Sarò noioso e mi ripeterò, come spesso fanno i "matusa" sempre più spesso con l'avanzare dell'età, ma la vera differenza tra il tennis "di una volta" quale è, in parte, quello che ci propone KK nel suo filmato (in verità si era già evoluto, a livello di materiali, però c'erano ancora campioni dell'"epoca del legno" come SuperMac che continuavano a giocare con quello stile), e quello attuale, a cui si riferisce appunto simoo, sta' essenzialmente nella possibilità di poter tirare dei vincenti da fondocampo.
In precedenza, sopratutto finchè si sono utilizzate le racchette in legno, era una possibilità che poteva succedere assai saltuariamente. Sopratutto sulla terra, un tennista di buon livello riusciva a coprire efficacemente l'intera area di gioco di sua pertinenza e la possibilità di venir "bucato" con un passante da fondocampo era evenienza praticamente impossibile. Le racchette non permettevano accelerazioni di palla paragonabili a quelle odierne, e la discesa a rete era la prassi usuale per "prendersi il punto", come si evince dal filmato postato o da qualsiasi altro di epoca posteriore ad esso.
Sono andato a cercarmi dei filmati di Rosewall o Kuerten, e praticamente ogni punto veniva realizzato scendendo a rete, poi stava all'abilità di chi ribatteva al volo o di chi cercava di "passare" l'avversario a rete aggiudicarsi il quindici.
Anche il servizio aveva un'importanza relativa, era più che altro il colpo che apriva lo scambio, e gli "aces" in un'incontro, solitamente, si contavano sulle dita di una mano.
Erano lontani a venire i tempi dei "bombardieri" da fondo o dal servizio, stile Ivanisevic prima e Isner o Raonic poi.
Anzi, uno dei primi "bombardieri" su servizio è stato proprio il Sampras tanto caro a KK, bisogna puntualizzare.
Il nostro giovane amico dice che era un tennis noioso, quello: dal suo punto di vista, di giovane tennista nato e cresciuto vedendo appunto gli attuali tennisti e l'attuale modo di giocare, non ho difficoltà a crederlo. Io stesso pochi posts fa' ho scritto che, rivedendo ora un incontro di Panatta del '79, aldilà del tuffo nostalgico, la prima impressione è stata quella di vedere un tennis "al rallentatore", abituato a ciò che si vede ora abitualmente. Quindi non ho difficoltà a credere che un giocatore di vent'anni del 2012, guardando una di quelle partite, le possa trovare insopportabilmente noiose e monotone, caratterizzate com'erano da colpi da fondo di efficacia contenuta e di sistematiche discese a rete.
Ciò che impera nel tennis odierno è la potenza, la velocità di palla, l'energia che si è in grado di dare a questa impattandola con i moderni telai compositi.
Certo, c'è sempre chi è in grado di scendere a rete e di andare a prendersi il punto, anche con i "bazookas" usati attualmente. Ma si tratta di alcuni tennisti in particolare (Stephanek, Llodra, diciamo anche Federer e pochi altri).
La regola vuole che il tennis moderno sia diventato e diventi sempre più uno sport per spilungoni oltre il metro e 90 che fanno primariamente esercizio di balistica con racchetta e palline, principalmente su servizio, e secondariamente con dritto da fondocampo.
Ieri sono stato al TC dove gioco abitualemnte a vedere un set di finale di torneo di 2a Cat., tra due ragazzi 17enni.
In tutto il set, sapete quante discese a rete ho visto?
Due.
Ed entrambe risoltesi con palle steccate da parte del "discesista".
Su quel cemento, la palla viaggiava a mo' di "missile" costantemente, e la totalità dei punti sono stati ottenuti su servizio o con colpi da fondocampo.
Ed ho detto tutto.
Capisco chi, delle mia età o anche con qualche anno di più, guardi con nostalgia e un po' di rimpianto quel tennis fatto certamente di minore potenza ma di infinitamente maggiore sensibilità, tocco, precisione, eleganza e fantasia.