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Palleggio Vs Partita

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Markus
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Promemoria primo messaggio :

Buongiorno a tutti,

sono contento di essere entrato a far parte di questo forum Smile
Ho letto alcune delle vostre discussioni e sono stato davvero catturato dai contenuti al punto da decidere di iscrivermi.
Anzi, vorrei subito approfittare per avere qualche vostro consiglio: gioco a tennis esattamente da un anno (ho imparato piuttosto tardi, da adulto...ma meglio tardi che mai!), tralascio i miei primi 7 mesi di corso che sono stati davvero frustranti poiché mi sentivo l'antitesi dello sport (movimenti da impedito per intenderci e per uno che ha sempre fatto sport non è accettabile), ora però se posso gioco anche tutti i giorni e mi diverto un mondo! il punto è che riesco a palleggiare in maniera molto spinta con chiunque, ragazzini della scuola tennis, coetanei che giocano da anni, inesperti alle prime armi (mi piace confrontarmi con tutti, in modo da provare tutti i tipi di palle: sporche, da pallettaro ecc. ecc.) e devo dire che non sembrerei neanche tanto male, tuttavia sebbene in palleggio sia in grado di fare tutto quasi alla perfezione, con gli stessissimi avversari, in partita, divento totalmente un'altra persona: braccino rigido, gambe dritte e tutto ciò che di più sbagliato si possa fare. Per superare il muro della partita ho iniziato a giocare in continuazione e con chiunque...psicologicamente non ho più la tensione pre-partita né durante (tipo quel pugno allo stomaco) ma non c'è niente da fare, non riesco a fare il mio solito gioco, sparo tutte le palle fuori, non faccio i movimenti di chiusura (soprattutto colpendo di dritto) ecc. ecc. ecc.
Insomma: che consigliate? ho letto altre discussioni a riguardo su questo forum; è un ostacolo che si supera col tempo? sto facendo bene a fare quante più partite possibili?

Buon tennis a tutti

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Un consiglio che darei anche a me stesso è quello di pormi degli obiettivi da raggiungere in corso d'opera durante la partita, a seconda del risultato ovviamente.
Esempio: l'avversario mi è scappato 3-0 e devo servire, obiettivo: occorre necessariamente fare questo game per evitare di perdere il set!
Oppure, sto sul 5-3 e servo per il set, obiettivo: non avere un calo di concentrazione per portare a casa il set in sicurezza.
Non so se questo sia un approccio Gilbertiano, cmq bisogna ogni tanto pensare durante la partita per evitare che ci sfugga via di mano, o no?

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Altro grande problema quando devi fare partita con chi non ti fa neanche palleggiare in riscaldamento perchè al terzo colpo sbaglia... quindi giochi senza provare un colpo... sono d'accordo sul non pensare troppo che fa sbagliare, ma almeno la decenza di un riscaldamento, quella si!!!

descriptionPalleggio Vs Partita - Pagina 2 EmptyAnche a me!!

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vicious ha scritto:
Adolfo ha scritto:
Markus, il miglior modo per giocare la partita al pari di come fai in palleggio è quello di divertirti in partita al pari di come fai in palleggio.


Grande verità. Purtroppo per me non così semplice da mettere in pratica. Giusto ieri sera ho giocato nel campionato del mio circolo. L' avversario é un giocatore catalogabile come pallettaro. Sono partito lasciando andare il braccio quasi come in palleggio. Mentirei se dicessi che ero sereno e spensierato come in palleggio, ma cercavo di rilassarmi dicendomi che "sono ad un livello amatoriale, non devo pensare al risultato ma a far bene i movimenti, è una partitella tra amatori", poi però piano piano, ecco che ho iniziato a giocare a specchio. E piano piano, giocando a specchio e non essendo un pallettaro, ecco che ho iniziato a fare errori da "braccino" che mi fanno imbestialire. Com'  andata? Primo set ero avanti 5/4 e servivo per il set. Sul 40/15 ho avuto 2 set point. Annullati. Sul 40 pari altri 2 set point. Annullati. Ho perso il game. Lui é salito 6/5. Servivo per andare al tie break. Sino a quel momento su 5 turni di battuta solo 1 doppio fallo. Sono riuscito a commettere 2 doppi falli nello stesso game, uno sul suo unico set point, e perdere il set 7/5. Potete immaginare. L' incredibile Hulk s' é impossessato di me. Secondo set non sono riuscito a smaltire le scorie della rabbia e ho perso 7/5 6/2. Morale: io ci sto provando a ripetermi che le partite servono per migliorare e che l' unico modo per migliorare é fare il mio gioco d' attacco, concentrandomi sui movimenti e non sul risultato, indipendentemente da chi c' é di là dalla rete. Poi però, se la partita è un' amichevole con un amico ci riesco, ma quando si tratta di torneo o campionato (ripeto, parliamo di amatori, non sono in classifica FIT) poi non ce la faccio...consigli?


Purtroppo anche a me succede molto spesso di vivere queste situazioni!

Nonostante sia perfettamente cosciente e consapevole che la "partita" non conta assolutamente niente, ma anzi è un'occasione per stare in compagnia con amici che condividono la stessa passione, quando c'è il 15 di mezzo perdo totalmente la capacità di ragionare e non sono più razionale, ma MOLTO emotivo. Mi trasformo in una bestia incontrollata!

Il peggio è che nonostante me ne renda conto non riesco più a tornare in me e spesso rovino tutto con scatti d'ira fuori luogo e ingiustificati.

Quando sono in torneo poi, tornei sociali non FIT oltretutto, la cosa è ancor più pesante.

Secondo me, facendo parte anche questo dell'essere un "giocatore", il mio ego non riesce a gestire l'ansia da prestazione e non mi fa accettare di essere un mediocre quando invece penso di essere "bravo".

Perché, confessiamocelo, nessuno di noi accetta di considerarsi un mediocre e quando la situazione ce lo evidenzia si va in TILT!!!

Ho letto vari libri in merito, ma il risultato è sempre lo stesso!

Darti un consiglio è molto difficile, se però, come me non riesci a controllare/gestire questi stress, forse è meglio lasciar perdere, almeno per qualche tempo.

Con molta umiltà ti dico questo perché a me tutto ciò genera molta amarezza e tristezza interiore nel constatare di non riuscire a dominare "la bestia", e mi dispiacerebbe che ciò possa capitare anche a te. Vi sembrerò troppo catastrofico, ma i sacrifici in termini di tempo e denaro dedicati non sono pochi, e vedermeli rovinati da me stesso mi manda fuori. Mina alla mia autostima più questa incapacità che il perdere.

Se ti piace veramente giocare a tennis e riesci ad accontentarti a non fare i tornei, qualunque essi siano, allora puoi fare delle belle ore di palleggi con serenità e scioltezza e sicuramente il fisico e la mente ne troveranno un gran beneficio, ma se prima o poi arriva il momento che decidi di fare "partita" e non hai accettato/metabolizzato di considerarti un "mediocre" (nel senso che potrai anche perdere o giocar male, o non come ti piacerebbe) allora sono cavoli.

Rifletti molto e spero per te che tu riesca a sconfiggere i tuoi demoni!!!! ;-)

Buon tennis

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Se posso dire la mia "il quindici di mezzo" è l'essenza stessa del tennis per cui prima o poi (meglio prima) bisogna imparare a gestirlo anche passando dalla fase (che è una fase) "ma in palleggio gioco meglio". Bisogna solo fare tante partite e capire/accettare che quando c'è una posta in palio all'inizio siamo meno rilassati e veniamo sopraffatti, chi più chi meno, dall'ansia di prestazione. Una delle cause è anche la mancanza di solidità dei mezzi raggiunti per cui si hanno acquisiti certi automatismi si ma non in modo così profondo da poterli trasferire in partita in modo ugualmente automatico. Bisogna solo giocare e costruirsi delle routine positive in modo da non autodistruggersi in partenza. Primo guardare bene la palla, poi respirare a fondo tra un 15 e l'altro ripetendosi un piccolo mantra personale (tipo sono calmo e rilassato, è solo una partita di tennis ma la voglio vincere e ogni 15 è importante......... oppure guarda la palla oppure fai le cose semplici) poi concentrarsi sulle corde tra un 15 e l'altro e cercare di reagire allo stesso modo sia ad un punto eccezionale che ad un errore marchiano senza crearsi dei picchi emotivi di esaltazione e frustrazione......insomma è una sfida che vale la pena di essere accettata....piano e non spaccate troppe racchette nel mezzo !!! Very Happy

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Tutto questo lo condivido e so che è vero, lo so veramente!

Non ti nascondo che ho provato, e in alcuni sporadici casi mi è anche riuscito a recitare il mio mantra, ma puntualmente quando per me quel maledetto 15 conta veramente ricado nel dramma! Proprio non riesco a gestire questo stress.

Non riesco a rimanere distaccato come dovrei.

Mi avvilisco, mi incazzo, il cervello diventa marmellata e non vedo l'ora di finire la partita il prima possibile, butto fuori ogni palla senza più giocare e regalo le partite. Invece di cogliere l'occasione per imparare e/o mettere in pratica quello che mi insegnano nel corso.

Mi hanno detto in tanti che dovrei fare molte più partite, ma quando entro in campo sono così insicuro (mediocre) che alla prima difficoltà penso subito che non ne vale la pena, che non dovrei essere lì, che è troppo faticoso, ecc.. insomma tutte le scuse per non affrontare il vero problema e cercare di risolverlo, e allora rinuncio a combattere e faccio di tutto per perdere. Così posso dare ragione a quel me stesso "vigliacco" che mina la mia autostima e che mi ripete in continuazione che non sono così capace come pensavo e che mi fa sempre sottovalutare gli altri.

Naturalmente non mi serve a niente, esco dal campo senza aver imparato e senza essermi divertito, e peggio senza aver fatto divertire nemmeno l'altro.

Per fortuna per ora racchette non ne ho spaccate, mi sono "limitato" a buttare fuori diversi tubi di palline!!! Very Happy

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Aggiungo un concetto un po Taoista. Per divertirsi in entrambi i casi bisogna portare un po' di partita in palleggio e un po di palleggio in partita. E per farlo consapevolmente bisogna essere in grado di gestire e padroneggiare entrambe le situazioni senza dimenticarsi mai che in questo sport il fine ultimo è la partita e il palleggio serve come allenamento per giocare meglio in partita.

Palleggio e partita quindi sono entrambi necessari per la propria evoluzione tennistica. Il primo perchè ti permette di colpire la palla liberamente, sentire il colpo e giocare in totale relax. E poi c'è palleggio e palleggio. Quello al centro del campo in relax e andando sciolti serve sia come riscaldamento che come practise per concentrarci sull'esecuzione. Poi possiamo cominciare a palleggiare sulle diagonali prima senza tornare al centro e poi tornando al centro perchè non dimentichiamoci che il tennis è uno sport di movimento. Poi possiamo cominciare a palleggiare con degli obbiettivi : 5 scambi (incrociati, lungolinea, a piacere) e poi si gioca il punto. Immaginario o tenendo un punteggio tipo tie break. Oppure provare schemi. Tutto questo serve per andare in partita senza giocare a caso o in modo "disordinao" presi dall'ansia di dover chiudere il punto troppo presto con soluzioni improbabili o conigliare a braccino piegato. Poi bisogna giocare le partite al meglio e bisogna stare sul pezzo si ma mantenere un livello di decontrazione e di scioltezza da palleggio per rendere al meglio e divertirsi punto dopo punto. Infine, per chi si vuole cimentare in modo più serio e agonistico, ci sono i tornei dove l'aspetto competitivo viene estremizzato. Qui inizia il bello e per non "sbroccare" bisogna recuperare tutto quello che si è costruito in allenamento (sia palleggio che partita) e ci può volere del tempo prima di riuscirci....Il tutto senza una vera contrapposizione di opposti ma da vedersi come un continuum evolutivo che accompagna tutta la vita di un tennista e se vale per i pro che fanno lo stesso può valere anche per i tennisti amatoriali no ?

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vicious ha scritto:
Adolfo ha scritto:
Markus, il miglior modo per giocare la partita al pari di come fai in palleggio è quello di divertirti in partita al pari di come fai in palleggio.


Grande verità. Purtroppo per me non così semplice da mettere in pratica. Giusto ieri sera ho giocato nel campionato del mio circolo. L' avversario é un giocatore catalogabile come pallettaro. Sono partito lasciando andare il braccio quasi come in palleggio. Mentirei se dicessi che ero sereno e spensierato come in palleggio, ma cercavo di rilassarmi dicendomi che "sono ad un livello amatoriale, non devo pensare al risultato ma a far bene i movimenti, è una partitella tra amatori", poi però piano piano, ecco che ho iniziato a giocare a specchio. E piano piano, giocando a specchio e non essendo un pallettaro, ecco che ho iniziato a fare errori da "braccino" che mi fanno imbestialire. Com'  andata? Primo set ero avanti 5/4 e servivo per il set. Sul 40/15 ho avuto 2 set point. Annullati. Sul 40 pari altri 2 set point. Annullati. Ho perso il game. Lui é salito 6/5. Servivo per andare al tie break. Sino a quel momento su 5 turni di battuta solo 1 doppio fallo. Sono riuscito a commettere 2 doppi falli nello stesso game, uno sul suo unico set point, e perdere il set 7/5. Potete immaginare. L' incredibile Hulk s' é impossessato di me. Secondo set non sono riuscito a smaltire le scorie della rabbia e ho perso 7/5 6/2. Morale: io ci sto provando a ripetermi che le partite servono per migliorare e che l' unico modo per migliorare é fare il mio gioco d' attacco, concentrandomi sui movimenti e non sul risultato, indipendentemente da chi c' é di là dalla rete. Poi però, se la partita è un' amichevole con un amico ci riesco, ma quando si tratta di torneo o campionato (ripeto, parliamo di amatori, non sono in classifica FIT) poi non ce la faccio...consigli?


L'errore è in grassetto.
Premettendo che finchè non si acquisisce una certa consistenza (quindi sbagliare poco) e una certa esperienza sul campo saranno sempre partite diaboliche, ma devi prima capire un punto fondamentale.
In partita si gioca per vincere, e ti dirò di più: nel tennis si gioca per vincere, anzi in qualunque gioco inventato dall'uomo l'obiettivo è ,comunque, vincere.
Se non accetti questo presupposto non potrai mai vincere con il pallettaro, nemmeno la partitina della domenica e probabilmente perderai anche molte partite con gente abbordabile per colpa di questo giudizio negativo nei confronti della vittoria.
Liberatene subito o ti aspettano mesi di frustrazioni, io te lo dico.

Distingui subito due universi: l'universo "allenamento" e l'universo "partita" e non sono intersecabili.
In allenamento si prova. Se decidi "allenamento" allora puoi anche fare qualche punto e provare i colpi, perchè l'obiettivo non è il 15.

Viceversa nell'universo partita conta il 15 e quindi devi mettere in prativa quello che hai imparato in allenamento.
Nell'universo partita conta solo il risultato, ed è questa la sua grande nobiltà: la partita ti dice realmente qualè il tuo livello di gioco, quanto hai metabolizzato dal tuo allenamento.

E c'è un solo modo corretto di approciare la partita, affinchè questa possa espletare il suo nobile scopo: giocare per vincere.
E' un check, è il giro di prova in cui si testano le gomme.(la gara è il torneo vero, e quella è un altra storia ancora).

Giocare per NON vincere è da maleducati nei confronti del tuo avversario, e indica paura di affrontare la realtà che si manifesta in partita.

Risolto questo, capirai che con il pallettaro non si può giocare come al solito, non ci sono le condioni per farlo: palla senza peso, zero ritmo, colpi a caso, tattica inesistente.

Devi giocare sul tuo avversario con colpi solidi, semplici e ad una velocità medio bassa.
Devi batterlo sulla tattica, sulla visione di gioco, sul Tennis.

descriptionPalleggio Vs Partita - Pagina 2 EmptyRe: Palleggio Vs Partita

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Aggiungo: il tennis è uno sport tecnico, ma è anche molto istintivo.
Quando giochi in partita non devi pensare al gesto tecnico ma focalizzarti sul risultato, su dove e come vuoi mandare la palla.

Il tuo corpo proverà a mettere in pratica quando ha imparato dal tuo allenamento.
Se sbagli, vuol dire che hai bisogno di ancora allenamento.

Se invece ti accanisic sull 'aspetto tecnico, i tuoi colpi si distruggerrano con il passare dei minuti e ti sembrerà di non aver mai preso una racchetta in mano.

Guarda che questo consiglio vale come un biglietto vincente alla lotteria.

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albs77 ha scritto:
vicious ha scritto:
Adolfo ha scritto:
Markus, il miglior modo per giocare la partita al pari di come fai in palleggio è quello di divertirti in partita al pari di come fai in palleggio.


Grande verità.


L'errore è in grassetto.
Premettendo che finchè non si acquisisce una certa consistenza (quindi sbagliare poco) e una certa esperienza sul campo saranno sempre partite diaboliche, ma devi prima capire un punto fondamentale.
In partita si gioca per vincere, e ti dirò di più: nel tennis si gioca per vincere, anzi in qualunque gioco inventato dall'uomo l'obiettivo è ,comunque, vincere.
Se non accetti questo presupposto non potrai mai vincere con il pallettaro, nemmeno la partitina della domenica e probabilmente perderai anche molte partite con gente abbordabile per colpa di questo giudizio negativo nei confronti della vittoria.
Liberatene subito o ti aspettano mesi di frustrazioni, io te lo dico.

Distingui subito due universi: l'universo "allenamento" e l'universo "partita" e non sono intersecabili.
In allenamento si prova. Se decidi "allenamento" allora puoi anche fare qualche punto e provare i colpi, perchè l'obiettivo non è il 15.

Viceversa nell'universo partita conta il 15 e quindi devi mettere in prativa quello che hai imparato in allenamento.
Nell'universo partita conta solo il risultato, ed è questa la sua grande nobiltà: la partita ti dice realmente qualè il tuo livello di gioco, quanto hai metabolizzato dal tuo allenamento.

E c'è un solo modo corretto di approciare la partita, affinchè questa possa espletare il suo nobile scopo: giocare per vincere.
E' un check, è il giro di prova in cui si testano le gomme.(la gara è il torneo vero, e quella è un altra storia ancora).

Giocare per NON vincere è da maleducati nei confronti del tuo avversario, e indica paura di affrontare la realtà che si manifesta in partita.

Risolto questo, capirai che con il pallettaro non si può giocare come al solito, non ci sono le condioni per farlo: palla senza peso, zero ritmo, colpi a caso, tattica inesistente.

Devi giocare sul tuo avversario con colpi solidi, semplici e ad una velocità medio bassa.
Devi batterlo sulla tattica, sulla visione di gioco, sul Tennis.



Quoto parola per parola quanto detto da Albs...
Aggiungo che Albs, nell'ultimo anno, ha (di gran lunga) migliorato la sua concezione dell'approccio al tennis...
Quindi, complimenti! Palleggio Vs Partita - Pagina 2 622327

A chiosa di questo, aggiungo la frase di uno dei più grandi coach USA: il mitico VIC BRADEN:

"Per vincere, a tennis, non bisogna divertirsi. Occorre giocare il solito, noioso, colpo sicuro"

descriptionPalleggio Vs Partita - Pagina 2 EmptyRe: Palleggio Vs Partita

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Purtroppo questa fase e' molto piu' complicata da superare da Adulti,si nel tennis e in qualsiasi gioco dove ci sia un punteggio lo scopo chiaramente e' quello di vincere,pero' piu' che avere sempre in testa il dover vincere assolutamente bisogna superare la fase del saper perdere,ed accettare gli errori e le sconfitte come parte di un naturale percorso di miglioramento.Tutti ma propio tutti abbiamo passato o passeremo questa fase.premesso che l'allenamento non ha niente a che vedere con la partita,percio' i paragoni tra l'essere bravo in allenamento e fare pena in partita lasciano il tempo che trovano,almeno che non si abbia appena incominciato a fare tornei.In genere questo problema puo 'sorgere per due motivi,ossia divento insicuro perche' anche la mia tecnica e' insicura,oppure sono insicuro perche' effetivamente ho fatto pochi tornei e non riesco ancora a gestire la situazione,per il primo caso la cura e' tanto allenamento tecnico,per la seconda e tante partite,fregandosene altamente dei punti ma cercando di fare del prorpio meglio.Credo che il punto fondamentale sia riuscire a perdere o a sbagliare e ad accettare serenamente quanto qeusto accade.Ora ci saranno sicurmanete volte dove vorresti spaccare tutte le racchette,ma alla fine visto che e' solo uno sport e nessuno deve andare a giocare a Wimbledon o deve viverci giocando,take it easy.

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Sonny Liston ha scritto:

Quoto parola per parola quanto detto da Albs...
Aggiungo che Albs, nell'ultimo anno, ha (di gran lunga) migliorato la sua concezione dell'approccio al tennis...
Quindi, complimenti! Palleggio Vs Partita - Pagina 2 622327

A chiosa di questo, aggiungo la frase di uno dei più grandi coach USA: il mitico VIC BRADEN:

"Per vincere, a tennis, non bisogna divertirsi. Occorre giocare il solito, noioso, colpo sicuro"


Ciao Sonny,
ma quando uno incomincia a non fidarsi delle chiamate dell'altro giocatore come si affronta una situazione del genere?!!
Personalmente è la cosa che più mi fà perdere la concentrazione ed anche la partita (ripensando ai punti precedenti)!

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wetton76 ha scritto:
Sonny Liston ha scritto:

Quoto parola per parola quanto detto da Albs...
Aggiungo che Albs, nell'ultimo anno, ha (di gran lunga) migliorato la sua concezione dell'approccio al tennis...
Quindi, complimenti! Palleggio Vs Partita - Pagina 2 622327

A chiosa di questo, aggiungo la frase di uno dei più grandi coach USA: il mitico VIC BRADEN:

"Per vincere, a tennis, non bisogna divertirsi. Occorre giocare il solito, noioso, colpo sicuro"


Ciao Sonny,
ma quando uno incomincia a non fidarsi delle chiamate dell'altro giocatore come si affronta una situazione del genere?!!
Personalmente è la cosa che più mi fà perdere la concentrazione ed anche la partita (ripensando ai punti precedenti)!


smetti di giocarci

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Sonny Liston ha scritto:
wetton76 ha scritto:

Ciao Sonny,
ma quando uno incomincia a non fidarsi delle chiamate dell'altro giocatore come si affronta una situazione del genere?!!
Personalmente è la cosa che più mi fà perdere la concentrazione ed anche la partita (ripensando ai punti precedenti)!


smetti di giocarci


Giusto!!! A volte purtroppo fà più comodo vedere una pallina in prossimità della linea più fuori che dentro!!!

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Veterano ha scritto:
Purtroppo questa fase e' molto piu' complicata da superare da Adulti,si nel tennis e in qualsiasi gioco dove ci sia un punteggio lo scopo chiaramente e' quello di vincere,pero' piu' che avere sempre in testa il dover vincere assolutamente bisogna superare la fase del saper perdere,ed accettare gli errori e le sconfitte come parte di un naturale percorso di miglioramento.Tutti ma propio tutti abbiamo passato o passeremo questa fase.premesso che l'allenamento non ha niente a che vedere con la partita,percio' i paragoni tra l'essere bravo in allenamento e fare pena in partita lasciano il tempo che trovano,almeno che non si abbia appena incominciato a fare tornei.In genere questo problema puo 'sorgere per due motivi,ossia divento insicuro perche' anche la mia tecnica e' insicura,oppure sono insicuro perche' effetivamente ho fatto pochi tornei e non riesco ancora a gestire la situazione,per il primo caso la cura e' tanto allenamento tecnico,per la seconda e tante partite,fregandosene altamente dei punti ma cercando di fare del prorpio meglio.Credo che il punto fondamentale sia riuscire a perdere o a sbagliare e ad accettare serenamente quanto qeusto accade.Ora ci saranno sicurmanete volte dove vorresti spaccare tutte le racchette,ma alla fine visto che e' solo uno sport e nessuno deve andare a giocare a Wimbledon o deve viverci giocando,take it easy.


Quanta verità.
Difatti sono recentemente approdato a comprendere cosa mi affligge tutte le volte che partecipo ad un torneo FIT: la paura di perdere. Paura che invece non provo più da tempo quando gioco le "amichevoli".
La paura di perdere è davvero una brutta bestia: ansia, tensione muscolare, confusione mentale, poca lucidità: se arrivo al 50% del rendimento è tanto.

Infatti quest'anno non rinnovo la tessera FIT, almeno finchè non risolvo anche questa rogna.

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a meno di una lunga vacanza in tibet.. puoi risolvere solo giocando Smile corri a far la tessera!

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Grazie a tutti ragazzi per i preziosi consigli...in effetti l' accettazione é la chiave per raggiungere la serenità. Applicato al Tennis, come avete giustamente detto, vuol dire accettare di essere ancora acerbi. Accettare di regalare game, set, match per colpa di errori gratuiti. Lavorare con serenità sapendo che ci sono ancora moltissime ore da giocare per crescere tecnicamente e migliorare la solidità.

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Quante verità e quanti spunti interessanti in questo bellissimo topic, che sembra essere cucitomi addosso; sono il classico "giocatorino" che in allenamento/palleggio gioca da emulo dei pro, sbracciate, attacchi in back, demi-volée, serve&volley, colpi sempre sparati, devo dire anche con discreti risultati (penso di avere una buona base tecnica ed un campionario di colpi abbastanza completo); in partita spengo l'interruttore, ansia da competizione, gambe bloccate, braccio tremolante...insomma black-out totale, che porta ovviamente a nervosismo innescando un circolo vizioso dal quale è quasi impossibile uscire...col risultato di gettare alle ortiche set in cui si era 4-0 avanti (perso 6-4), con avversario NETTAMENTE inferiore tecnicamente quanto SUPERIORE mentalmente e come approccio.

Le gambe...le gambe sono la cosa più impressionante, più del famoso 'braccino', nonostante prima del punto provi ad autoconvincermi a stare morbido e basso, appena la palla e' in gioco si paralizzano, irrigidiscono, è pazzesco Sad

Davvero frustrante, spero di riuscire a trovare il modo di superare questa impasse, rischio di disamorarmi di questo meraviglioso sport

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albs77 ha scritto:


 

Devi giocare sul tuo avversario con colpi solidi, semplici e ad una velocità medio bassa.
Devi batterlo sulla tattica, sulla visione di gioco, sul Tennis.


Sacrosanto!cheers
Il problema è accettarlo, quando sai di avere la capacità e la possibilità di battere l'avversario giocando il TUO tennis, e non riuscire a metterlo in pratica per limiti mentali:x

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hai mai provato a fare una simulazione di partita, senza punteggio ? secondo me potrebbe essere utile. resta il fatto che se fai tutti quegli errori non può essere soltanto un problema di testa, devi allenarti maggiormente su quello che ritieni più carente e portarlo ad un livello di costanza maggiore, ma per farlo hai bisogno di tre cose parallele: lezioni, palleggi intensivi e partite

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- Sovrastimarsi
- Sottovalutare avversario
- Incazzarci
-Voler uscire dal campo
-Non accettare la propria mediocrità tennistica..

In età adulta, sono segnali MOLTO NEGATIVI, e con poca possibilità di "guarigione".

Il mio modesto consiglio, per chi ha questo approccio, è quello di dedicarsi al palleggio, o a partite con avversari molto più scarsi.

Non ci sta niente di peggio che assistere, in campo, a sceneggiate di " pippe atomiche" che non accettano il proprio livello.

Tra l'altro, si rendono odiose ai propri avversari, e vengono costantemente derise da tutti.

Ne ho conosciute tantissime.

Nessuna, purtroppo, è mai "guarita".

Ho sempre pensato che la persona " vera " sia quella im campo, non quella "pacata" che riconosce i suoi sbagli a fine partita.

Il tutto, rigorosamente IMHO.

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zeus77 ha scritto:
Le gambe...le gambe sono la cosa più impressionante, più del famoso 'braccino', nonostante prima del punto provi ad autoconvincermi a stare morbido e basso, appena la palla e' in gioco si paralizzano, irrigidiscono, è pazzesco Sad

Davvero frustrante, spero di riuscire a trovare il modo di superare questa impasse, rischio di disamorarmi di questo meraviglioso sport


Zeus io avevo il tuo stesso problema: gambe letteralmente inchiodate a terra. Nel mio caso la soluzione è stata: Split step prima di ogni singolo colpo dell'avversario. Le prime volte uscivo dal campo con le gambe doloranti, però da quando mi impongo di farlo la differenza di rendimento tra partita e palleggio si è notevolmente assottigliata. Resta solo da vedere se la stessa cosa avverrà in torneo, speriamo bene  Smile

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CleanShot ha scritto:
zeus77 ha scritto:
Le gambe...le gambe sono la cosa più impressionante, più del famoso 'braccino', nonostante prima del punto provi ad autoconvincermi a stare morbido e basso, appena la palla e' in gioco si paralizzano, irrigidiscono, è pazzesco Sad

Davvero frustrante, spero di riuscire a trovare il modo di superare questa impasse, rischio di disamorarmi di questo meraviglioso sport


Zeus io avevo il tuo stesso problema: gambe letteralmente inchiodate a terra. Nel mio caso la soluzione è stata: Split step prima di ogni singolo colpo dell'avversario. Le prime volte uscivo dal campo con le gambe doloranti, però da quando mi impongo di farlo la differenza di rendimento tra partita e palleggio si è notevolmente assottigliata. Resta solo da vedere se la stessa cosa avverrà in torneo, speriamo bene  Smile

Scusa l'ignoranza, cos'è lo split step? :-/

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Lo split step è quel "saltino a gambe più o meno larghe" (scusa per il linguaggio poco tecnico ma non so come altro spiegarlo Very Happy)che si dovrebbe fare quando l'avversario sta per colpire la pallina. Farlo permette di atterrare quando la pallina ha già lasciato il suo piatto corde e se ne è intuita la direzione. Questo permette di essere molto più reattivi e , almeno nel mio caso, impedisce alle gambe di "addormentarsi"

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Capito grazie mille proverò sicuramente!!
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