Facciamo così, mettiamoci d'accordo e capiamoci
Definiamo prima di cosa stiamo parlando:
racchette per uso agonistico, per agonistico intendo dal 4.NC ai 3.1, oltre andiamo verso ad un tennis che si avvicina più al professionistico.
Adesso definiamo cosa si intende con un telaio facile. Le prime due difficoltà nel tennis sono colpire la pallina e buttarla oltre la rete. Se prima non la prendiamo e non la buttiamo oltre la rete è inutile parlare di direzione, precisione, top spin backspin ecc.
Prima domanda: Babolat ha oppure no rivoluzionato il mondo del tennis introducendo la Pure Drive, una delle più riuscite tubolari tutta potenza a discapito del controllo? Si. Tralasciando il gusto personale o il comfort, quei telai con piatto 100 rendevano più facile il gioco del tennis anche ai meno dotati tecnicamente? Assolutamente si.
Che poi siano rigide, che poi siano poche precise, che poi a molti hanno provocato dolori ovunque, rimane un altro paio di maniche.
Seconda domanda: Storicamente (ultimi 20 anni) le
racchette Agonistiche di Wilson erano o no più difficili e più adatte ai giocatori più tecnici? Assolutamente si.
Che poi oggi ci sia una quantità incredibile di attrezzi per ogni casa è indubbio, tutte e tre (Babolat, Head e Wilson) producono telai di ogni genere, dalle tubolari ai piatti piccoli, dalle leggere alle pesanti.
In più personalmente ritengo che un Maestro oggi, considerando l'utente con il quale a che fare, non abbia bisogno di una super preparazione anche sui materiali. Forse dovrebbero avere una conoscenza più profonda delle corde, quello si. Ma sui telai tutti noi appassionati dedichiamo attenzioni assolutamente eccessive. Eccessive perché non restano nel campo del piacere del rinnovamento dell'attrezzo o della prova di più telai possibili, ma è eccessiva perché è una continua ricerca di un attrezzo diverso, migliore e più adatto al nostro gioco.
Quello che succede, che in pochi vogliono ammettere, è che il tennis per noi comuni mortali è fatto di alti e di bassi, godiamo dell'effetto placebo appena impugnamo una nuova racchetta, ci convinciamo che sia Excalibur fatta a telaio mandata sulla terra per farci vincere l'importantissimo tabellone intermedio del più importante torneo di 4° cat del quartiere. Cambiata la racchetta e finito l'effetto placebo, mentre il campo ci sputa in faccia il nostro reale livello, noi iniziamo a pensare... "mh...certo che con quel nuovo telaio riuscirei a fare quello che nelle mie potenzialità"
E così in aeternum!
Concordo in pieno; l'aiuto che puo' dare la combinazione racca-corde appropriata alle personali caratteristiche di gioco, per una quarta categoria non supera, secondo me, il 10%.
Che poi l'ossessione che abbiamo a cambiare e' proprio tale, e tra l'altro lo facciamo piu' noi veterani proprio per illuderci di supplire alla tecnica-preparazione fisica mancate, dovremmo proprio ammetterlo. Ma una cosa e' la passione, la fede, l'illusione, l'effetto placebo, altre sono le certezze obiettive.