Su questo forum è diffusa l'opinione che, con lo spostamento della produzione in Cina, la qualità dei telai sia, generalmente, peggiorata.
Mi chiedo se questa opinione non sia solo basata su un pregiudizio.
Il mercato delle racchette ha, giustamente, beneficiato delle rivoluzioni di materiale: legno, metallo, carbonio. Ed è comprensibile che cerchino di ripetere lo schema per alimentare il mercato. Solo per fare un esempio, Head ha introdotto in pochi anni materiali (denominati Intelligence, LiquidMetal, Microgel, Youtek) legati a scommesse/ricerche sull’incremento delle efficienze dei telai proprio. L’obiettivo è quello di ripetere lo schema dell’innovazione per rilanciarsi sul mercato periodicamente. Queste trasformazioni, oggettivamente, non hanno la stessa portata innovativa del passaggio dal legno al carbonio e non hanno quasi mai il tempo di maturare sul campo.
Da qui il mio dubbio: quando escono nuovi telai (eventualmente) peggiori rispetto ai modelli precedenti, questo dipende dal luogo di produzione più che dai ritmi imposti dal mercato?
Io non ho molta simpatia per il “basso costo”, perché deprime la qualità del prodotto e, soprattutto, deprime la qualità del lavoro, ma le competenze ingegneristiche e produttive sul carbonio sono taiwanesi, non europee. Le biciclette di alta gamma (telai dai 3000€ a salire) sono prodotte tutte lì: negli ultimi dieci anni gli europei, gli italiani prima di tutto, hanno sottovalutato il valore del carbonio, puntando su acciaio/alluminio, e hanno lasciato campo libero ai taiwanesi che, avevano come credenziali, proprio la produzione delle racchette. La complessità di progettazione e realizzazione di un telaio di una bicicletta è, probabilmente, superiore a quella necessaria per fare una racchetta.
Questo dubbio me l’ha fatto venire un collega ciclo-tennista con cui, chiacchierando, stavo esprimendo la sensazione diffusa di telai approssimativi nati con lo spostamento delle produzioni (opinione forum based, diciamo) e che ha ribattuto con le considerazioni che vi ho riportato.
Condivido queste riflessioni e attendo, se qualcuno ce l'ha, qualche elemento non pregiudiziale per ribattere al mio collega: posso concedergli un set ogni tanto, ma farmi beccare così sguarnito in una discussione proprio non lo sopporto...
Mi chiedo se questa opinione non sia solo basata su un pregiudizio.
Il mercato delle racchette ha, giustamente, beneficiato delle rivoluzioni di materiale: legno, metallo, carbonio. Ed è comprensibile che cerchino di ripetere lo schema per alimentare il mercato. Solo per fare un esempio, Head ha introdotto in pochi anni materiali (denominati Intelligence, LiquidMetal, Microgel, Youtek) legati a scommesse/ricerche sull’incremento delle efficienze dei telai proprio. L’obiettivo è quello di ripetere lo schema dell’innovazione per rilanciarsi sul mercato periodicamente. Queste trasformazioni, oggettivamente, non hanno la stessa portata innovativa del passaggio dal legno al carbonio e non hanno quasi mai il tempo di maturare sul campo.
Da qui il mio dubbio: quando escono nuovi telai (eventualmente) peggiori rispetto ai modelli precedenti, questo dipende dal luogo di produzione più che dai ritmi imposti dal mercato?
Io non ho molta simpatia per il “basso costo”, perché deprime la qualità del prodotto e, soprattutto, deprime la qualità del lavoro, ma le competenze ingegneristiche e produttive sul carbonio sono taiwanesi, non europee. Le biciclette di alta gamma (telai dai 3000€ a salire) sono prodotte tutte lì: negli ultimi dieci anni gli europei, gli italiani prima di tutto, hanno sottovalutato il valore del carbonio, puntando su acciaio/alluminio, e hanno lasciato campo libero ai taiwanesi che, avevano come credenziali, proprio la produzione delle racchette. La complessità di progettazione e realizzazione di un telaio di una bicicletta è, probabilmente, superiore a quella necessaria per fare una racchetta.
Questo dubbio me l’ha fatto venire un collega ciclo-tennista con cui, chiacchierando, stavo esprimendo la sensazione diffusa di telai approssimativi nati con lo spostamento delle produzioni (opinione forum based, diciamo) e che ha ribattuto con le considerazioni che vi ho riportato.
Condivido queste riflessioni e attendo, se qualcuno ce l'ha, qualche elemento non pregiudiziale per ribattere al mio collega: posso concedergli un set ogni tanto, ma farmi beccare così sguarnito in una discussione proprio non lo sopporto...