drichichi@alice.it ha scritto: Ecco! Adesso ditemi che il tennis che vediamo oggi può minimamente essere paragonato a questo visto in pochi palleggi. Il tennis classico, tattica, studio dell'avversario, gioco più lento ma più preciso, racchette di legno ma pochi infortuni, vivere la gioia di giocare anche se con le articolazioni a pezzi ed i muscoli indolenziti. Accettare i compromessi purché giocare. Io che giocavo con la radical 370 gr finita, adesso gioco con racchette che in proporzione sono pesi piuma. Ma la sensazione di scendere in campo e sentire l'odore della terra rossa, l'odore della racchetta appena incordata, la bellezza stessa di vederla incordare, e potrei stare qui tutto il giorno a fare un elenco lunghissimo ma quello che voglio dire è, non vi mancano McEnroe/Lendl, Connors/Leconte, Noah/Clerc, Borg/Laver... Non vi manca il vero tennis? Cos'è diventato questo boom boom boom???
Il tennis è cambiato e non credo ci si possa fare nulla, purtroppo. A me non dà fastidio tanto il fatto che ci si prenda a pallate quanto il fatto che si tenda sempre più ad aspettare l'errore dell'avversario invece che provare a chiudere il punto dopo qualche scambio. Diventa una guerra di nervi più che una partita di tennis: l'equivalente di due squadre di calcio catenacciare che si sfidano fino ad aspettare l'errore dell'avversario al 90" e chiudere la partita 1-0, magari con un gollonzo. Guardare Djokovic e Murray giocare in quel modo l'uno contro l'altro, in finale all'AO, mi ha fatto annoiare da matti. Ormai si insegna anche ai bambini a giocare così, e per ogni simil-Dimitrov in circolazione ci sono 200 automi pallettari tutti uguali. Questo fa sì che poi chi vince sia l'atleta migliore coi nervi più saldi, più che il tennista con più tocco e talento (tanto a rete ormai non ci va più nessuno). La colpa è delle racchette? Delle corde? Del fatto che si insegna a reggere lo scambio più che ad attaccare? Non lo so, ma quel tipo di tennis a me, semplicemente, fa venire sonno.