Anch'io credo che Laker...pardon, Myskin abbia in fondo ragione. Ognuno di noi sarà libero di archiviare in uno spazio proprio ciò che ricorderà con più nostalgia. I nuovi iscritti farebbero fatica ad immedesimarsi nei nostri ricordi e si rischierebbe di formare due fazioni contrapposte.
Però farei una proposta: sarebbe carino che ognuno di noi scegliesse un argomento che, per qualche motivo, ritenesse interessante riportare qui, e che possa essere letto anche dai nuovi arrivati con piacere o interesse. Non dovrà essere necessariamente divertente, ma magari semplicemente utile o piacevole da leggere. Per quanto mi riguarda, ricordo molto volentieri "Semplicemente grazie", scritto in seguito all'incontro con Laker a Sanremo, oppure la descrizione di pregi e difetti dei partecipanti al mitico incontro alla Pinetina, ma ciò che mi ha reso famoso al grande pubblico, di grande attualità dopo il passaggio di Niki in terza cat., e che vorrei riproporre qui, è:
IL TENNIS E' ANCHE QUESTO
Domenica mattina ho accompagnato mio figlio al tennis per un torneo a
squadre. Che succede? L'incontro salta per assenza degli avversari
(bravi!! ma cosa vi iscrivete a fare?!) Cosa facciamo? Ci sono pure i
nonni che volevano vedere il nipote. Ci facciamo un singolo io e te?
Mio figlio esplode di gioia. Ho giocato pochissime volte con lui, per
diversi motivi: in primis non voglio rischiare di interferire nel
lavoro dei suoi maestri. In secondo luogo quando gioco amo impegnarmi
al massimo, cerco sempre avversari del mio livello, nè più forti
(giocherebbero solo per farmi un favore) nè più scarsi. Con mio figlio
ho giocato poche volte (spesso solo palleggi) perchè non avrei potuto
impegnarmi troppo ma non volevo creargli la sensazione di non essere
all'altezza. Quando sarà pronto giocheremo, mi dicevo... Nel frattempo
insieme abbiamo fatto alcuni tornei di doppio interni ed abbiamo vinto
un torneo giallo capitando in semi e in finale insieme (grandissima
gioia per entrambi!)
Un paio di settimane fà Nicholas (è il suo nome) ha partecipato ad un torneo di quarta battendo 6/3 6/0 un
discreto giocatore e prendendo un set ad un buon 4/3. In precedenza,
sull'erba, superficie che praticamente non conosce, ha battuto un 4/4
giocando un incontro straordinario.
Bene, il momento si avvicina.
Abbiamo da tempo stabilito che il giorno del suo 15esimo compleanno ci sarà
la grande sfida ufficiale per la leadership famigliare, mancano ancora 6 mesi.
Torniamo a domenica. Sto curandomi per una fastidiosa
epicondilite, non era previsto che giocassi ma già che siamo qui... E
poi la voglia di impugnare la racchetta è altissima. Ok, giochiamo.
"Niki, quarda che non ti regalo niente" faccio io. "Nemmeno io", mi risponde sicuro.
Serve lui per primo, fin dai primi scambi cerco di spostarlo per prendere il
gioco in mano, ma lui tiene botta e mi accorgo subito che le cose son
cambiate. 2 a 0 per lui. Hai capito il ragazzino? Potesse mi darebbe
6/0 6/0. Ok, massima concentrazione, come in torneo. Il primo set
diventa una battaglia. Andiamo 5 pari, i nonni tifano spudoratamente
per il nipote. Si stanno divertendo. Sono contento che la squadra
avversaria non sia venuta, papà e mamma avranno un bel ricordo di
questa domenica.
Mi porto sul 6/5, siamo al set point. Servo molto esterno, Nicholas risponde di rovescio,
vado a rete, volèe di diritto sull'altro angolo e primo set in saccoccia. Andiamo!!!
Esulto come un bambino ma ci sta. Qui l'incontro finisce. Nel secondo set sul 3/1 per
me un game molto lottato mi porta al 4/1, poi è 6/1 facile.
Il ragazzino ha mollato. Sono ancora più forte di lui, ma per quanto tempo?
"Papà giochiamo ancora?" mi chiede. Ho il braccio in fiamme, devo proprio
fermarmi. Lui capisce, ma sa anche che questo è il primo di una spero
lunga serie di match. Terrò duro, lotterò, quando poi sarà più forte di
me non gli chiederò più di giocare. Quando e se ne avrà voglia me lo
chiederà lui.
Amici, spero di non avervi annoiato, sentivo il
bisogno di condividere con voi queste emozioni perchè "il tennis è
anche questo". Non so se esistano altre discipline dove la differenza
di trent'anni tra padre e figlio non sia una barriera insormontabile.
Quando arriverete a lottare alla pari con vostro figlio sarete certi di
avergli regalato un compagno di vita che non lo abbandonerà mai: il
tennis. Mio figlio non sarà mai un campione, non mi è mai interessato,
ma a qualunque livello giungerà, questo sport potrà comunque regalargli
delle belle soddisfazioni. Cari quarantenni, sono certo che cercherete
di trasferire ai vostri figli la vostra passione. Seguiteli, stategli
vicino, un giorno proverete la mia stessa emozione e forse vi
ricorderete di aver letto queste parole. Penserete, spero: "Aveva ragione".
Marco
Matteo, ho mica fatto male?