Poi a leggere i giornali ci si lamenta che in
Italia cresca il razzismo e la xenofobia nei confronti degli extracomunitari.
Ovvio, viene indotta. In che modo? Semplicemente creando norme ad hoc che
perseguendo supposti (e direi ideologici) fini di equità sociale, alla fine
creano barricate e muri tra gli italiani e gli stranieri. Pongono in essere, in
altre parole, sacche di parassitismo “extracomunitario” attraverso lo
sfruttamento dei meccanisimi del Welfare italiano. Vediamo come.
Prima di tutto esiste una legge, la n. 388 del 2000
(inserita nella finanziaria dall’allora Ministro Amato) che permette[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] anche agli stranieri di percepire un
assegno di pensione “sociale”, pari a € 395,60 euro al mese, più
154,90 euro di importo aggiuntivo, per un totale esentasse di € 7.156 euro
annui. Chi, in altre parole, non ha mai avuto contributi previdenziali e ha
compiuto i 65 anni, può richiedere questo assegno all’INPS di competenza, anche
se straniero.
Ciò premesso, la riflessione che verrebbe da fare è
questa: la norma in verità non tocca lo straniero che entra nel territorio
italiano. E per due motivi evidenti: prima di tutto perché chi entra nel
territorio italiano è giovane e poi perché vi entra per lavorare. Perciò il
diritto pensionistico di cui sopra in verità non opera per gli stranieri che
arrivano nel nostro paese.
Falso. Esiste un modo per sfruttare appieno questa
norma nonostante lo straniero non abbia mai lavorato (neanche in nero) sul
territorio italiano. Infatti, la legge italiana prevede, tra le altre cose, il
cosiddetto istituto del “ricongiungimento famigliare” rivolto a tutti gli
stranieri che siano regolarmente residenti nel territorio e abbiano la
carta di soggiorno in regola. Per loro dunque è possibile chiedere allo Stato
italiano la possibilità di fare arrivare in Italia figli, moglie e genitori,
ottenendo per questi un regolare permesso di soggiorno.
Orbene, qualcuno dei miei lettori avrà già intuito
l’inghippo. Per quelli che ancora brancolano nel buio, ecco spiegato
l’arcano. Il giovane straniero regolare chiede il ricongiungimento
famigliare per i propri genitori ultrasessantacinquenni, i quali arrivano nel
nostro paese con un regolare permesso. A questo punto dovranno solo recarsi
all’INPS di competenza per ottenere la pensione sociale in base alla legge 388
del 2000.
Un danno non indifferente per lo Stato italiano, che
si sobbarca anche il mantenimento di persone che in alcun modo hanno mai vissuto
nel territorio e nel territorio hanno mai lavorato. Un danno al quale
peraltro si aggiunge anche la beffa. Perché la legge non pone alcuna condizione
al godimento della pensione sociale (tranne l’età e la mancanza di un reddito).
Così i famosi genitori dello straniero regolarmente residente, una volta che
hanno preso la pensione dallo Stato italiano, ecco che fanno: prendono la nave
o l’aereo e se ne tornano a casa loro. Lo Stato italiano provvederà a
corrispondergli la pensione di anzianità direttamente nel loro paese. A nostre
spese.
Un vero e proprio business per gli extracomunitari. Non credete? Mentre gli italiani
sgobbano, pagano le tasse e versano i contributi previdenziali, ecco che ci
sono i furbetti stranieri che per via del
ricongiungimento famigliare arrivano ultrasessantacinquenni nel
nostro paese e chiedono allo Stato italiano una pensione che in verità non
spetta loro. Lo Stato deve concedergliela perché fa leggi del cazzo. Leggi
buoniste. Leggi suicide. Leggi di sinistra, in altre parole…
Fonte: L’Espresso
Italia cresca il razzismo e la xenofobia nei confronti degli extracomunitari.
Ovvio, viene indotta. In che modo? Semplicemente creando norme ad hoc che
perseguendo supposti (e direi ideologici) fini di equità sociale, alla fine
creano barricate e muri tra gli italiani e gli stranieri. Pongono in essere, in
altre parole, sacche di parassitismo “extracomunitario” attraverso lo
sfruttamento dei meccanisimi del Welfare italiano. Vediamo come.
Prima di tutto esiste una legge, la n. 388 del 2000
(inserita nella finanziaria dall’allora Ministro Amato) che permette[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] anche agli stranieri di percepire un
assegno di pensione “sociale”, pari a € 395,60 euro al mese, più
154,90 euro di importo aggiuntivo, per un totale esentasse di € 7.156 euro
annui. Chi, in altre parole, non ha mai avuto contributi previdenziali e ha
compiuto i 65 anni, può richiedere questo assegno all’INPS di competenza, anche
se straniero.
Ciò premesso, la riflessione che verrebbe da fare è
questa: la norma in verità non tocca lo straniero che entra nel territorio
italiano. E per due motivi evidenti: prima di tutto perché chi entra nel
territorio italiano è giovane e poi perché vi entra per lavorare. Perciò il
diritto pensionistico di cui sopra in verità non opera per gli stranieri che
arrivano nel nostro paese.
Falso. Esiste un modo per sfruttare appieno questa
norma nonostante lo straniero non abbia mai lavorato (neanche in nero) sul
territorio italiano. Infatti, la legge italiana prevede, tra le altre cose, il
cosiddetto istituto del “ricongiungimento famigliare” rivolto a tutti gli
stranieri che siano regolarmente residenti nel territorio e abbiano la
carta di soggiorno in regola. Per loro dunque è possibile chiedere allo Stato
italiano la possibilità di fare arrivare in Italia figli, moglie e genitori,
ottenendo per questi un regolare permesso di soggiorno.
Orbene, qualcuno dei miei lettori avrà già intuito
l’inghippo. Per quelli che ancora brancolano nel buio, ecco spiegato
l’arcano. Il giovane straniero regolare chiede il ricongiungimento
famigliare per i propri genitori ultrasessantacinquenni, i quali arrivano nel
nostro paese con un regolare permesso. A questo punto dovranno solo recarsi
all’INPS di competenza per ottenere la pensione sociale in base alla legge 388
del 2000.
Un danno non indifferente per lo Stato italiano, che
si sobbarca anche il mantenimento di persone che in alcun modo hanno mai vissuto
nel territorio e nel territorio hanno mai lavorato. Un danno al quale
peraltro si aggiunge anche la beffa. Perché la legge non pone alcuna condizione
al godimento della pensione sociale (tranne l’età e la mancanza di un reddito).
Così i famosi genitori dello straniero regolarmente residente, una volta che
hanno preso la pensione dallo Stato italiano, ecco che fanno: prendono la nave
o l’aereo e se ne tornano a casa loro. Lo Stato italiano provvederà a
corrispondergli la pensione di anzianità direttamente nel loro paese. A nostre
spese.
Un vero e proprio business per gli extracomunitari. Non credete? Mentre gli italiani
sgobbano, pagano le tasse e versano i contributi previdenziali, ecco che ci
sono i furbetti stranieri che per via del
ricongiungimento famigliare arrivano ultrasessantacinquenni nel
nostro paese e chiedono allo Stato italiano una pensione che in verità non
spetta loro. Lo Stato deve concedergliela perché fa leggi del cazzo. Leggi
buoniste. Leggi suicide. Leggi di sinistra, in altre parole…
Fonte: L’Espresso