I primi "profile" e le prime corde in poliestere sono suppergiù coevi (fine anni '80) ma la fase iniziale dello sviluppo ha seguito due strade distinte: i telai erano soprattutto indirizzati all'utente di club per aumentarne potenza e precisione direzionale (ed avevano profili tra i 28 ed i 40 mm), le corde ai superagonisti, specie spagnoli e sudamericani, che facevano uso di pesante topspin con i primi telai in grafite ad alte prestazioni, per i quali le corde tradizionali avevano durate meccaniche di rado superiori ai 40 minuti. Erano però 100% poliestere senza additivi o miscele con altre materie plastiche, non comparabili con gli armeggi attuali.
Solo verso la metà degli anni 90, con lo sviluppo delle progettazioni CAD/CAM dei telai, si intravvede la possibilità di far interagire profili più bassi (24>28 mm.) con poliesteri additivati e copoliesteri per ottenere -rispetto alle esigenze del tempo- il "meglio dei due mondi".
Ergo, perlomeno per quel che riguarda gli attrezzi di concezione attuale, si può affermare che siano nati con le corde monofilo per essi concepite.
Il fatto della rigidità alta (e della conseguente potenza intrinseca) è comunque riconducibile al profilo, perlomeno fino alle ultimissime generazioni di telai in cui lo studio delle masse inerziali e della loro collocazione all'interno del telaio ha rivoluzionato la costruzione quasi quanto l'avvento dei telai ad ovale maggiorato fecero alla fine degli anni '70.
Dagli studi di Rod Cross (uno dei maggiori esperti mondiali in materia) dei primi anni '90, telai dalle identiche caratteristiche per dimensioni, composizione, pattern, peso e bilanciatura incordati contemporaneamente con la stessa corda alla stessa tensione, aventi come unica differenza il profilo, davano potenza discendente dal più al meno profilato.
Oggi però le tecnologie permettono ben altro, al punto che la Wilson Ultra XP 100LS ha potenze sovrapponibili ed inerzie superiori a quelle di telai il 40% più profilati dell'epoca...