizionare dal punteggio o altri fattori.", ma ciò è solo un desiderata, un'affermazione di principio, è un po' come dire:"è meglio essere giusti ed onesti che ingiusti e disonesti!".
Il tema è come gestire ciò quando non accade e siccome succede anche in una partita di tennis amatoriale, è utile seguire strategie, modus operandi, escamotages, chiamiamoli un po' come vogliamo, nell'intento che ciò non accada.
Quanto da me proposto è un metodo, può piacere oppure no ed è sicuramente perfettibile, ma la mia esperienza mi suggerisce una sua efficacia.
Circa il chiarirsi con il proprio avversario durante una partitella, che dire, già il tempo per giocare è quello che è, non mi interessa dedicarlo a chiarimenti in mezzo al campo, tenuto conto, poi, che molto probabilmente ogni contendente rimarrebbe delle proprie convinzioni e si andrebbe incontro ad un inevitabile estenuante scambio di vedute, senza, peraltro, avere la certezza della bontà del proprio punto di vista ...
, ecco perchè è utile, come estrema ratio, il regolamento FIT, da un lato decido io, dall'altro decidi tu
. Il problema è anche dettato dal fatto che non tutti conoscono questa regola