Vancouver 2010 - Pattinaggio Artistico: è l'ora di Carolina KostnerRealSports.it (n.d.r.)
Pattina per il gusto di farlo, per sé e in nome di quella grazia e leggerezza che è tornata a farle compagnia.
Adesso scivola sulle lame liberata dalle pressioni di un tempo, finalmente grande dopo i passi incerti di Torino quando ancora poco più che una bimba le fu messa in mano la bandiera per rappresentare l'Italia ai Giochi di casa.
Carolina Kostner da allora di chilometri ne ha fatti tanti, compresi quelli per trasferire la sua vita di atleta e di donna a Los Angeles, dove però ha ritrovato lo smalto della campionessa: adesso arriva a Vancouver con 23 candeline spente dieci giorni fa, esordirà martedì con il programma corto, e ancora più che nel 2006 è la regina più attesa
Sarà perché dopo un 2009 da cancellare, l'anno nuovo l'ha riportata tra le grandi: dall'europeo, passando per le Olimpiadi canadesi, fino al mondiale di Torino a marzo, nella prima parte del 2010 la star dei pattini si gioca molto.
Un terzo è già andato alla grande, con il ritorno all'oro europeo, a Tallin, meno di un mese fa quando si è ripresa almeno il continente.
Ora è la volta della carta dei Giochi, sprecata malamente a Torino dove soprattutto nel libero riuscì ad inanellare una serie di errori che la fecero chiudere al nono posto. I mesi californiani l'hanno cambiata molto: alla corte del guru del ghiaccio Frank Carrol, allenata nei salti e nella velocità da Christa Fassi, vedova di quel Carlo storico bronzo azzurro del pattinaggio agli europei del '50, coccolata nel fisico da Andrea Benvenuti, ex campione europeo del mezzofondo ora suo fisioterapista, e nella mente dallo psicologo delle dive dello sport, Daniele Popolizio (gia' stratega dell'anima di Federica Pellegrini) Caro-la-ina, come la chiamano nella città delle stelle di Hollywood, si dice "pronta".
Non deve smaltire il fuso perché arriva a Vancouver dallo stesso lato della costa americana: era tornata a Los Angeles subito dopo l'oro di Tallin, perché avuta la certezza della partecipazione olimpica (tenuta, solo virtualmente però, in sospeso fino alla prova europea per la sfida tutta nazionale con Valentina Marchei) si é ributtata a capofitto a lavorare per il grande appuntamento con i Giochi.
"Si è allenata senza pressioni" dicono i suoi più stretti confidenti. Tanta corsa, e poi sul ghiaccio a provare e riprovare le combinazioni più ardite, quelle per stare al passo con le rivali, le giapponesi Miki Ando e Akiko Susuki, la diva di casa Joanne Rochett, e ancora le americane.
L'unica che al momento sembra di un altro pianeta è la coreana Yu-Na Kim, adottata dai canadesi, classe 90, campionessa del mondo in carica, all'esordio olimpico martedì prossimo con il programma corto del pattinaggio di figura femminile, capace di combinazioni ardite
"Le avrò contro, ma se sto bene allora posso giocarmela - ripete l'azzurra - Io sono nata per pattinare, so sacrificarmi, non salto gli allenamenti e speriamo vada tutto bene". In questi giorni ha visto stralci di Olimpiadi in tv, non si è persa l'esordio degli uomini dei pattini, con uno sguardo speciale al suo compagno di allenamenti Evan Lysacek.
Arriva col suo baule di costumi preziosi: griffe al lavoro per lei, e trucco, capelli, per un look ineguagliabile.
Il clima olimpico lo sente già: sa che avrà i riflettori addosso, ma non contro.
Adesso che è libera di pattinare lo farà con la nuova gioia.
Il secondo passo di una stagione in cui vuole tornare regina.
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