Promemoria primo messaggio :
Marco Simoncelli ci ha lasciato a seguito del terribile incidente occorsogli in occasione del GP della Malesia.
Grande Marco, addio!!
Morire a 24 anni su una pista di motociclismo. Ripercorriamo brevemente la vita e la carriera di Marco Simoncelli, scomparso tragicamente a Sepang.
Nato il 20 gennaio 1987 a Cattolica, sulla Riviera Romagnola, Simoncelli ha assaporato le due ruote ad appena 7 anni. “Ricordo molto bene quel giorno del 1994 in cui mio babbo mi disse: ‘Oggi andiamo a provare la minimoto’. Fu bellissimo… Decidemmo di cominciare ad allenarci per le gare. A distanza di anni mi piace rivivere quel momento che ha contribuito a tracciare il mio futuro. Il Campionato Italiano mi sembrava una cosa irraggiungibile, eppure nel 1996 sulla pista di Spoleto c’ero anch’io…”, dirà poi di quei tempi.
A 12 anni si laurea campione italiano Minimoto, così come nel 2000 quando gareggia anche per il titolo europeo arrivando secondo. Due anni più tardi partecipa al Trofeo Honda NR centrando due podi e al campionato italiano 125 GP. Nel 2002 è campione europeo dell’ottavo di litro e debutta nel Motomondiale della classe 125cc come wild card in sella a un’Aprilia.
È però nel 2003, sempre con una moto di Noale, che disputa una stagione completa del Campionato del Mondo: per lui 6 gare in zona punti, tra cui anche il terzo posto di Valencia. La prima vittoria arriva l’anno successivo a Jerez, dove firma pole e vittoria. Nel 2005 vince di nuovo sulla pista andalusa ma, vista l’altezza (i suoi 183 cm per 72 kg lo rendono tra i piloti più alti di sempre), fatica molto ad adattarsi alla sua Aprilia 125 e chiude il Mondiale al quinto posto.
Nel 2006 passa quindi alla 250, alla guida di una Gilera e ha come capotecnico Rossano Brazzi, che in carriera ha lavorato con campioni come Valentino Rossi e Marco Melandri, il quale però si ammala dopo i primi GP e lo lascia senza una vera guida. Chiude la stagione – come anche quella successiva – senza vittorie e al decimo posto in classifica.
Il 2008 è l’anno della svolta: nonostante la moto non ufficiale ottiene 2 vittorie (GP d’Italia e GP di Spagna), 3 secondi posti e un gradino più basso del podio. Dopo Assen riceve una Gilera evoluta e trionfa anche al Sachsenring, a Motegi e a Phillip Island conquistando, ironia della sorte, a Sepang il primo titolo iridato in carriera. Poi, nel 2010 il passaggio in MotoGP, le accuse per una guida forse troppo irruenta, due podi (a Brno e a Phillip Island) e, il 23 ottobre 2011, la morte in Malesia.
Da sport.it (n.d.r.)
Marco Simoncelli ci ha lasciato a seguito del terribile incidente occorsogli in occasione del GP della Malesia.
Grande Marco, addio!!
Morire a 24 anni su una pista di motociclismo. Ripercorriamo brevemente la vita e la carriera di Marco Simoncelli, scomparso tragicamente a Sepang.
Nato il 20 gennaio 1987 a Cattolica, sulla Riviera Romagnola, Simoncelli ha assaporato le due ruote ad appena 7 anni. “Ricordo molto bene quel giorno del 1994 in cui mio babbo mi disse: ‘Oggi andiamo a provare la minimoto’. Fu bellissimo… Decidemmo di cominciare ad allenarci per le gare. A distanza di anni mi piace rivivere quel momento che ha contribuito a tracciare il mio futuro. Il Campionato Italiano mi sembrava una cosa irraggiungibile, eppure nel 1996 sulla pista di Spoleto c’ero anch’io…”, dirà poi di quei tempi.
A 12 anni si laurea campione italiano Minimoto, così come nel 2000 quando gareggia anche per il titolo europeo arrivando secondo. Due anni più tardi partecipa al Trofeo Honda NR centrando due podi e al campionato italiano 125 GP. Nel 2002 è campione europeo dell’ottavo di litro e debutta nel Motomondiale della classe 125cc come wild card in sella a un’Aprilia.
È però nel 2003, sempre con una moto di Noale, che disputa una stagione completa del Campionato del Mondo: per lui 6 gare in zona punti, tra cui anche il terzo posto di Valencia. La prima vittoria arriva l’anno successivo a Jerez, dove firma pole e vittoria. Nel 2005 vince di nuovo sulla pista andalusa ma, vista l’altezza (i suoi 183 cm per 72 kg lo rendono tra i piloti più alti di sempre), fatica molto ad adattarsi alla sua Aprilia 125 e chiude il Mondiale al quinto posto.
Nel 2006 passa quindi alla 250, alla guida di una Gilera e ha come capotecnico Rossano Brazzi, che in carriera ha lavorato con campioni come Valentino Rossi e Marco Melandri, il quale però si ammala dopo i primi GP e lo lascia senza una vera guida. Chiude la stagione – come anche quella successiva – senza vittorie e al decimo posto in classifica.
Il 2008 è l’anno della svolta: nonostante la moto non ufficiale ottiene 2 vittorie (GP d’Italia e GP di Spagna), 3 secondi posti e un gradino più basso del podio. Dopo Assen riceve una Gilera evoluta e trionfa anche al Sachsenring, a Motegi e a Phillip Island conquistando, ironia della sorte, a Sepang il primo titolo iridato in carriera. Poi, nel 2010 il passaggio in MotoGP, le accuse per una guida forse troppo irruenta, due podi (a Brno e a Phillip Island) e, il 23 ottobre 2011, la morte in Malesia.
Da sport.it (n.d.r.)