Gianma93 ha scritto: salve ragazzi da quando gioco a tennis 4 anni( assiduamente con lezioni 3 alla settimana) gioco con racchette profilate.... per un eventuale cambio con una racchetta boxed su cosa mi dovrei orientare, conoscendo ovviamente punti di forza e di debolezza di entrambi i telai.... vorrei conservare facilità non perdere spin gioco da fondo dritto carico ( sono mancino) rovescio bimane alternato al back non disdegno tocchi e qualche discesa a rete grazie mille a chi mi darà una mano.... 4/3 4/2 VERO!
Come ormai noto, credo, rappresento un tennis un po’ controtendenza (qualche detrattore, sarà più per il bastian contrario di turno
, tant’è …), ma la questione credo sia un po’ un’altra.
La racchetta profilata, più che per agevolare lo spin o, l’effettare la palla in generale (o affettare, per chi ha dimestichezza con le salumerie
) si presenta con la Wilson Hammer, prima più fortunata realizzazione commerciale sul tema, per esaltare il colpo piatto.
Infatti, il movimento nel colpire la palla tagliandola poco, quindi con modesta incidenza di movimento sul piano verticale e percorrendo più una linea ideale parallela al terreno impattando con il piatto corde ortogonale alla linea di percorrenza della palla in arrivo, esalta le caratteristiche aerodinamiche di una sezione, per così dire, alare della cornice del piatto corde, riducendo sensibilmente l’effetto vela prodotto da una cornice di una racchetta più tradizionale (così considerata a quei tempi, fine anni ‘90), con sezione quadrangolare (boxed) e, quindi, superficie di esposizione maggiore all’impatto con l’aria.
Per l’esatto contrario, quindi, nei colpi con maggiore incidenza di movimenti dal basso all’alto (spin) e dall’alto al basso (back), una sezione della cornice del piatto corde non alare risulterebbe più adatta offrendo nei movimenti più verticali una minore resistenza all’aria.
Ovviamente siamo nel campo della mera analisi teorica, anche perché, in realtà il colpire una pallina da tennis comporta movimenti molto complessi ed articolati che seguono traiettorie poco omogenee, combinando e concatenando sia il piano orizzontale, sia il piano verticale con percorsi del braccio/racchetta che li attraversa entrambi.
Sta di fatto che, alla prova concreta, una racchetta con profilo alare (profilata) risulterà molto più penetrante muovendola nell’aria per simulare un classico dritto piatto, mentre lo sarà meno nel cercare, analogamente, di simulare un rovescio in back o un diritto in chop, come a voler eseguire una smorzata.
Va detto, che le differenze sono, comunque, modeste, infatti assistiamo all’uso anche da parte di PRO di racchette profilate pur giocando un tennis che con i colpi piatti, oramai, non ha più molta confidenza, ma ci sono anche molti, moltissimi, PRO che giocano un tennis ricco di top spin e, perché no, efficaci back con profili boxed.
Il tema dell’aerodinamicità, quindi, è passato sicuramente in secondo piano per focalizzare meglio l’attenzione sulla rigidità che un telaio profilato può maggiormente offrire rispetto ad uno boxed.
Per sintetizzare, quindi, la scelta tra le due soluzioni dovrebbe tenere conto dell’esigenza di avere nel telaio una maggiore o minore rigidità in funzione di cosa si preferisca percepire nel colpire la palla e, per effetti diversi, entrambe le soluzioni potrebbero andare bene.
Questo, almeno, sono le conclusioni a cui sono giunto personalmente.