Caro Rocket, chi se non tu poteva dare spazio all'amarcord di quando l'erba era erba?
Destino ha voluto che la nostra prediletta superficie dovesse pagare l'avvento del Turbo-Tennis (come qualcuno lo ha definito) e non possiamo che prenderne atto. E' giusto però rimarcare che, con tutta la buona volontà del mondo, sia per i costi di manutenzione elevati sia per la poca adattablità a certi climi, i campi in erba difficilmente possono essere diffusi su larga scala in un tempo di tennis globalizzato. Anzi, per una volta dobbiamo essere grati agli inglesi che, così legati alle tradizioni "rinuncerebbero alla monarchia ma non al lawn tennis" come ha più volte sottolineato Rino Tommasi, scherzando ma neanche troppo. Se Wimbledon non fosse quello che è dal 1877, probabilmente l'erba come superficie nel gioco del tennis non esisterebbe più. Ma Wimbledon sarà sempre questo, immutabile nei secoli con la sua erba, un'erba "dopata" di graminacee e più alta di 42 millimetri, alla quale può adattarsi stupendamente anche il tennis muscolare e robotico dell'ultima generazione. Ma pur sempre erba. Facciamocela bastare mentre sogniamo l'avvento dei nuovi paladini del serve & volley.