Mamma mia che casotto!
Andrea, se i piedi sono paralleli al corridoio, non si tratta di "closed" stance ma di "neutral". Closed è se il piede sinistro è più avanti rispetto al destro.
Punto secondo, se questo povero cristiano di JM "ha perso il dritto", perché dovrebbe complicarsi la vita cambiando lo stance? Io sono perfettamente concorde nell'imparare a colpire in closed, neutral, semi open e open...ma si tratta già di tennis di qualità. Tra l'altro, il dritto in closed è roba da terza categoria: è quasi un trick-shot.
Pertanto, se uno è in crisi, deve semplificare al massimo e "tornare alle origini", giocando SOLO il suo dritto naturale (che si presume sia neutral, semi-open o open con tutte le migliaia di varianti intermedie). Cambiare lo stance e, QUINDI, tutti gli altri parametri come grip, punto d'impatto, tempo e timing, in base a come arriva la palla, è roba da giocatori finiti, con tecnica solidissima. Ma proprio inox.
Stranamente concordo con una cosa detta da Dagoberto: "se lo hai perso vuol dire che non lo hai mai avuto sul serio". Ovviamente su altre non concordo ma....è già tanto averne una! Faccio festa.
La frase è davvero corretta. O, per renderla meno tranchant, hai perso una parte che non avevi fatto tua fino in fondo.
In misura diversa capita proprio a tutti, anche ai superpro di avere "brutte" o "belle sensazioni". Ricordo una conferenza stampa di Federer in cui parlava espressamente dell'allenamento mattutino pre-partita in cui diceva di "aver toccato molto bene la palla" "con grande fluidità". Significa, a rigor di logica, che ci sono giorni in cui il grande Roger palleggia e si allena da schifo. E ti assicuro che Federer in allenamento riesce a sembrare una scarpa. Ovvero: capita a tutti avere alti e bassi.
Quello che non deve capitare (ma capita pure questo) è quando "si va fuori palla", ovvero in crisi nera.
Che fanno tutti? Prendono il migliore amico, il maestro, lo schiavo e gli si chiede (anche in ginocchio) "hey, mi dai una mano? sono nella m....a!".
Allora l'amico dà le palle tutte uguali, tutte alla stessa maniera a metà velocità e, dall'altra parte, si inizia da zero. Movimento lento, morbido ma con ritmo. Perché ritmo? Perché il timing è l'anima dello swing. Puoi tirare forte o lento ma il timing è sempre uguale. Pertanto, se vuoi recuperare il dritto perduto, devi riprenderti il timing.
Non ha importanza se stecchi, vai a rete o lungo: lo swing deve essere lento, completo e in accelerazione. Giocare al rallentatore serve appunto a ritrovare le distanze e il ritmo giusto. E se l'amico tira tutte le palle uguali...tu DEVI colpire sempre con lo stesso stance, lo stesso grip, la stessa distanza dalla palla con lo stesso movimento. Cerchi la palla e ritrovi il dritto.
Colpire la palla in una comfort zone differente NON ti aiuta. Palla all'altezza del ginocchio e colpita in fondo al campo? Vuol dire che ti sei messo in "autoprotezione" hehhehehehe: la massima traiettoria di palla (e quindi di tempo) per cercare di capirci qualcosa! Così non ne esci fuori. Credimi.
Lo stesso è se vuoi giocare di anticipo: se sei fuori timing che kakkio ti complichi la vita???!!! Hai bisogno di palle lente e piatte. Dopo di che fai la tua routine, fai il tuo split step, apri subito, ti sposti già in apertura, ti posizioni, colpisci. PIANO.
Prova... Non è detto che tu possa guarire subito. A volte il problema si trascina. Devi avere tanta pazienza e umiltà.