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Cambio racchetta si spera

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kingkongy
nardac
viciohead
Billy Shears
detritus
9 partecipanti

descriptionCambio racchetta si spera - Pagina 2 EmptyCambio racchetta si spera

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Promemoria primo messaggio :

Salve a tutti, chiedo consiglio per cambio racchetta. Gioco da un anno circa e dopo tante arrabbiature ho deciso di fare qualche ora con il maestro per migliorare tecnicamente ed evitare possibilmente di rompere altre racchette (ho infatti già rotto una Yonex nuova di palla Sad ). Vorrei cambiare telaio perché la mia attuale Head Instict Mp yt (la mia prima racchetta) inizia ad essere troppo rovinata dati i miei continui lanci. Volevo infatti brevettare un laccio da tenere al polso…   Cambio racchetta si spera - Pagina 2 622327 
Ho necessità, oltre di non scaricare la frustrazione sull’attrezzo, di trovare una racchetta adatta alle mi caratteristiche. Ho provato molti telai in questo periodo e sono a dir poco confuso.
Ho una impostazione classica con rovescio ad un mano. Amo tendenzialmente giocare in spinta  per aprirmi bene il campo e se capita scendere a rete e nel 80% dei casi sbagliare la chiusura. ( si sono un pippa lo so… Embarassed ). Non arroto molto. Non amo l’idea della classifica ma se proprio devo spararla sono uno scarso 4.5 con speranze di miglioramento. Fisicamente non ho problemi e rispetto agli altri mi stanco meno da buon 38enne…   
Ho acquistato in modo precipitoso una Yonex ai100... gran racchetta, confortevole e potente, pure troppo! Ho iniziato infatti troppo a giocare di potenza ed il risultato è andato a discapito di controllo precisione. (da li rottura telaio… ), anche se alcuni vincenti mi facevano godere non poco!  Ho provato così la ai98 che mi ha dato maggior controllo, ma ho trovato un po’ di difficoltà a spingere ed a sentire la palla, anche se lo reputo un gran telaio. Ho provato così la Vcore 100 ma purtroppo ho sentito degli affaticamenti al braccio.
Nel modo Babolat ho provato le varie PD e APD ma dopo la Ai100 volevo abbandonare il mondo delle profilate anche se perdonano che è una meraviglia, per profili più sottili. ( non è detto però che alla fine passi al lato oscuro della forza…)
In casa Wilson ho provato le Prostaff  95 ma li reputo telai troppo tecnici per il mio livello, anche se mi hanno lasciato una buona impressione. Ho provato la blade ma non tenevo le palle in campo.
In casa Head ho provato la Sped ma forse per via delle corde non controllavo bene i colpi. E la radical mp che mi ha dato sensazioni migliori, tuttavia l’ho sentita un po’ vuota, senz’anima.
Forse erroneamente vorrei restare cmq su piatti 98, (forse è una mia cretina fissa per precisione e maneggevolezza) con peso sui 300 – 310 con bilanciamento non troppo in testa.  Non amo telaio troppo rigidi e cerco un qualcosa che cmq perdoni nei colpi decentrati e non sia troppo tecnica. Mi trovo abbastanza bene con schema 16 x 19.
Appena ho tempo penso di provare la Prestige pro – la Prince Tour 98 pro – e forse la Yonex Vcore.
Nel frattempo continuo con la mia vecchia Head instict un po’ piombata ma quasi distrutta… Cool 
 
Grazie per chi vorrà dare qualche gentile risposta.
 

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Sonny Liston ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
quindi per fortuna ci sono ancora persone che  pensano di più alla bellezza dei colpi e a giocare sempre meglio, piuttosto che al punteggio


La triste realtà (e lo dico dopo più di 30 anni di tennis giocato) è che di solito le "persone che pensano alla bellezza del gesto", in realtà, oltre a non riuscire a vincere quasi mai (ma, per loro, non è un problema) sono anche quelle che GIOCANO IL PEGGIOR TENNIS!

Ovviamente tu potresti essere l'eccezione che conferma questa regola...


se lo interpreti in modo restrittivo sicuramente, ma io per bellezza del gesto non intendo solo la bellezza fine a sè stessa, ma anche l'efficacia, ossia quanto un determinato colpo può essere "intelligente" nelle più svariate situazioni di gioco. per scambi non intendevo che ci si tira la palla tipo tamburelli in spiaggia, ma simulazioni di partite dove chi vuole fare il servizio lo fa, se ci si vuole cimentare nel gioco a rete idem, ogni situazione che si ritiene da approfondire ai fini del miglioramento reciproco viene presa in considerazione. questo semmai non significa giocare il peggior tennis, ma può essere, se fatto con criterio, un modo per approcciarsi a giocare il migliore possibile. anche io gioco a tennis da più di 30 anni e ho visto esattamente il contrario di quello che dici tu: persone che pensano solo al punteggio ma poi se gli capita di fare un passante difficile non lo sanno fare, se devono fare un tocco sotto rete hanno zero sensibilità e via dicendo. come vedi è tutto relativo, le esperienze di ognuno portano a risultati e constatazioni diverse. io non mi considero nè una regola, nè un'eccezione, ho soltanto esposto il mio approccio e quello che ho visto di persona

descriptionCambio racchetta si spera - Pagina 2 EmptyRe: Cambio racchetta si spera

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Ok, visto che ho 40 di anni di tennis sulla pelliccia aggiungo la mia "visione".

Prendi un cortile, un prato, un parcheggio abbandonato. Mettici 4, 8, 20 ragazzini. Dagli un pallone di gomma, di cuoio, di carta arrotolata. Che fanno? Si dividono in squadre e giocano a calcio. Palleggiano? No, fanno una partita.
Lo sport è questo. E' divertimento, gioia e voglia di "superare". C'è chi supera i propri limiti e chi sceglie di superare i limiti altrui. C'è chi vuole superare se stesso e chi gli altri. Ma c'è sempre un'asticella che viene posta sempre più in alto.
Il palleggio, l'allenamento, nel tennis, è il momento più egoistico, intimo e intimistico di questo sport: tu sei lì, in quel momento, a cercare "qualcosa" di tuo. Unicamente tuo.
Tutti cercano qualcosa in allenamento. Ed è importantissimo farlo. L'allenamento è "superare i nostri limiti".
Giocare una partita è invece "superare noi stessi".

Superare l'avversario è a mio avviso un'aberrazione: tu superi il gioco dell'avversario...non la persona. Chi "vive di agonismo da club" ha questo brutto vizio: "sconfiggere".
Il tennis è "vincere". E' un'altra cosa.

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Pro kennex q5 295.

Scommetto una birra da mezzo che se la provi non la cambi.

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VANDERGRAF ha scritto:
Sonny Liston ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
quindi per fortuna ci sono ancora persone che  pensano di più alla bellezza dei colpi e a giocare sempre meglio, piuttosto che al punteggio


La triste realtà (e lo dico dopo più di 30 anni di tennis giocato) è che di solito le "persone che pensano alla bellezza del gesto", in realtà, oltre a non riuscire a vincere quasi mai (ma, per loro, non è un problema) sono anche quelle che GIOCANO IL PEGGIOR TENNIS!

Ovviamente tu potresti essere l'eccezione che conferma questa regola...


ho soltanto esposto il mio approccio e quello che ho visto di persona


Anche io! Rolling Eyes

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kingkongy ha scritto:
Detritus...non sottovalutare le parole di Nonno Sonny...!
Il tennis ha quest'anima guerriera che può farti male se la intendi fine a se stessa e che invece è motore di miglioramento quando è intesa come "progresso". O, se preferisci, "superamento dei propri limiti".
Il confronto - match/gara/torneo/partita - e' proprio il "bersaglio perfetto" dell'arciere zen o del maestro lottatore. Sai perché ? Perché al gesto tecnico -per definizione imperfetto- associ le imperfezioni del tuo essere come persona/giocatore. L'una influenza l'altra.
La "partita" non è quindi un punto di arrivo "tecnico"! Bensì una delle tante "tappe" di un "percorso tecnico". E se diventa anche "personale"....tanto meglio.


Capisco la cosa, però anche nello Zen l’arciere (nella teoria zen) non deve pensare a colpire il bersaglio, nel senso che il gesto deve esulare dall’idea di colpire o no, per non farsi condizionare dalla cosa. Trovo molte affinità tra lo sport e le arti marziali, in particolare a livello mentale ma non solo. Già la spada si tiene come la racchetta (impugnatura a parte).
Capisco che il confronto nello sport sia l’essenza, ma a volte l’idea del risultato condiziona troppo il gesto tecnico in se. E’ quello che è successo per es. nel Judo tra quello tradizionale e quello sportivo.
Capisco che cmq entrambi le cose debbano andare di pari passo, ma per ora penso per me sia migliore concertarmi sui gesti e meno sui risultati, dato che a me di tornei od altro non interessa nulla, anche se continuano al circolo a chiedermi di entrare nella squadra di 4 categoria ma non ne ho intenzione.

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viciohead ha scritto:
detritus ha scritto:
Il post era stato scritto prima di rompere l’ultima racchetta, appunto quando ero alla ricerca di un telaio. Dopo tutti quelli provati ero orientato verso le prestige e aspettavo la nuova pro staff. Un amico del circolo però nel frattempo mi ha venduto  le sue pro sta 95 dato che mi sono trovato senza racchetta all’improvviso. Inizialmente non ero molto convinto dell’acquisto, ma adesso mi sto abituando al telaio, grazie forse anche al custom messo. Quindi, dato questo ultimo acquisto, non ho molte finanze per farne ulteriori a breve.
 
‘Viciohead’, non capisco la tua ironia. E’ chiaro che sto cercando di imparare a giocare e per questo cercavo un telaio che mi aiutasse in questo, chiedendo consigli a tutti quelli che hanno più esperienza. Nel mio piccolo ho infatti già notato che preferisco telaio meno profilati, più precisi e di controllo. Questo mi permette di sentire di più la palla e nello stesso tempo mi costringe ad una evoluzione tecnica, pena non cacciarla di la. A me del tennis non interessa l’idea di vittoria ma il gesto tecnico in sé.
 
Saluti.  


la mia non voleva essere facile ironia ma un affettuoso consiglio,visto Che hai appena iniziato ti puoi ancora salvare altrimenti diventi come quelli Che cambiano il cuoio del manico imputandogli la colpa di un colpo sbagliato Che quando li leggo qui Sul forum mi piego dal ridere....salvati finche' sei in tempo.


Grazie del consiglio, in neretto poi mi è partito per sbaglio. Comprendo il tuo punto di vista, spero non mi succeda. Sono molto critico su come gioco e al massimo di colpa al governo e non alla racchetta . eheheh.! Smile

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Mi sembra strano questo tuo punto di vista. Non discuto la tua esperienza, ma il maestro con cui ho fatto qualche lezione mi ha detto proprio il contrario. Dalla mia esperienza extra tennistica poi, l’ossessione del risultato paga solo all’inizio per poi dare meno risultati in termini finali.
Al circolo ci sono dei matti partita che giocano da 30 anni sempre allo stesso modo. Alcuni colpiscono in un modo totalmente scoordinato ed incredibile da vedere. Uno colpisce la palla sempre da sotto il ginocchio e la tira su come giocasse a pallettoni in spiaggia. Bene, classificato 4.2 si pavoneggia della sua classifica anche se per me questo è anti tennis. La loro idea è che la cosa importante è vincere, chi se ne frega se si ottiene steccando, con palla corta non voluta, con palle moscia in attesa dell’errore altrui od altro.  Bene per me questa non è la mia idea di tennis, dato che lo reputo uno sport molto particolare  che esige la maestria del gesto tecnico per essere efficiente.
La mia ragazza ha fatto agonismo per 15 anni arrivando in 2à categoria, ed è stata una delle giovani promesse quando aveva 14 anni. Anche lei, che ora odia il tennis e non vuole più nemmeno vederlo, mi ha sempre detto che l’esclusiva idea della partita rovina la pratica del tennis e la vera evoluzione tecnica.
Cmq poi ognuno progredisce come meglio crede, io spero di farlo in questi termini.
Sonny Liston ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
quindi per fortuna ci sono ancora persone che  pensano di più alla bellezza dei colpi e a giocare sempre meglio, piuttosto che al punteggio


La triste realtà (e lo dico dopo più di 30 anni di tennis giocato) è che di solito le "persone che pensano alla bellezza del gesto", in realtà, oltre a non riuscire a vincere quasi mai (ma, per loro, non è un problema) sono anche quelle che GIOCANO IL PEGGIOR TENNIS!

Ovviamente tu potresti essere l'eccezione che conferma questa regola...

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Sonny Liston ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
Sonny Liston ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
quindi per fortuna ci sono ancora persone che  pensano di più alla bellezza dei colpi e a giocare sempre meglio, piuttosto che al punteggio


La triste realtà (e lo dico dopo più di 30 anni di tennis giocato) è che di solito le "persone che pensano alla bellezza del gesto", in realtà, oltre a non riuscire a vincere quasi mai (ma, per loro, non è un problema) sono anche quelle che GIOCANO IL PEGGIOR TENNIS!

Ovviamente tu potresti essere l'eccezione che conferma questa regola...


ho soltanto esposto il mio approccio e quello che ho visto di persona  


Anche io! Rolling Eyes

si, ma tu avevi usato la parola TUTTI, io ti ho fatto presente che almeno nel mio caso non è così. a me non me ne frega niente di vincere sempre, ovvio che mi farebbe piacere ma potrebbe anche voler dire che ho sempre avversari alla mia portata. e non sono d'accordo sul fatto che dice king dell'egoismo nel palleggio, perchè ho parlato di miglioramento reciproco, ossia essere uno a disposizione dell'altro, il contrario dell'egoismo. quindi non si tratta di non saper vincere o di avere limiti nel gioco o caratteriali o tutto il resto che si potrebbe pensare (presumendo). si tratta semplicemente del fatto che esistono alcune persone che si divertono di più in questo modo, oppure lo ritengono più utile a certi livelli o addirittura provvidenziale in caso di problemi fisici di varia natura. poi quello di pensare che questo rappresenti una debolezza è un discorso ipotetico, che non si può sostenere senza conoscere a fondo caso per caso. nel frattempo ti ho evidenziato le carenze oggettive che ho riscontrato io in molte di quelle persone che tu invece hai visto esprimere un tennis migliore, saranno stato coincidenze, campioni di gente estremamente diversi, valutazioni di parte o influenzate da chissaccosa, ai posteri l'ardua sentenza....

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Lasciamola ai posteri, questa sentenza...

(o... a quello che succede nei campi da tennis...)

Siamo ad un vicolo cieco: io resto della mia opinione e tu, naturalmente, della tua.

Semplice differenza di vedute.

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Sonny Liston ha scritto:
Lasciamola ai posteri, questa sentenza...

(o... a quello che succede nei campi da tennis...)

Siamo ad un vicolo cieco: io resto della mia opinione e tu, naturalmente, della tua.

Semplice differenza di vedute.

ma come ti dicevo non è un'opinione, ma soltanto quello che ho visto, apposta ho chiamato in causa i posteri. potrebbe anche essere che tu ti riferisci a giocatori tipo terza categoria, mentre io sto parlando di giocatori da 4nc a 4.4 e dintorni. questo e' il campionario che ho avuto sotto gli occhi direttamente per svariati anni. quindi anche quello potrebbe influire molto. poi dipende da come ognuno di noi affronta una cosa, con quale spirito, con quale determinazione e con quale scopo. è ovvio che se uno perde sempre e non riesce, magari anche per motivi economici, a migliorare, può preferire evitare le partite o comunque ridurle. e viceversa. così come mi sembra normale che ci siano invece altre persone, che per i motivi che ti dicevo nei precedenti post, preferiscono usare quel metodo che uso io oppure, ancora meglio, affiancarlo in parallelo alle partite, anche perchè non è facile trovare dei partners di gioco su cui si trova perfetta sintonia in quel tipo di discorso extra-punteggio

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kingkongy ha scritto:
Ok, visto che ho 40 di anni di tennis sulla pelliccia aggiungo la mia "visione".

Prendi un cortile, un prato, un parcheggio abbandonato. Mettici 4, 8, 20 ragazzini. Dagli un pallone di gomma, di cuoio, di carta arrotolata. Che fanno? Si dividono in squadre e giocano a calcio. Palleggiano? No, fanno una partita.
Lo sport è questo. E' divertimento, gioia e voglia di "superare". C'è chi supera i propri limiti e chi sceglie di superare i limiti altrui. C'è chi vuole superare se stesso e chi gli altri. Ma c'è sempre un'asticella che viene posta sempre più in alto.
Il palleggio, l'allenamento, nel tennis, è il momento più egoistico, intimo e intimistico di questo sport: tu sei lì, in quel momento, a cercare "qualcosa" di tuo. Unicamente tuo.
Tutti cercano qualcosa in allenamento. Ed è importantissimo farlo. L'allenamento è "superare i nostri limiti".
Giocare una partita è invece "superare noi stessi".

Superare l'avversario è a mio avviso un'aberrazione: tu superi il gioco dell'avversario...non la persona. Chi "vive di agonismo da club" ha questo brutto vizio: "sconfiggere".
Il tennis è "vincere". E' un'altra cosa.

perdona la famosa brutalità king, ma come direbbe di pietro, che c'azzecca il palleggio del calcio con quello del tennis ? nel calcio si palleggia senza nemmeno una singola porta, quindi lo scopo non è di fare gol; nel palleggio tennistico che dicevo io, invece, lo scopo rimane identico: fare un colpo conclusivo dentro le righe, solo che non si sta lì a seguire il punteggio e non si fanno necessariamente turni identici di servizio, in relazione anche alle problematiche fisiche evidenziate (eventuali ovviamente).
e in questa prospettiva, che come dicevo ha anche la funzione di creare presupposti per un miglioramento mirato e reciproco, l'egoismo non c'entra proprio nulla, perchè si può fare a meno, ad esempio di esagerare su una smorzata, per dare vita volutamente a situazioni di gioco meno definitive. è nella partita, invece, che può venir meno la sana voglia di divertirsi per cedere il posto all'egoismo agonistico da competizione, quindi non ci saranno sconti ma solo opportunismo tattico e mentale, che poi spesso degenera pure in atteggiamenti antisportivi. questo per il tennis. per il calcio invece ci si diverte nettamente di più a fare una partitella o partitona perchè il palleggio è di tutto altro genere.

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io investo molto in lezioni (ma ho iniziato tardi),ritengo che nel tennis sia stato inventato tutto e che un buon/bel gesto dia il99% di realizzo del colpo e non del punto.
Amo anche i momenti di tensione come le partite che mettono alla prova personalita',agonismo ,tattica ecc ecc... ammetto che ci sono momenti che amo palleggiare .
Anche se mi fa sorridere ritengo che un PRO che spacca racchette sia un cattivo esempio per i giovani

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VANDERGRAF ha scritto:
kingkongy ha scritto:
Ok, visto che ho 40 di anni di tennis sulla pelliccia aggiungo la mia "visione".

Prendi un cortile, un prato, un parcheggio abbandonato. Mettici 4, 8, 20 ragazzini. Dagli un pallone di gomma, di cuoio, di carta arrotolata. Che fanno? Si dividono in squadre e giocano a calcio. Palleggiano? No, fanno una partita.
Lo sport è questo. E' divertimento, gioia e voglia di "superare". C'è chi supera i propri limiti e chi sceglie di superare i limiti altrui. C'è chi vuole superare se stesso e chi gli altri. Ma c'è sempre un'asticella che viene posta sempre più in alto.
Il palleggio, l'allenamento, nel tennis, è il momento più egoistico, intimo e intimistico di questo sport: tu sei lì, in quel momento, a cercare "qualcosa" di tuo. Unicamente tuo.
Tutti cercano qualcosa in allenamento. Ed è importantissimo farlo. L'allenamento è "superare i nostri limiti".
Giocare una partita è invece "superare noi stessi".

Superare l'avversario è a mio avviso un'aberrazione: tu superi il gioco dell'avversario...non la persona. Chi "vive di agonismo da club" ha questo brutto vizio: "sconfiggere".
Il tennis è "vincere". E' un'altra cosa.

perdona la famosa brutalità king, ma come direbbe di pietro, che c'azzecca il palleggio del calcio con quello del tennis ? nel calcio si palleggia senza nemmeno una singola porta, quindi lo scopo non è di fare gol; nel palleggio tennistico che dicevo io, invece, lo scopo rimane identico: fare un colpo conclusivo dentro le righe, solo che non si sta lì a seguire il punteggio e non si fanno necessariamente turni identici di servizio, in relazione anche alle problematiche fisiche evidenziate (eventuali ovviamente).
e in questa prospettiva, che come dicevo ha anche la funzione di creare presupposti per un miglioramento mirato e reciproco, l'egoismo non c'entra proprio nulla, perchè si può fare a meno, ad esempio di esagerare su una smorzata, per dare vita volutamente a situazioni di gioco meno definitive. è nella partita, invece, che può venir meno la sana voglia di divertirsi per cedere il posto all'egoismo agonistico da competizione, quindi non ci saranno sconti ma solo opportunismo tattico e mentale, che poi spesso degenera pure in atteggiamenti antisportivi. questo per il tennis. per il calcio invece ci si diverte nettamente di più a fare una partitella o partitona perchè il palleggio è di tutto altro genere.

Mai parlato di palleggio calcistico stavo solo cercando di spiegare a modo mio e con la mia testa e con le mie esperienze cosa si agita nella mente del tennista.
Io credo fermamente nella qualità e nel valore del palleggio e dell'allenamento ma questo non significa "giocare a tennis". Anzi vado oltre per me questo non è sport perché il superamento del limite è l'anima stessa dello sport.
La stesso allenamento lo stesso ripetere gesti che mirano alla perfezione dello swing o alla precisione dello swing non sono altro che sfide agonistiche con noi stessi.
Sono pieno di acciacchi e di malanni alcuni dei quali mi impediscono un'attività continua. nel mio modo di vedere il tennis questa è una delle privazioni che mi fa più male: non fare gare. certo, palleggio, posso cercare anch'io il "bel colpo" ma per me, manca "qualcosa".

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kingkongy ha scritto:
VANDERGRAF ha scritto:
kingkongy ha scritto:
Ok, visto che ho 40 di anni di tennis sulla pelliccia aggiungo la mia "visione".

Prendi un cortile, un prato, un parcheggio abbandonato. Mettici 4, 8, 20 ragazzini. Dagli un pallone di gomma, di cuoio, di carta arrotolata. Che fanno? Si dividono in squadre e giocano a calcio. Palleggiano? No, fanno una partita.
Lo sport è questo. E' divertimento, gioia e voglia di "superare". C'è chi supera i propri limiti e chi sceglie di superare i limiti altrui. C'è chi vuole superare se stesso e chi gli altri. Ma c'è sempre un'asticella che viene posta sempre più in alto.
Il palleggio, l'allenamento, nel tennis, è il momento più egoistico, intimo e intimistico di questo sport: tu sei lì, in quel momento, a cercare "qualcosa" di tuo. Unicamente tuo.
Tutti cercano qualcosa in allenamento. Ed è importantissimo farlo. L'allenamento è "superare i nostri limiti".
Giocare una partita è invece "superare noi stessi".

Superare l'avversario è a mio avviso un'aberrazione: tu superi il gioco dell'avversario...non la persona. Chi "vive di agonismo da club" ha questo brutto vizio: "sconfiggere".
Il tennis è "vincere". E' un'altra cosa.

perdona la famosa brutalità king, ma come direbbe di pietro, che c'azzecca il palleggio del calcio con quello del tennis ? nel calcio si palleggia senza nemmeno una singola porta, quindi lo scopo non è di fare gol; nel palleggio tennistico che dicevo io, invece, lo scopo rimane identico: fare un colpo conclusivo dentro le righe, solo che non si sta lì a seguire il punteggio e non si fanno necessariamente turni identici di servizio, in relazione anche alle problematiche fisiche evidenziate (eventuali ovviamente).
e in questa prospettiva, che come dicevo ha anche la funzione di creare presupposti per un miglioramento mirato e reciproco, l'egoismo non c'entra proprio nulla, perchè si può fare a meno, ad esempio di esagerare su una smorzata, per dare vita volutamente a situazioni di gioco meno definitive. è nella partita, invece, che può venir meno la sana voglia di divertirsi per cedere il posto all'egoismo agonistico da competizione, quindi non ci saranno sconti ma solo opportunismo tattico e mentale, che poi spesso degenera pure in atteggiamenti antisportivi. questo per il tennis. per il calcio invece ci si diverte nettamente di più a fare una partitella o partitona perchè il palleggio è di tutto altro genere.

Mai parlato di palleggio calcistico stavo solo cercando di spiegare a modo mio e con la mia testa e con le mie esperienze cosa si agita nella mente del tennista.
Io credo fermamente nella qualità e nel valore del palleggio e dell'allenamento ma questo non significa "giocare a tennis". Anzi vado oltre per me questo non è sport perché il superamento del limite è l'anima stessa dello sport.
La stesso allenamento lo stesso ripetere gesti che mirano alla perfezione dello swing o alla precisione dello swing non sono altro che sfide agonistiche con noi stessi.
Sono pieno di acciacchi e di malanni alcuni dei quali mi impediscono un'attività continua. nel mio modo di vedere il tennis questa è una delle privazioni che mi fa più male: non fare gare. certo, palleggio, posso cercare anch'io il "bel colpo" ma per me, manca "qualcosa".

come sarebbe a dire "mai parlato di palleggio calcistico" ? sta scritto nel tuo "intro" che hai riportato tu stesso nella citazione. evidentemente non sono riuscito a farti comprendere il palleggio di cui parlavo io, che non ha nulla a che vedere con quello di cui parli tu. e sto parlando solo di tennis. comunque....pazienza....

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Vander...in allenamento ci si fa un cucù così che se non sei molto motivato...ti esce dagli occhi. Non si forza una smorzata? Sei fuori strada. In allenamento tutto è forzato. E proprio qui sta la differenza: sei capace di fare quello swing anche in partita e sotto pressione? Sì, proprio quello stesso swing che hai ripetuto fino al vomito e che sai a memoria, a occhi chiusi e pure se sei sonnambulo? 
Sono convintissimo che un allenamento intelligente e anche intenso faccia benissimo. Perbacco, ci mancherebbe! Ma io parlo proprio di tennis.... e non giocare il match è come uno chef che cucina senza assaggiare i propri piatti.
E' vero che tu parli di un palleggio e io di un altro. Io trovo che ognuno sia libero di interpretare questo gioco come meglio crede. Sinceramente io mi sono sempre divertito: l'importante era avere una racchetta e una pallina non troppo sgonfia.

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kingkongy ha scritto:
Vander...in allenamento ci si fa un cucù così che se non sei molto motivato...ti esce dagli occhi. Non si forza una smorzata? Sei fuori strada. In allenamento tutto è forzato. E proprio qui sta la differenza: sei capace di fare quello swing anche in partita e sotto pressione? Sì, proprio quello stesso swing che hai ripetuto fino al vomito e che sai a memoria, a occhi chiusi e pure se sei sonnambulo? 
Sono convintissimo che un allenamento intelligente e anche intenso faccia benissimo. Perbacco, ci mancherebbe! Ma io parlo proprio di tennis.... e non giocare il match è come uno chef che cucina senza assaggiare i propri piatti.
E' vero che tu parli di un palleggio e io di un altro. Io trovo che ognuno sia libero di interpretare questo gioco come meglio crede. Sinceramente io mi sono sempre divertito: l'importante era avere una racchetta e una pallina non troppo sgonfia.

ma fuori strada cosa ? ti ho spiegato il tipo di approccio che uso io quando faccio quella simulazione di partita di cui ho parlato in vari post. come faccio a essere fuori strada se io la smorzata non la voglio forzare volutamente in certi casi per prolungare lo scambio ? ti ho parlato di miglioramento reciproco, significa che posso chiedere al mio partner di mettermi più palle sul rovescio , posso farlo abituare di più alla rete se vedo che gioca solo da fondo, posso dargli persino spiegazioni su cosa sbaglia e riceverne. e tu parli di egoismo ?! poi se tu vuoi per forza catalogare tutto questo sotto il nome di palleggio o di allenamento, a me sembra molto diverso da quelle due cose come vengono viste nel modo tradizionale. ovvio che ognuno è libero di interpretare questo gioco come meglio crede, ma se ti parlo di una cosa dove ti sto assicurando che non esiste nulla di egoistico, non capisco perchè tu debba continuare a dire che c'e' tanto egoismo. c'è per forza bisogno che proviamo questa cosa insieme per fidarti o puoi farlo anche soltanto leggendomi ?

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E se si rientrasse in topic?

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Colpa mia. Hai ragione.
Scusa anche a Vander...ne riparliamo altrove. Magari finiamo anche per capirci.

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kingkongy ha scritto:
Colpa mia. Hai ragione.
Scusa anche a Vander...ne riparliamo altrove. Magari finiamo anche per capirci.

ma figurati king !  quando vuoi apri un bel tread (non mi ricordo come si scrive e se si dice così) .  il topic per me era bello che esaurito perchè avevo suggerito una racchetta ma mi era stato detto che non esisteva possibilità di spesa. quindi in questi casi sarebbe più sensato scrivere quello che uno può provare e poi valutare nell'ambito di quella cerchia ristretta

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ma mi accorgo proprio ora che quei modelli erano alla fine del post iniziale, solo che non era specificato se la scelta doveva per forza ricadere su quelli o anche su altri.
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