Mirko ha ragione: sono come un bambino a Natale. Arrivato il pacco da Roma, ho scartato il fiocco e ho subito tirato due colpi in cortile contro il muro. Il portinaio, pakistano, abituato al cricket di casa sua e alla mia cravatta mi guardava allibito.
Poi, dopo qualche giorno, la prova in campo. Giusto quell’oretta o due di tennis ogni tanto che la schiena di cristallo mi concede. Avversario stile “Medici senza Frontiere” (ex Seconda) molto indulgente ma perfido come fetta di limone nel caffè. E io punto tutto sul “nero” della Custom da 95” by Seven Goth.
Non sono le mie corde, non è il mio set up ideale, non è manco il mio grip ma prendo tutto con entusiasmo e decido di rinunciare a 30 grammi e un centimetrino scarso di bilanciamento in meno. Ma va bene lo stesso. Un po’ di nastro di carta da imbianchino e un pacchetto di piastrine Tecnifibre da 2 grammi me li metto nel borsone…non si sa mai…
Di estetica non ne parlo proprio, dico solo che è elegantemente sobria. Può piacere e mi piace così come il grip in cuoio color miele Fairway.
Cominciamo allora dalla filosofia di fondo: non è una PT57, non è un clone né di Head né della H19 e H22 Wilson. Una Fischer, vista la paternità? Nemmeno. Ha una sua personalità e la mostra quando si comincia a toccare sul serio.
Bilanciata a 32 e così sottile di profilo trasmette una sensazione di grande agilità. Complici anche le corde NRG2 cal 1,24 la racchetta è molto reattiva. Non nervosa ma “pimpantella”. Direi che 10 grammi in più ci stanno. Anche 20 se uno ha il braccio, proprio perché se si deve sentire la palla…che si senta fino in fondo. E’ in pattern 18x20 ma si sente che, se vuoi, tira fuori qualcosina in più sulle rotazioni.
Per tutta la prova - certamente poco esaustiva e chiedo scusa a Mirko e a chi ha la pazienza di leggermi - la sensazione è di un telaio molto versatile e che strizza l’occhio a chi gioca in attacco. Sarà per il rumore, davvero piacevole, per il bilanciamento e per come gira in mano che ti vien sempre voglia di tirare. E’ una racchetta che mette il prurito alle mani. Prendo le piastrine e carico testa e la base della “V” del cuore. Va meglio e perde quel residuo di vibrazione sulla parte alta dell’ovale. Mi piace come reagisce al custom ma…visto che si può, sarebbe meglio passare alla sorella più stazzata.
Nel gioco a volo mi piace tantissimo. Grande controllo su tutti i colpi sopra il nastro e sotto. Impeccabile anche nelle demi volée (che ormai non le gioca più nessuno). Dà tanta confidenza e conferma la scelta di caricarla in testa con un po’ di piombo per farla spingere di più. Credo che sul tocco puro sia davvero da collocare molto, molto in alto come classifica.
Servizio e smash seguono il giudizio precedente. Qui però sento un po’ la differenza rispetto al mio set up ideale. Mi aspettavo una buona potenza ma è sullo slice che mi ha sorpreso. Sul kick e varianti non mi esprimo per ragioni di limite mio, di schiena. Per girare bene, la racchetta gira e imprime effetto alla palla. Precisione notevole.
Da fondo campo, la racchetta fa davvero quello che vuoi. Nonostante lo schema corde fitto credo sia tra le migliori racchette 18x20 che abbia provato nel dare top. Sul back e slice apro invece una parentesi legata alla progettazione del telaio. L’ovale è davvero molto riuscito: mi piace il controllo, mi piace come flette. Gli steli/cuore sono la parte che caratterizza maggiormente questa racchetta. Personalmente mi piacerebbe flettesse più in basso, ma è una questione di abitudine mia e, non è detto, che con un po’ di peso distribuito cambi la sensazione generale. Direi che mi piace sentire di più la palla che entra nella mano. Un ibrido con budello potrebbe darmi quello che cerco. Non è una racchetta da “multifilo e ciao”: le corde pesano su tutta la resa. Bisogna provare un po’ di soluzioni.
Di certo la Zus è stabile, ha molta sensibilità e trasmette molto, ma ho l’impressione che sia una racchetta dalla doppia personalità. Il che è un po’ tipico delle racchette di qualità.
Non voglio esser frainteso: la Zus è una racchetta pazzescamente “facile”…ma non ho detto che sia semplice capirla fino in fondo. Non in due ore come ho cercato di fare io. Non è una racchetta da compratori compulsivi, tutt’altro! Va trattata con grande rispetto e, se mi permette Mr Goth, anche un po’ di pazienza per capirla fino in fondo.
Ha una sweet area piacevolmente ampia, anche senza piombo e il bumper jump in incordatura (Mirko, che diamine!!!!). Direi che sia di forma omogenea, ovoidale, e risponde bene anche in alto, il che la rende più simpatica a chi sbraccia parecchio, ha uno swing ampio e anche chi ama il S&V vecchia maniera.
Perdona di certo più di una Blade e una Prestige non crucca ma non è così “scontata”. Di questo suo “carattere” ci si accorge quando si comincia a giocare con più intensità. Di certo non sembra una RA 63 (anzi meno). Credo che questa capacità di “incattivirsi” sia grazie alla disposizione delle pelli, all’orientamento della fibra: ha qualcosina, la Zus, che dopo aver tirato una spada da paura, ti porta a guardarla col sopracciglio alzato e a dirle: “Hey, signorina, tu non me la racconti giusta!”.
Sarei davvero curioso di provarne una con 15-20 grammi in più, magari anche in 16x19. Almeno per capirci un po’ di più.
Alla fine mi viene da dire che questa Zus dà davvero tanta confidenza e fa giocare di tutto senza problemi. Chiunque può prenderla in mano e toccare con grande gusto. Però, se vuoi divertirti e apprezzarla per quello che è, ovvero una pro room, devi far viaggiare la palla! Devi spingere. Allora sì che si sente la “differenza” rispetto a una racchetta da scaffale. In conclusione, più picchi e più prendi confidenza. Più giochi di tocco e più ti diverti.
Poi, dopo qualche giorno, la prova in campo. Giusto quell’oretta o due di tennis ogni tanto che la schiena di cristallo mi concede. Avversario stile “Medici senza Frontiere” (ex Seconda) molto indulgente ma perfido come fetta di limone nel caffè. E io punto tutto sul “nero” della Custom da 95” by Seven Goth.
Non sono le mie corde, non è il mio set up ideale, non è manco il mio grip ma prendo tutto con entusiasmo e decido di rinunciare a 30 grammi e un centimetrino scarso di bilanciamento in meno. Ma va bene lo stesso. Un po’ di nastro di carta da imbianchino e un pacchetto di piastrine Tecnifibre da 2 grammi me li metto nel borsone…non si sa mai…
Di estetica non ne parlo proprio, dico solo che è elegantemente sobria. Può piacere e mi piace così come il grip in cuoio color miele Fairway.
Cominciamo allora dalla filosofia di fondo: non è una PT57, non è un clone né di Head né della H19 e H22 Wilson. Una Fischer, vista la paternità? Nemmeno. Ha una sua personalità e la mostra quando si comincia a toccare sul serio.
Bilanciata a 32 e così sottile di profilo trasmette una sensazione di grande agilità. Complici anche le corde NRG2 cal 1,24 la racchetta è molto reattiva. Non nervosa ma “pimpantella”. Direi che 10 grammi in più ci stanno. Anche 20 se uno ha il braccio, proprio perché se si deve sentire la palla…che si senta fino in fondo. E’ in pattern 18x20 ma si sente che, se vuoi, tira fuori qualcosina in più sulle rotazioni.
Per tutta la prova - certamente poco esaustiva e chiedo scusa a Mirko e a chi ha la pazienza di leggermi - la sensazione è di un telaio molto versatile e che strizza l’occhio a chi gioca in attacco. Sarà per il rumore, davvero piacevole, per il bilanciamento e per come gira in mano che ti vien sempre voglia di tirare. E’ una racchetta che mette il prurito alle mani. Prendo le piastrine e carico testa e la base della “V” del cuore. Va meglio e perde quel residuo di vibrazione sulla parte alta dell’ovale. Mi piace come reagisce al custom ma…visto che si può, sarebbe meglio passare alla sorella più stazzata.
Nel gioco a volo mi piace tantissimo. Grande controllo su tutti i colpi sopra il nastro e sotto. Impeccabile anche nelle demi volée (che ormai non le gioca più nessuno). Dà tanta confidenza e conferma la scelta di caricarla in testa con un po’ di piombo per farla spingere di più. Credo che sul tocco puro sia davvero da collocare molto, molto in alto come classifica.
Servizio e smash seguono il giudizio precedente. Qui però sento un po’ la differenza rispetto al mio set up ideale. Mi aspettavo una buona potenza ma è sullo slice che mi ha sorpreso. Sul kick e varianti non mi esprimo per ragioni di limite mio, di schiena. Per girare bene, la racchetta gira e imprime effetto alla palla. Precisione notevole.
Da fondo campo, la racchetta fa davvero quello che vuoi. Nonostante lo schema corde fitto credo sia tra le migliori racchette 18x20 che abbia provato nel dare top. Sul back e slice apro invece una parentesi legata alla progettazione del telaio. L’ovale è davvero molto riuscito: mi piace il controllo, mi piace come flette. Gli steli/cuore sono la parte che caratterizza maggiormente questa racchetta. Personalmente mi piacerebbe flettesse più in basso, ma è una questione di abitudine mia e, non è detto, che con un po’ di peso distribuito cambi la sensazione generale. Direi che mi piace sentire di più la palla che entra nella mano. Un ibrido con budello potrebbe darmi quello che cerco. Non è una racchetta da “multifilo e ciao”: le corde pesano su tutta la resa. Bisogna provare un po’ di soluzioni.
Di certo la Zus è stabile, ha molta sensibilità e trasmette molto, ma ho l’impressione che sia una racchetta dalla doppia personalità. Il che è un po’ tipico delle racchette di qualità.
Non voglio esser frainteso: la Zus è una racchetta pazzescamente “facile”…ma non ho detto che sia semplice capirla fino in fondo. Non in due ore come ho cercato di fare io. Non è una racchetta da compratori compulsivi, tutt’altro! Va trattata con grande rispetto e, se mi permette Mr Goth, anche un po’ di pazienza per capirla fino in fondo.
Ha una sweet area piacevolmente ampia, anche senza piombo e il bumper jump in incordatura (Mirko, che diamine!!!!). Direi che sia di forma omogenea, ovoidale, e risponde bene anche in alto, il che la rende più simpatica a chi sbraccia parecchio, ha uno swing ampio e anche chi ama il S&V vecchia maniera.
Perdona di certo più di una Blade e una Prestige non crucca ma non è così “scontata”. Di questo suo “carattere” ci si accorge quando si comincia a giocare con più intensità. Di certo non sembra una RA 63 (anzi meno). Credo che questa capacità di “incattivirsi” sia grazie alla disposizione delle pelli, all’orientamento della fibra: ha qualcosina, la Zus, che dopo aver tirato una spada da paura, ti porta a guardarla col sopracciglio alzato e a dirle: “Hey, signorina, tu non me la racconti giusta!”.
Sarei davvero curioso di provarne una con 15-20 grammi in più, magari anche in 16x19. Almeno per capirci un po’ di più.
Alla fine mi viene da dire che questa Zus dà davvero tanta confidenza e fa giocare di tutto senza problemi. Chiunque può prenderla in mano e toccare con grande gusto. Però, se vuoi divertirti e apprezzarla per quello che è, ovvero una pro room, devi far viaggiare la palla! Devi spingere. Allora sì che si sente la “differenza” rispetto a una racchetta da scaffale. In conclusione, più picchi e più prendi confidenza. Più giochi di tocco e più ti diverti.